Riccardo De Angelis è un’enciclopedia vivente di tutto quello che accade oltreoceano, con particolare riferimento a giocatori e giocatrici impegnati nei College e nelle High School statunitensi. Oggi inaugura la sua rubrica, parlandoci di Cubaj, Pan, Lever e Moretti. Buona lettura!
Il basket si fa sempre più globale e ormai c’è un numero sempre più alto di giocatori e di giocatrici del Vecchio Continente che popolano la NCAA. Passando in rassegna i vari roster di questi Europei U20, è raro trovare una Nazionale dove non ci sia almeno un rappresentante del college basket americano. L’Italia non fa eccezione e proprio i nostri atleti a stelle e strisce sono spesso e volentieri quelli che si stanno distinguendo di più in questo luglio.
Lorela Cubaj è stata fin qui l’esempio più fulgido. L’Europeo delle ragazze di coach Sandro Orlando non si è concluso come sperato (perfette fino ai quarti di finale, poi private del podio da due partite dall’epilogo beffardo) ma i motivi di soddisfazione non mancano: fra questi, troviamo proprio le prestazioni della giocatrice di Georgia Tech.
Sempre presente in azzurro dall’ormai lontano 2013, l’ex reyerina ha messo a segno giocate importanti e animato un frontcourt solidissimo insieme alla compagna Olbis André, contribuendo in maniera determinante sia a livello realizzativo che sotto i tabelloni (10.9 punti e 9 rimbalzi di media). Giocatrice più impiegata (26.3 minuti), Cubaj non è una che fa fatica a guadagnarsi spazi, indipendentemente dalla maglia indossata: nella scorsa stagione, infatti, è stata la quarta giocatrice più utilizzata fra le fila delle Yellow Jackets (20.6 minuti) nonostante fosse solo una matricola. Un’avventura appena iniziata, la sua, ma che promette di vederla sempre più protagonista, magari sulla falsariga di quanto fatto fin qui da Francesca Pan, miglior marcatrice di GT nell’annata passata. Chissà che il duo italiano (non più trio, vista la laurea conseguita da Antonia Peresson) non riesca finalmente a riportare Georgia Tech a un Torneo NCAA che manca dal 2014. Pan e Cubaj, tra l’altro, sono state convocate da coach Crespi per il raduno di Agosto della Nazionale A.
Nella squadra maschile, la presenza universitaria è ancora più imponente. Visti Gabriele Stefanini (Columbia) e Federico Poser (dall’anno prossimo a Elon) al raduno iniziale, fra i 12 di coach Eugenio Dalmasson c’era sia chi farà il proprio esordio in Division I nella prossima stagione (Guglielmo Caruso, Santa Clara), sia chi si è già tolto parecchie soddisfazioni nella prima annata oltreoceano: Davide Moretti e Alessandro Lever, due giocatori che, tra l’altro, suggeriscono bei ricordi quando si dividono il campo (l’ultima volta che li abbiamo visti insieme, hanno trascinato l’Italia U18 a un bel bronzo).
I ritmi che scandiscono l’attività dei college a volte possono rappresentare un problema quando si tratta d’incastrare impegni di tipo diverso, ma il Moro ha voluto prendere parte alla spedizione nonostante potesse raggiungere il raduno solo pochi giorni prima dell’inizio dell’Europeo: “Sono entusiasta di tornare a casa, dopo quasi undici mesi lontano, e di giocare con la Nazionale”, aveva detto due settimane fa. Come spiegatoci da suo padre, coach Paolo Moretti, l’incoraggiamento dello staff di Texas Tech (deciso nel voler vedere l’italiano giocare in una competizione importante) e l’interesse attivo mostrato dalle nazionali italiane hanno fatto sì che Davide potesse dividersi senza intralci fra il raduno agli ordini di coach Meo Sacchetti, il lavoro estivo coi Red Raiders e, adesso, l’avventura con l’U20. Un sostegno, quello di Texas Tech, davvero tangibile, vista anche la presenza di coach Chris Beard sulle tribune di Chemnitz, intento a gustarsi la sua guardia in una prestazione travolgente contro la Serbia (29 punti).
Moretti, l’anno scorso, si è spinto fin dove nessun altro italiano era riuscito prima nel college basket (l’Elite Eight, anticamera delle Final Four), oltretutto giocando la miglior pallacanestro della sua annata da freshman proprio nel mese di marzo. Impiegato in uscita dalla panchina (12.3 minuti), è lecito pronosticare per lui un ruolo di primo piano a Lubbock nella prossima stagione, in una squadra che ha perso alcuni pezzi pregiati e d’esperienza ma che, sulla carta, potrebbe occupare ancora i piani alti della Big 12, una delle migliori conference della NCAA.
Lever, invece, non è riuscito a prendere parte al “Gran Ballo” (per poco, a dire il vero) ma si è consolato abbondantemente sul piano individuale, disputando una stagione d’impatto raro per una matricola. Giocatore di rotazione nella prima metà dell’annata, nella seconda ha ripagato la fiducia crescente di coach Dan Majerle trascinando l’attacco di Grand Canyon a suon di ventelli: d’obbligo, quindi, il riconoscimento come miglior freshman della WAC e l’inserimento nel miglior quintetto della conference.