Siamo la coppia più bella del mondo, e ci dispiace per gli altri. Questa è la musica in voga alla Ferrari. Sarà pur vero che il tema del prolungamento dei contratti di Leclerc e Sainz oltre la scadenza del 2024 non sia nell’elenco delle urgenze, come Fred Vasseur s’impegna a ribadire, ma per gli appassionati rimane di grande interesse. A Maranello tutti gli sforzi sono oggi concentrati sulla ricostruzione di una competitività e di una stabilità saltate alla fine del 2022, in concomitanza con l’esonero di Binotto: un passo traumatico a lungo cercato, e infine ovviamente realizzato, dal presidente John Elkann. Se la stabilità è un valore imprescindibile per puntare al Mondiale, Vasseur deve riformare il puzzle: la nuova linea di comando senza Laurent Mekies e con Diego Ioverno, la piramide tecnica con Enrico Cardile presto direttore tecnico e Loic Serra che riferirà a lui (in arrivo da Mercedes, sarà in servizio attivo solo tra un anno), gli equilibri all’interno della squadra, tutto è in fase di ristrutturazione. Esiste però un’area su cui Vasseur non ha bisogno di mettere mano, e questa è rappresentata dai piloti. Cerchiamo di spiegare perché.
Leclerc, innamorato della Ferrari
Charles è perdutamente innamorato della Ferrari, diciamo come a suo tempo Gilles Villeneuve o Jean Alesi. Non se ne andrà se non sarà la stessa Ferrari a spaventarlo facendosi trovare impreparata, perdendo malamente colpi con la macchina o con l’organizzazione senza riuscire a uscirne fuori, già nella seconda metà di Mondiale appena cominciata. Charles a quel punto fuggirebbe (dove? bel problema) come, s’immagina, farebbero diversi