Matteo Berrettini guarda al 2026 con un approccio diverso, più maturo e consapevole. Il tennista romano, impegnato nella preparazione in vista della nuova stagione, ha spiegato chiaramente di non voler fissare obiettivi legati ai risultati, ma di voler concentrare le proprie energie su ben altri aspetti del suo percorso.
Reduce da un’off-season intensa, durante la quale si è allenato anche con Jannik Sinner sotto lo sguardo attento di Thomas Enqvist, Berrettini ha lasciato intendere di puntare molto sull’Australian Open 2026, pur senza caricare l’appuntamento di aspettative numeriche o traguardi prefissati. Le sue parole, rilasciate in un’intervista a Men’s Health, raccontano un atleta che vuole continuare a crescere senza rincorrere etichette o classifiche.
«Non mi do obiettivi di risultato, non perché voglia nascondermi, ma perché non mi stimola più di tanto», ha spiegato Berrettini. «So che i risultati arrivano passando da altro. La Coppa Davis lo ha dimostrato. Devo dare priorità a stare bene e godermi quel che faccio». Un messaggio chiaro, che riflette la volontà di costruire prestazioni solide partendo dal benessere personale e dalla qualità del lavoro quotidiano.
Grande spazio, nel suo racconto, è dedicato all’aspetto mentale, ormai centrale nella sua routine: «Il lavoro mentale dura 365 giorni l’anno. Non riguarda solo la performance, ma tutto: allenamenti, viaggi, vita. Devo imparare a rallentare. Quando c’è una competizione importante, prendersi il proprio tempo è fondamentale, disintossicarsi da telefono e informazioni esterne».
Berrettini ha parlato anche dell’affetto ricevuto dopo il trionfo azzurro in Davis, un calore che ha voluto condividere con la famiglia: «È stato bellissimo. Poi siamo andati alle Maldive tutti insieme, una cosa che non facevamo da tempo. Momenti così fanno bene anche al cuore».
Dal punto di vista tecnico, l’azzurro ha le idee chiare su dove possa arrivare il salto di qualità: «Quando riesco a essere aggressivo in risposta, l’avversario sente pressione. I miei game di servizio vanno via abbastanza facilmente: se creo più occasioni in risposta posso davvero spostare l’ago della bilancia».
Niente proclami, dunque, ma una direzione precisa: evolversi, non semplicemente ritrovarsi. Con la serenità di chi ha imparato a conoscersi meglio e con la consapevolezza che, per Berrettini, la vera base dei risultati resta il piacere di stare in campo.
Francesco Paolo Villarico
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