Immaginate cosa possa venir fuori se si mettessero “in società” i criminali colpevoli di aver venduto patenti false su Telegram e quelli che nel comune di Piossasco, nel torinese, “ripulivano” auto rubate e le rivendevano a prezzi ovviamente maggiori. Ognuno aveva il suo ruolo: c’era chi le rubava, chi le aggiustava e chi le metteva in vendita, una vera e propria catena di montaggio finita però agli arresti domiciliari.
L’officina dei furbetti
Auto rubate consegnate ad un carrozziere, il quale le smontava e le riparava nel caso avessero segni di incidente. Le vetture poi venivano acquistate da un commerciante della zona ovviamente a prezzi stracciati, le “ripuliva” eliminando dati identificativi e targa, per poi rivenderle ad un prezzo più alto. Era questo il piano scoperto dall’operazione “Ticino” svolta dalla Polizia attraverso delle telecamere nascoste installate nell’autofficina. Undici le auto individuate, tra cui una lussuosa Audi S1 di un venditore il quale era stato letteralmente scaraventato giù dal sedile mentre la faceva provare ai potenziali acquirenti che erano poi fuggiti sfrecciando via. La vettura è stata recuperata in Germania grazie all’Interpol. Nel frattempo il carrozziere, il commerciante e il criminale incaricato di rubare le auto sono finiti agli arresti domiciliari, mentre il meccanico che smontava i veicoli è stato sottoposto ad obbligo di dimora.
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