FRANCAVILLA D’ETE – Non c’erano schiacciate né punti in palio, ma la “partita” giocata dalla Yuasa Battery nella sua prima uscita stagionale è una di quelle destinate a lasciare il segno. Una delegazione della squadra, composta da Giulio Magalini, Marco Cubito, Marco Pellacani, Michele Fedrizzi e dal responsabile comunicazione Fabio Paci, ha fatto visita agli ospiti della Fondazione Opere Pie “Didari”, nel cuore di Francavilla d’Ete. Il risultato? Emozioni a valanga, sorrisi sinceri e un senso di appartenenza che va ben oltre il parquet.
Ad accoglierli con calore autentico, il presidente del Cda della Fondazione Gianluca Giandomenico, il direttore dei servizi Giuseppe Barbabella, le animatrici Letizia Mandolesi e Virginia Fiori e soprattutto loro: gli ospiti della struttura. Insieme hanno costruito una mattinata speciale, fatta di strette di foto, racconti condivisi e uno scambio profondo di umanità.
Tra le mura dell’Opera Pia, dove ogni giorno si coltivano cura e accoglienza, i giocatori si sono trovati a essere non solo sportivi, ma anche ascoltatori, amici, esempi. Gli ospiti della Didari, emozionati e curiosi per questa visita inusuale, hanno accolto gli atleti con tanti applausi, un coloratissimo cartellone di benvenuto e hanno donato loro dei portachiavi realizzati a mano: piccoli oggetti, carichi però di un valore immenso.
“Questi momenti – ha commentato Gianluca Giandomenico – ricordano a tutti che lo sport è un veicolo straordinario di valori. Un pallone può unire mondi diversi, abbattere barriere, creare relazioni. Grazie di cuore alla società Yuasa Battery Grottazzolina per questa stupenda mattinata. In un tempo in cui si parla tanto, e spesso a sproposito di modelli positivi, la Yuasa Battery ha dimostrato che il legame con il territorio e con le fragilità che lo abitano può essere un gesto concreto, non solo uno slogan”.
Un segnale forte, in vista della nuova stagione di Superlega: prima ancora dei risultati sportivi, a parlare è l’identità della squadra.
“Da oggi – ribadiscono i giocatori – abbiamo nuovi tifosi speciali al nostro fianco. E da loro portiamo via un augurio prezioso per il nostro cammino. Grazie alla Fondazione Didari per averci aperto le porte… e il cuore”.
Perché in fondo, la vera Superlega si gioca anche qui: dove le mani si stringono, gli occhi si incontrano e lo sport torna a essere quello che dovrebbe sempre essere: vita, comunità, emozione.