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La Ferrari sceglie di volare alto, anche accettandone i rischi

MARANELLO. L’impegno è molto ambizioso. Variano le parole («siamo qui per un passo ulteriore dopo l’anno scorso» dice Leclerc) o gli accenti («La Ferrari compete per vincere» ribadisce Vasseur), ma di sicuro non c’è nessuno che sposi una linea di prudenza o di cautela, anche solo diplomatica, nel momento del varo della SF-23. Alla Ferrari, dopo aver voltato pagina e puntato su un nuovo management (sportivo, ma non solo), si parla apertamente di vittoria. Il che dimostra un eccellente stato d’animo, dato indubbiamente positivo. Ma espone anche a rischi notevoli, almeno dal punto di vista dialettico. E forse è proprio questo che si vuole a Maranello: volare alto. Poi sarà quel che sarà. Anzi, quel che la pista dirà che deve essere. Ad oggi non c’è una ragione per credere che la Rossa edizione 2023 non possa vincere, ma è vero anche il contrario. La Red Bull resta la squadra da battere e la Mercedes si appresta a tornare quella di un tempo (che poi sarebbe due anni fa, mica un’era geologica). Infatti, mano a mano che il colloquio s’infittisce (con i piloti specialmente) emerge che accanto alla consapevolezza di aver svolto un ottimo lavoro nei medi invernali c’è la curiosità di capire (e nei primi test in Bahrain lo si capirà) quali siano davvero i valori in pista. Di certo, questa auto non sembra estremizzare nessun concetto, salvo mostrare delle soluzioni anticonvenzionali sull’ala anteriore (piccoli deviatori di flusso) che l’anno scorso furono bocciate dalla Fia quando le introdusse la Mercedes.

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Il ragionamento di base

Il ragionamento su cui poggia l’atteggiamento della Ferrari è chiaro e anche condivisibile. Poiché l’anno scorso è mancata l’affidabilità e si sono commessi errori nella gestione delle strategie di gara, intervendo su queste due aree si dovrebbe arrivare al tanto atteso salto di qualità. La monoposto andava bene (salvo la difficoltosa parte centrale della stagione) e dunque una corretta evoluzione e un ragionato sviluppo dovrebbero porre la squadra al riparo dai pericoli corsi nel 2022. Non resta che augurarsi – come si augurano tutti i tifosi Ferrari, in Italia e nel mondo – che l’intero programma rispetti i piani. E tuttavia c’è anche un altro fronte che si è rivelato critico l’anno scorso, quello degli sviluppi. E su questo ancora non viene detto nulla di definitivo, tanto che Vasseur preferisce non sbilanciarsi, dicendo che sta ancora lavorando per capire cosa nel ‘22 non sia andato per il verso giusto.

L’amicizia tra i piloti regge?

Ultimo punto interrogativo: i piloti sono davvero così affiatati come dicono? A parole pare di sì, per scegliere chi dovesse guidare per primo è stat lanciata la monetina, Leclerc ha vinto e ha iniziato, Sainz ha dovuto aspettare ma ha avuto qualche giro in più. Dettagli. Che potrebbero restare tali se la SF-23 non si rivelasse vincente, ma che potrebbero assumere una diversa prospettiva se la monoposto riuscisse davvero a competere per vincere il titolo. Di certo, non è un tema che dovrà essere affrontato a breve. Ad oggi, la questione è capire – magari già nel filming day di oggi – quale sia la “consistenza” di quest’auto e dunque quali siano le sue prospettive. Al momento è corretto prendere la giornata di ieri per quel che è stata davvero, una bella festa ferrarista dopo anni che non se ne tenevano più. Il resto arriverà.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/formula-1


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