More stories

  • in

    MotoGp, Bagnaia scatenato in Thailandia: pole e record della pista

    BURIRAM (THAILANDIA) – Per recuperare punti dal leader della classifica Jorge Martin sa che deve spingere forte e Francesco Bagnaia si è scatenato nelle qualifiche in Thailandia. Il pilota italiano, campione iridato in carica e secondo nel mondiale della MotoGp, ha conquistato la pole position per la gara sprint e per il Gran Premio. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Sainz: “Puntiamo ad avere un finale di campionato da protagonisti”

    Carlos Sainz è arrivato nel paddock dell’Autodromo Hermanos Rodriguez molto motivato dopo la doppietta di Austin. Le parole dello spagnolo.LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-24, portrait, SAINZ Carlos (spa), Scuderia Ferrari SF-24, portrait during the Formula 1 Azerbaijan Grand Prix 2024, 17th round of the 2024 Formula One World Championship from September 13 to 15, 2024 on the Baku City Circuit, in Baku, Azerbaijan – Photo DPPI

    “Avevamo detto che il Circuit of the Americas sarebbe stato il banco di prova per capire quanto buono fosse il lavoro di sviluppo fatto sulla SF-24 e direi che l’esame è stato superato – ha detto Sainz –. Come abbiamo visto in qualifica, nelle curve veloci a lungo raggio non siamo ancora i più forti, ma indubbiamente c’è stato un netto passo avanti, anche perché in configurazione gara eravamo i più veloci di tutti pure nel primo settore”.
    Sainz e la prospettive per la fase finale del mondiale
    Il pilota spagnolo della Ferrari si è detto fiducioso per il futuro: “Credo che siamo tornati ad avere una vettura che su tutte le piste che ci aspettano, ad eccezione forse di quella del Qatar, possa puntare alla vittoria anche se questo non vuol dire che vinceremo necessariamente delle gare. Come dicevo, in qualifica non siamo i più forti e su certi tracciati, come Abu Dhabi, sorpassare è molto difficile. E pensare di finire primi partendo dalla quarta posizione non è sempre possibile. Di sicuro però puntiamo ad avere un finale di campionato da protagonisti”.

    Sainz sul Gp del Messico
    Per questo weekend Sainz ha detto di puntare “ad essere lì con i migliori” e ha poi aggiunto: “Se ci riusciremo, e quindi se saremo in grado di piazzarci nelle prime due file in qualifica, avremo delle carte da giocarci. Sarebbe bello continuare il buon momento iniziato ad Austin perché sono convinto che il per titolo Costrittori ci siano ancora parecchie possibilità. Da domani con le prove libere ne sapremo di più, ma di sicuro noi ci metteremo tutto il nostro impegno”. LEGGI TUTTO

  • in

    Giacomo Agostini: “Mi sarebbe piaciuto duellare con Marquez”

    «Se pensiamo alla boxe ci viene in mente Muhammad Ali, il riferimento al basket è Michael Jordan. Se prendiamo invece il calcio, ovviamente ci sono Pelé e Diego Armando Maradona. Giacomo Agostini è sullo stesso piano per quanto riguarda il motociclismo». Il regista Giangiacomo De Stefano non poteva scegliere un modo più efficace per spiegare il soggetto protagonista del docufilm “Ago”, proiettato nel corso del Festival del Cinema di Roma mercoledì sera e distribuito da Adler Entertainment.  
    Agostini il precursore
    Ospite nella redazione del Corriere dello Sport e Motosprint, il 15 volte campione del Mondo e 122 (più una nella 750) volte vincitore nel Motomondiale (con 10 trionfi nell’inferno del Tourist Trophy), è l’uomo dei record, ma al tempo stesso è un mostro di longevità, grazie anche alla capacità di essere precursore. Tutto questo è negli 80 minuti dedicati alla storia di uno sportivo senza età, perché gli 82 anni di “Mino” non gli impediscono di intraprendere viaggi intercontinentali – nel passato weekend era in Australia per la MotoGP – e salire ancora in moto. Come sull’amatissima MV Agusta tre cilindri, dove il rituale è lo stesso di mezzo secolo fa. «La moglie di Ago, Maria, è rimasta impressionata proprio da questo» ha raccontato il regista. «La sequenza dei gesti, oggi, è la stessa di quando si apprestava a salire in sella nel 1970».  Quello in cui Agostini era Valentino Rossi trent’anni prima del Dottore, era un motociclismo nel quale lo spirito temerario prevaleva sulla professionalità e si andava all’avventura in corse nelle quali gli standard di sicurezza non erano paragonabili al presente. «Non c’era un medico del Motomondiale, quando avevamo un piccolo problema andavamo dalla moglie di un pilota, Jack Findlay, che era medico» ha ricordato ieri il campionissimo. «Scelsi questo sport sapendo come poteva finire, all’inizio mi seguiva il panettiere del mio paese, dicevo che era il mio meccanico ma non sapeva cambiare nemmeno una candela… L’incidente fatale a Gilberto Parlotti al Tourist Trophy cambiò tutto, la sicurezza divenne un chiodo fisso per me. Poi arrivò anche la tragedia di Jarno Saarinen e Renzo Pasolini a Monza. Andai da Lino Dainese a mostrare una tuta che era quasi di carta, e dissi che volevo protezione».  
    I duelli di Giacomo Agostini
    Avanti a tutti per meticolosità e professionalità, Ago ha vinto duelli con campioni da leggenda – Mike Hailwood, Saarinen, Pasolini, Phil Read, fino a Kenny Roberts – rappresentando un orgoglio per l’Italia in particolare negli anni del binomio con la MV Agusta. «Ricordo una vittoria in Belgio, a Spa, sotto il podio era pieno di italiani in lacrime. Il giorno dopo sarebbero andati in miniera dicendo “abbiamo vinto”». Agostini, interpretato dal figlio Piergiacomo nelle scene odierne con tute e caschi anni 60 e 70, si racconta in un film che porta anche al presente da nonno, con una videochiamata alla figlia Maria Vittoria e alla nipotina. La pellicola ospita numerose testimonianze, anche di Marco Lucchinelli (primo italiano campione della 500 dopo l’epopea di Agostini), Freddie Spencer (ammaliato dall’apparizione vincente di Ago a Daytona nel 1974 al debutto sulla Yamaha), del CEO Dorna Carmelo Ezpeleta (impressionato dalla popolarità di cui gode un pilota che si è ritirato quasi da mezzo secolo), di un’altra icona degli anni 60 come Gianni Morandi e di Marc Marquez, l’ultimo cannibale del Motomondiale che ha sempre ammirato Ago.  
    Agostini su Marquez e Bagnaia
    «Con Marc sarebbero stati bei duelli» ha concluso il 15 volte iridato, parlando di un presente nel quale un altro duo tutto italiano, Bagnaia-Ducati, difende il numero 1. «Pecco e Martin non possono più sbagliare, i 20 punti di Martin non sono pochi, ma dipende da come verrà gestita la tensione. Il fatto che Pecco abbia vissuto più volte queste situazioni potrebbe essere un vantaggio». Un’arte, quella della gestione della tensione, che Ago insegna anche nel docufilm, che in TV sarà visibile nei prossimi mesi su Sky e TV8.   LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Le ambizioni di Leclerc alla vigilia del Gp del Messico

    Le ambizioni di Charles Leclerc, alla vigilia del Gran Premio del Messico di Formula 1, ventesimo appuntamento del mondiale F1 2024.LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-24, portrait during the Formula 1 Gran Premio de la Ciudad de Mexico 2024, 20th round of the 2024 Formula One World Championship from October 25 to 27, 2024 on the Autodromo Hermanos Rodriguez, in Mexico City, Mexico – Photo Florent Gooden / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Charles Leclerc è entrato nel paddock dell’Autodromo Hermanos Rodriguez con una tenuta insolita: il monegasco si è infatti presentato vestito da mariachi – il tipico musicista messicano –, retaggio del “team dinner” di mercoledì sera: “Ad Austin avevamo avuto poco tempo per stare insieme, perché il volo per il Messico era la mattina successiva, così ieri tutta la squadra si è ritrovata insieme per una serata in allegria. Per l’occasione io ho scelto un costume messicano perché questa terra mi piace molto, la gente è simpatica e c’è molto supporto anche se ovviamente il beniamino di casa è un altro”.
    Le ambizioni di Leclerc per il Messico
    “Dopo la doppietta di Austin – ha detto il monegasco – l’ambizione è di continuare il buon lavoro portato avanti negli Stati Uniti anche a Città del Messico: “Sulla carta ci aspettiamo di essere competitivi e siamo in fiducia, me è meglio restare coi piedi per terra. Questa Formula 1 è talmente imprevedibile che fino a quando non avrò guidato la macchina in FP2 – in FP1 sulla sua vettura ci sarà Oliver Bearman – preferisco non sbilanciarmi. Ciò che di certo non cambierà sarà il nostro approccio: affrontiamo gara dopo gara focalizzandoci su noi stessi e curando al massimo l’esecuzione delle varie fasi, poi guardiamo la classifica e verifichiamo dove siamo”.

    Il Messico, l’altura e la fatica per i piloti
    Leclerc ha parlato delle condizioni particolari di questa gara: “Per noi piloti non direi proprio che questa sia una pista impegnativa. Al contrario sappiamo che lo è molto per le vetture: si corre in altura e in aria rarefatta è critico raffreddare la monoposto in tutte le sue componenti. In fase di messa a punto devi cercare di far combaciare il più possibile la necessità di preservare l’affidabilità senza sacrificare troppo la prestazione. Per quanto riguarda le sensazioni alla guida, i primi giri sono un po’ strani, perché hai un set-up da Monte-Carlo e sensazioni simili a quelle di Monza, ma poi ti ci abitui e impari a convivere con la situazione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Messico F1 (FP2): in-competition test per validare le Pirelli 2025

    La giornata in pista oggi, venerdì 25 ottobre, avrà uno svolgimento inusuale. Infatti, la seconda sessione di prove libere (FP2) sarà interamente dedicata alla validazione delle mescole Pirelli più morbide della gamma 2025 (C4, C5 e C6).
    Il cosiddetto in-competition test prevede infatti una sessione di novanta minuti (trenta in più del normale) in cui tutti i piloti e le squadre dovranno seguire un programma specifico definito dai tecnici della Pirelli.
    Oltre all’allocazione delle gomme da asciutto da utilizzare specificamente per il Gran Premio (due set di Hard, tre di Medium e sette di Soft, uno in meno rispetto al consueto), ogni pilota disporrà di due treni di gomme supplementari: uno sarà identico a quello disponibile per il fine settimana (baseline) e l’altro, invece, sarà un prototipo della gomma 2025 (option), sia in termini di costruzione – peraltro già omologata lo scorso settembre – che di mescola. Questi due set extra non saranno contraddistinti dalle tradizionali bande colorate.
    Il programma includerà, in linea teorica, un performance run e un long run per ognuno dei set, con numero di giri e quantitativi di carburante identici per squadre in base alla tipologia del run. L’unica eccezione potrà riguardare quei piloti che, per scelta della loro squadra, non avranno potuto girare in FP1 perché sostituiti da un giovane pilota: a loro sarà concesso sia di concentrare il lavoro per la Pirelli in sessanta minuti sia di disporre di un ulteriore set in più, della mescola Medium, in modo da poter recuperare per quanto possibile le informazioni utili per il prosieguo del fine settimana.

    I dati raccolti saranno poi analizzati dai tecnici Pirelli per affinare le caratteristiche delle mescole in vista del test collettivo di Abu Dhabi, in programma due giorni dopo la conclusione del campionato 2024. Per i team, dunque, la preparazione delle vetture per qualifiche e gara sarà concentrata in due ore: la FP1 del venerdì e la FP3 del sabato. LEGGI TUTTO

  • in

    In Messico, deportanza e resistenza si riducono del 30%

    La bassa densità dell’aria in Messico comporta una riduzione del 30% sia del carico aerodinamico verticale (deportanza) che della resistenza all’avanzamento all’aria.16 LECLERC Charles (mco), Scuderia Ferrari SF-24, action during the Formula 1 Pirelli United States Grand Prix 2024, 19th round of the 2024 Formula One World Championship from October 18 to 20, 2024 on the Circuit of the Americas, in Austin, United States of America – Photo Xavi Bonilla / DPPI

    Edoardo Bosco, Head of Chassis Reliability and Development di Ferrari, ha risposto a tre domande, alla vigilia del Gran Premio del Messico che, come sappiamo, si corre in altura.
    1. Quali sono le caratteristiche della pista di Città del Messico?Edoardo Bosco: “Il tracciato dell’Autódromo Hermanos Rodríguez non è particolarmente lungo ma molto tecnico e impegnativo. In qualifica la prima difficoltà è riuscire a scaldare le gomme anteriori preservando il più possibile le posteriori nel giro di lancio. L’alternanza di lunghi rettilinei e curve lente e serrate fa sì che l’attenzione alle gomme sia fondamentale: se non si controlla accuratamente lo slittamento delle gomme in accelerazione, si rischia di surriscaldarle irrimediabilmente e perdere trazione e quindi molto tempo non solo nel giro ma anche nei successivi”.
    2. Il circuito Hermanos Rodríguez è impegnativo soprattutto per le vetture. Perché e quali sono gli aspetti più critici anche considerato che siamo giunti a gara 20 della stagione?Edoardo Bosco: “Il Gran Premio di Città del Messico fa rima con altitudine. Ci troviamo a quasi 2.300 m di quota, dove la densità dell’aria è inferiore di circa il 30% rispetto al livello del mare.Questo ha due effetti sulle monoposto: il primo è che, a pari geometria, la portata di aria che entra nella macchina attraverso le pance, le prese aria dei freni e lo snorkel è inferiore. Questo comporta la necessità di adottare strategie specifiche per garantire il raffreddamento delle componenti della monoposto, nonché uno stress maggiore per il turbo, che deve lavorare al limite superiore della sua specifica di funzionamento per riuscire a fornire l’aria necessaria al motore. La seconda conseguenza della bassa densità dell’aria è anche che il carico aerodinamico verticale e la resistenza all’avanzamento opposta dall’aria si riducono del 30%. Per avere un’idea di cosa questo significhi, la differenza di carico tra un assetto aerodinamico per Monaco (Max) e per Monza (Min) è circa il 20% oppure che, se il GP di Città del Messico si svolgesse a livello del mare, la velocità a fine rettilineo delle vetture sarebbe circa 25 km/h inferiore”.

    3. Raccontaci un po’ di te. Come si è evoluto il tuo percorso nella Scuderia Ferrari HP e come ti senti a rappresentare questo brand nel mondo?Edoardo Bosco: “Ho iniziato a lavorare in Scuderia Ferrari nel 2012 come giovane ingegnere in Dinamica veicolo, prima di spostarmi nel gruppo di ingegneria di pista, nel ruolo di Performance Engineer, che ho mantenuto fino al 2019 dopo anni bellissimi passati in pista in cui ho lavorato con piloti e ingegneri da cui ho imparato moltissimo. Oggi sono responsabile del gruppo Affidabilità e Sviluppo Autotelaio. Da quando lavoro in Scuderia Ferrari sono cambiate molte cose: la struttura, gli uffici, i banchi prova, ovviamente sono cambiate anche molte facce, ma c’è qualcosa che non cambia mai, ed è la qualità tecnica e la passione sportiva di tutte le persone che ci lavorano. Quando si vince la gara, torni in ufficio il lunedì e vedi la luce negli occhi dei tuoi colleghi, tutti si sentono parte di un progetto più grande. Credo sia questo che mi rende orgoglioso di lavorare qui dentro: sentirmi parte di un progetto e lavorare fianco a fianco a persone che danno tutto per migliorarsi sempre e cercare di fare meglio dei nostri avversari”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Vasseur: “In Messico, massima concentrazione e cura dei dettagli”

    VASSEUR Frédéric (fra), Team Principal & General Manager of the Scuderia Ferrari, portrait during the Formula 1 Pirelli United States Grand Prix 2024, 19th round of the 2024 Formula One World Championship from October 18 to 20, 2024 on the Circuit of the Americas, in Austin, United States of America – Photo Antonin Vincent / DPPI

    La tripletta americana del Mondiale di Formula 1 continua con il Gran Premio del Messico. Le 10 squadre e i 20 piloti del Circus della Formula 1 si sono spostati dagli Stati Uniti al Messico dove nel prossimo fine settimana andrà in scena il quarto Gran Premio di Città del Messico all’Autódromo Hermanos Rodríguez.
    Alla vigilia del ventesimo appuntamento del mondiale 2024 di Formula 1, Fred Vasseur ha detto: “Arriviamo in Messico carichi dopo la doppietta di Austin che è stata un moltiplicatore di motivazione per tutta la squadra. Al circuito Hermanos Rodriguez ci attende una sfida completamente diversa nella quale sarà la gestione della vettura in condizioni ambientali uniche a fare la differenza”
    Il Team Principal della Ferrari ha portato l’attenzione sulle caratteristiche della gara in altura: “L’aria rarefatta che si trova ai 2200 metri di Città del Messico mette particolarmente sotto stress le componenti vettura che necessitano di disperdere calore e quindi impiantistica, freni, power unit e ovviamente anche le gomme. Trovare il giusto bilanciamento tra queste esigenze e la ricerca della miglior prestazione è un esercizio non facile da compiere ma ci siamo preparati bene a casa e siamo pronti a fare del nostro meglio”

    Infine il solito mantra del francese: “Dal punto di vista dell’approccio tratteremo questa gara come le precedenti, quindi con la massima concentrazione e cura dei dettagli, focalizzandoci soprattutto su noi stessi. Mi aspetto come al solito livelli molto ravvicinati tra i top team, a fine weekend tireremo le somme e potremo valutare il livello della prestazione offerta come squadra”. LEGGI TUTTO

  • in

    Dall’Igna si gode i record e la rinascita di Marquez

    Chiudi menuTuttosport.comTuttosport.comNaviga le sezioniabbonatiLeggi il giornaleSegui le DiretteLiveI nostri socialFacebookInstagramTwitterTelegramContinua ad esplorareContattaciFaqRSSMappa del SitoLa RedazioneEdizione DigitaleAbbonamentiFaqCookie PolicyPrivacy PolicyNote legaliCondizioni generaliPubblicitàChiudi menuTuttosport.comTuttosport.comLoginregistratiabbonatiLeggi il giornaleTuttosport.comTuttosport.comTuttosport.com LEGGI TUTTO