ROMA – Sarà un 2023 diverso in MotoGP, con un calendario stravolto, che oltre la presenza delle sprint, vedrà un lungo tour autunnale tra Asia, Australia e Medio Oriente. “La situazione è tale che siamo in concorrenza con altri sport e dobbiamo scendere a compromessi nel creare il calendario dei GP. Le gare in più ci costringono a iniziare la stagione prima e a finirla dopo rispetto all’era pre-Covid, quando le gare erano 19. Per quanto riguarda il Kazakistan – spiega il capo della MotoGP Carmelo Ezpeleta – se avessimo rinunciato al Circuito Sokol, ci sarebbe stata un’altra pausa estiva di cinque settimane come nel 2022, quando il GP di Finlandia fu cancellato”.
Le difficoltà organizzative
Con il passare degli anni e delle richieste di team e media è sempre più complesso accontentare tutte le parti in causa. “Io vivrei benissimo anche con 15 gare ma dobbiamo prolungare la stagione perché l’interesse per la MotoGP è cresciuto fortemente. Dopo l’errore del 2022, quando il GP del Mugello si tenne lo stesso giorno della F1 a Montecarlo, gli organizzatori non vogliono più uno scontro di date, ma purtroppo ci sono tre gare di F1 di fila a maggio. Per questo motivo abbiamo dovuto spostare il GP del Mugello al primo fine settimana di giugno. E il GP di Catalogna a settembre. Inoltre, a causa delle trasmissioni televisive, vogliamo che ci siano meno scontri possibili con la Formula 1, almeno non negli stessi fusi orari, e presto le gare di Formula 1 saranno 24. Pertanto – conclude Ezpeleta – il margine di disponibilità di fine settimana per Dorna si sta riducendo sempre di più”.