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Sinner e il caso Clostebol: la Wada ha ancora tempo, ma il ricorso al Tas è improbabile

I termini per un appello al Tas non sono ancora scaduti ma per l’agenzia antidoping la sentenza sarebbe solida e convincente: nessuna colpa né negligenza del numero uno mondiale. Attesa la conferma da parte dell’agenzia mondiale antidoping

Non si può ancora mettere la parola fine ma arrivano segnali positivi rispetto alla conclusione della vicenda doping che ha coinvolto Sinner. La Wada (agenzia internazionale antidoping) ha ancora tempo per un eventuale ricorso al Tas di Losanna contro la sentenza dell’Itia, tribunale indipendente che ha sanzionato Sinner con la perdita di premi e punti relativi al torneo di Indian Wells a causa dell’assunzione involontaria dell’ormai famoso Clostebol. All’agenzia internazionale infatti le norme antidoping concedono ulteriori 21 giorni dopo quelli – scaduti ieri (lunedì 9 settembre) – concessi alle altre parti per un eventuale ricorso, e quindi i termini, solo per la Wada, sono ancora aperti.  Nonostante questo però, a quanto filtra l’agenzia mondiale avrebbe considerato congrua e ben motivata la decisione dell’Itia che ha escluso colpa e negligenza di Sinner nella vicenda Clostebol.

La ricostruzione della vicenda

Lo scorso aprile, durante il torneo di Indian Wells, Jannik Sinner viene sottoposto a un test antidoping, che rileva una positività al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato (presente però in quantità inferiori a un miliardesimo di grammo nelle sue urine). Viene sospeso in via provvisoria, ma fa immediato appello d’urgenza (come suo diritto) rivolgendosi a un tribunale indipendente (Itia) e ottiene la revoca immediata della sospensione che gli permette di finire quel torneo (viene eliminato in semifinale da Alcaraz) e di giocare nei mesi successivi a Miami, Monte-Carlo, Roland Garros, Wimbledon e Cincinnati. Un’udienza che si è tenuta presso Sport Resolutions il giorno di Ferragosto ha chiuso il “caso”, con il tribunale indipendente che ha stabilito che si sia trattato di un caso di ‘contaminazione’ e che da parte di Sinner non ci sia stata colpa o negligenza

Come è avvenuta la contaminazione

Un documento di 33 pagine dell’Itia ha spiegato la sentenza e tutat la vicenda: il 13 febbraio Umberto Ferrara (preparatore atletico di Jannik fino a quest’estate), ha acquistato presso una farmacia di Bologna il “Trofodermin“, spray per curare le ferite acquistabile senza ricetta che contiene, tra le varie sostanze, anche il clostebol. Lo spray è stato portato a Indian Wells, dove Giacomo Naldi (fisioterapista, anche lui ha interrotto la collaborazione con Sinner lo scorso mese) l’ha usato per curarsi una ferita alla mano (senza sapere che contenesse clostebol), che si era procurato con un tronchesino per i calli usato trattando un piede di Sinner. 

Giacomo Naldi in tribuna a Indian Wells con un dito fasciato

Naldi nel corso del torneo ha effettuato diversi massaggi a Sinner, alcuni durati anche più di un’ora e tutti a mani nude, senza guanti. La contaminazione sarebbe avvenuta perché Sinner, a sua volta, presentava delle ferite aperte (soprattutto sui piedi). Il tribunale indipendente ha ritenuto credibili, plausibili e veritiere le spiegazioni fornite da Sinner. Ma decisivo è stato anche il parere degli esperti (il professor Jean-François Naud, il dottor Xavier de la Torre, e il professor David Cowan) della commissione medica interpellati dal tribunale indipendente. 

Punti e premi persi a Indian Wells

Per responsabilità oggettiva Sinner ha dovuto rinunciare al montepremi guadagnato a Indian Wells e ai punti conquistati in quel torneo (400 in totale). 


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