Splendida rimonta di Martina Trevisan agli US Open. L’italiana si è regalata il secondo turno nello Slam newyorkese vincendo una autentica battaglia di tre ore e 20 minuti contro la kazaka Yulia Putintseva. 0-6, 7-6, 7-6 il punteggio per l’italiana, eroica a resettare tutto dopo un primo set perso malissimo e a lottare più di nervi che di gambe contro i crampi accusati nel terzo parziale.
Il primo parziale è un monologo di Putintseva che non lascia neanche un game a Trevisan. Dopo meno di 25 minuti, il parziale recita 24 punti a 6 per la kazaka, con l’italiana che ha ben 16 errori non forzati a referto. A Trevisan serve una reazione di orgoglio che arriva con l’italiana che vince – e anche a zero – il primo game della sua partita in apertura di secondo set e che poi strappa il servizio a Putintseva. La kazaka reagisce, si riporta subito sul 2-2 e, anzi, nel quinto game si porta anche 40-0 in risposta, ma Trevisan rimonta una situazione che sembrava compromessa e, nel game successivo, si riprende nuovamente il break di vantaggio, salendo sul 4-2. Come in precedenza, però, Putintseva non ci sta e si riporta sul 4-4, salvando la palla break che avrebbe portato l’italiana a servire per il set. Sul 5-5 tocca invece a Trevisan salvare tre palle break che avrebbero mandato la kazaka a servire per chiudere la partita. Il tiebreak è la naturale conclusione di un set nervoso e poco spettacolare: ad aggiudicarselo è Trevisan per 7 punti a 0.
Putintseva è in confusione totale e Trevisan si prende un break di vantaggio anche in apertura di terzo set e sale sul 2-0 annullando una palla per il controbreak. Sul più bello, però, l’italiana accusa un principio di crampi e perde quattro game di fila. Sotto 2-4, Trevisan resta in partita più di nervi che di gambe e completa nuovamente l’aggancio sul 4-4. Si procede punto a punto e sul 5-5, Trevisan mette a segno un break di puro cuore con cui ha la possibilità di servire per chiudere una partita diventata epopea. L’italiana, però, non riesce a procurarsi match point e subisce un amaro controbreak: si deciderà tutto al supertiebreak decisivo.
Supertiebreak che è folle come tutta la partita: Trevisan è la prima ad andare avanti sul 3-0, ma viene riagganciata e superata prima sul 4-3, poi sul 6-5 e servizio Putintseva, complice una brutta volee affossata a rete. La kazaka restituisce il favore e con un doppio fallo manda Trevisan sul 7-6 e servizio, ma l’italiana spreca tutto con un errore di dritto a rete e un rovescio lungolinea lungo di poco. Si torna sull’8-7 e servizio Putintseva, ma Trevisan si supera prima con un coraggioso vincente di dritto, poi inventandosi una volee-veronica per andare a match point, che l’italiana sfrutta, chiudendo una battaglia epica tra le lacrime di gioia. Per Trevisan, adesso la sfida al secondo turno contro un’altra mancina, la campionessa di Wimbledon 2023 e testa di serie numero 9 Marketa Vondrousova.
Giorgi eliminata da Pegula
Dal sorriso al dispiacere: Camila Giorgi saluta subito New York L’italiana, che aveva una sfida molto complicata contro la testa di serie numero 3 e padrona di casa Jessica Pegula, non è riuscita a ribaltare il pronostico. La statunitense si è imposta con un doppio 6-2 in un’ora e 22 minuti di gioco.
Fin dai primi game di partita, Pegula dimostra di avere le idee chiare: il piano tattico è assorbire la potenza di fuoco di Giorgi per poi concretizzare a rete il prima possibile. La strategia paga e la statunitense sale subito 2-0 con break, strappando nuovamente il servizio all’italiana nel sesto game e chiudendo il parziale per 6-2 dopo 35 minuti.
Giorgi rischia di andare sotto anche in apertura di secondo set, ma l’italiana salva quattro palle break e mette la testa avanti per la prima volta nella partita. La numero 3 d’Italia, però, non riesce a trovare continuità e, al termine di un infinito quinto game durato più di un quarto d’ora, Pegula mette a segno l’agognato break anche nel secondo set. Confortata dal vantaggio nel punteggio, la statunitense strappa nuovamente il servizio a Giorgi e chiude la partita al primo match point utile.