in

Atp Finals, Sinner e gli altri tennisti italiani che hanno partecipato

Il precursore del tennis italiano nell’Era Open non poteva che essere Adriano Panatta. A differenza di quello che si può pensare, però, il campione azzurro non si qualificò per il Masters di fine anno nel 1976, in cui si impose a Roma e Parigi, bensì 12 mesi prima, al termine di una stagione non del tutto esaltante (semifinale al Roland Garros e trionfo a Stoccolma esclusi), chiusa però con un paio di squilli che gli fecero guadagnare il 7° posto nella classifica finale del Grand Prix, in cui spiccavano nomi del calibro di Vilas, Borg, Ashe, Nastase e Connors. Quell’anno il Masters si giocava a Stoccolma, sul campo che aveva visto Adriano vincere pochi mesi prima. Inserito in un girone molto complicato, Panatta perse tutti e tre gli incontri: 6-4, 7-6 contro Manolo Orantes, 7-6, 6-3 contro Arthur Ashe e 7-6 3-6 6-0 contro Ilie Nastase, con quest’ultimo che rovinò la festa a Borg, battendolo poi in finale davanti al pubblico amico. Proprio in questi giorni è arrivata la rivelazione dell’azzurro al “Corriere della Sera” circa i 3 ko subiti a Stoccolma: “Nel 1975 fu un miracolo scendere in campo, visto che fui vittima di un fortissimo attacco di emorroidi”. 

 

La Sviluppo Sud Catania cerca la prima vittoria casalinga contro Fano

Romeo, Tulone: “Dobbiamo essere più sicuri e spavaldi”