Non si può morire per una partita. Un fendente che lo sport italiano tenta vanamente di schivare dalla notte dei tempi. Tempi scanditi da un elenco di nomi, cognomi, volti in tragico e costante aggiornamento: quelle di Vincenzo Paparelli, Vincenzo Spagnolo, Filippo Raciti sono soltanto alcune delle generalità tristemente entrate nell’immaginario collettivo del Paese. L’ultima vittima della follia omicida – ultima almeno fino alla prossima tragedia – è il 65enn
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Il giorno nero del basket: «Assassini, non tifosi»
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