Chris Froome ha vinto la diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2018, da Venaria Reale a Bardonecchia di 185 km, conquistando anche la maglia rosa per la prima volta in carriera. Il britannico del Team Sky, che si era già imposto nella tappa dello Zoncolan, ha preceduto di 2’58” Carapaz, di 3”05” Pinot e di 3’22” Dumoulin al termine di una fuga solitaria di oltre 80 km. Crisi per la maglia rosa uscente Simon Yates, staccato di oltre mezz’ora dal connazionale, che lascia la testa della corsa dopo 14 giorni. In difficoltà anche Domenico Pozzovivo, che perde la sua terza posizione in classifica generale con un distacco di oltre 8′ e scivola in sesta piazza. Ritiro per Fabio Aru, che ha detto stop dopo appena 41 km, ai piedi del Colle de Lys, primo GPM di giornata. Froome diventa il quinto atleta britannico a vestire la maglia rosa dopo Mark Cavendish (nel 2009, 2011 e 2013), Bradley Wiggins (nel 2010), David Millar (nel 2011) e appunto Simon Yates. Il Giro però non è finito qui: sabato altro tappone alpino, Susa-Cervinia di 214 km, con un dislivello di oltre 4mila metri negli ultimi 90 km che decideranno il Giro 2018.
La cronaca della tappa: il lavoro del Team Sky
La fuga di giornata fatica a partire a causa del lavoro della Mitchelton – Scott, attenta a non far partire alcun compagno di squadra degli inseguitori di Simon Yates. Appena la strada sale, ecco un’ecatome di corridori: Maestri, Kiryenka,Vervaeke e Fabio Aru, che dopo essersi staccato alle prime asperità del Colle de Lys, decide di abbandonare un Giro per lui maledetto. Una ventina di corridori si staccano dal gruppo durante la prima asperità, con Luis Leon Sanchez che tenta l’azione solitaria sul Colle delle Finestre, seguito da un quartetto formato da Montaguti, Torres, Atapuma e Conti. Dietro è il Team Sky a lavorare in forcing, provocando subito il distacco di ben tre uomini della Mitchelton – Scott, compreso quel Chad Haga fin qui fondamentale per Simon Yates. A 13 km dalla Cima Coppi, la maglia rosa si stacca clamorosamente e va in crisi, mentre Sanchez viene riassorbito da un peloton scatenato.
La fuga eroica di Chris Froome
A 83 km dalla fine, mentre il gruppo transita sullo sterrato, arriva l’incredibile attacco di Chris Froome, che va via da solo e mette in difficoltà i big. Dumoulin, Pinot, Lopez Moreno, Reichenbach e Carapaz tengono, seppur a distanza, la ruota del quattro volte campione del Tour, mentre Pozzovivo si stacca. Froome transita per primo sulla Cima Coppi con un vantaggio di una quarantina di secondi sulla maglia rosa virtuale, Tom Dumoulin, e con 2’ su Domenico Pozzovivo. Yates precipita, transitando con oltre 18’ di ritardo dal connazionale, dicendo così addio alla maglia rosa in una giornata da dimenticare. Froome triplica il suo vantaggio con una discesa tanto folle (53.4 km/h di media e velocità di punta di 80.1 km/h, secondo Velon CC) quanto efficace, scollinando al Sestriere con 2’40’’ su Dumoulin e annusando così la maglia rosa virtuale, ora distante appena una decina di secondi. Il britannico del Team Sky diventa leader (virtuale) della corsa a una trentina di km dal traguardo, toccando un divario massimo di 3’15’’ dai primi inseguitori, il tutto nonostante il vento contrario nel falsopiano autostradale (deviazione obbligatoria a causa di una frana) che porta a Bardonecchia. Froome comincia a frullare sull’ultima ascesa dello Jafferau (punte di 14% di pendenza), Dumoulin resiste nonostante un passaggio a vuoto dovuto anche allo scatto di Pinot. Il keniano bianco mantiene costante il vantaggio sino al traguardo, strappando così la maglia rosa a Yates e compiendo una delle imprese più leggendarie nella storia del ciclismo. Roba da Coppi, Merckx e Pantani, giusto per fare tre nomi. Sabato va in scena un altro tappone alpino, da Susa a Cervinia di 214 km, preludio al gran finale di domenica a Roma, dove si concluderà un Giro da inserire tra i più belli ed emozionanti di sempre.