Sette partite per tre centimetri di strappo alla coscia sinistra in precario equilibrio tra il sogno di un altro Major da portare a casa e una condizione fisica “di cristallo”. Anche così Novak Djokovic ha vinto il suo 22esimo Slam, il decimo agli Australian Open, il titolo che gli ha permesso di eguagliare Nadal per numero di Major in carriera. A raccontarlo, il direttore del torneo, Craig Tiley, che, in un’intervista con il network australiano SEN, ha raccontato di aver visto le lastre.
“Djokovic ha vinto nonostante gli sia successo di tutto”
“C’è sempre qualcuno che cerca di mettere in cattiva luce la sua reputazione, ma la verità è che nessuno può insinuare dubbi sulla sua professionalità e atleticità”, ha detto Tiley, che ha poi aggiunto: “A Djokovic è successo di tutto e, nonostante questo, ha vinto gli Australian Open 10 volte, impresa che non penso sarà mai ripetuta. Tutto questo, nell’arco di 15 anni.”
Djokovic, da ostracizzato a signore soffrendo nell’anima
Il capolavoro di Nole aggiunge epica all’epica e profuma ancora di più di redenzione per il serbo, un anno dopo essere stato espulso dall’Australia per non essersi vaccinato contro il coronavirus. Da ostracizzato nel 2022 a signore nel 2023, soffrendo nell’anima, ma soprattutto nel corpo. Simbolo emblematico di questo dolore, la fasciatura indossata dal serbo durante tutto il torneo, dal debutto contro Carballes Baena alla semifinale contro Tommy Paul, passando per il momento più difficile, il terzo turno contro Grigor Dimitrov, la partita durante la quale Nole è sembrato più che mai stravolto fisicamente. Poi, in finale, contro Stefanos Tsitsipas, la scelta: niente più garze, non perchè guarito, ma come dimostrazione di resilienza e di inumana sopportazione fisica, per togliere al greco anche le ultime certezze costruite a fatica prima di scendere sulla Rod Laver Arena.
Infortunato ma di nuovo numero uno al mondo
Adesso Djokovic, nel frattempo di nuovo in vetta al ranking ATP, avrà tre settimane di tempo per recuperare dall’infortunio, prima di tornare in campo a Dubai. Ma con tre Slam ancora tutti da vivere nel 2023, l’impressione è che Nole voglia davvero laurearsi come “il più forte di sempre”, riprovando a completare il Calendar Grand Slam e imparando dai dubbi che gli hanno rovinato l’estate nel 2021. Per riuscirci, serviranno cinismo, fame e volontà di andare oltre i numeri di una carta di identità che dirà 36 anni a maggio. Gli Australian Open, però, hanno dimostrato che sognare si può. Anche e soprattutto se ti chiami Novak Djokovic e se hai vinto tutto quello che si può vincere nel tennis.