Il tennis espresso nei giorni scorsi lasciava pochi dubbi: Oleksandr Ovcharenko e Gianmarco Ferrari sono i due migliori giocatori del Trofeo AZIMUT 2022. L’ucraino (che si allena a Bari) ha sfiancato l’ottimo Picchione, mentre il toscano ha spadroneggiato: giunge in finale senza perdere un set e con soli 16 game al passivo.
L’epilogo migliore possibile. Si può sintetizzare così l’esito delle semifinali al Trofeo AZIMUT di Bergamo (15.000$, terra battuta), ed è suggestivo che a giocarsi il titolo sia un giocatore ucraino, quell’Oleksandr Ovcharenko che si è fatto notare sin dal primo turno con il suo tennis dirompente, che non ha nulla a che vedere con il suo attuale ranking ATP (n.601). Nella prima semifinale, giocata alle 11 del mattino, il 20enne di Kiev si è imposto 6-4 6-3 sull’aquilano Andrea Picchione, grande sorpresa del torneo. Il match è stato duro e combattuto fino al 3-3 del primo set, al punto che ci sono voluti quasi 50 game per completare sei giochi. A quel punto, l’ucraino ha dato una svolta e ha mostrato una superiorità abbastanza netta. Il primo break è arrivato al decimo game, poi – come fanno i campioni – Ovcharenko ha preso margine in avvio di secondo e lo ha conservato fino alla fine, sia pure con qualche difficoltà: ha avuto bisogno di cinque matchpoint per chiudere, e nell’ultimo game ha cancellato due palle break che avrebbero potuto rimettere in partita l’azzurro. C’è grande curiosità attorno a Ovcharenko, anche perché è ormai italiano d’adozione: da tre anni si allena in Puglia, presso l’Accademia Tennis Bari sotto la guida di coach Vincenzo Carlone. Fu lui ad avvicinarsi alla realtà pugliese, incuriosito dall’ottimo lavoro di uno staff che ha prodotto diversi giocatori di livello. “Possiede grande dedizione, non si stanca mai di lavorare – dice chi lo conosce bene – è sempre sul pezzo, inoltre gioca bene su tutte le superfici. Ha una struttura fisica solida, adatta al tennis di oggi: essendo alto 185 combina forza fisica e rapidità negli spostamenti”. Per lui sarà la seconda finale ITF in carriera dopo quella persa un mese fa a Prijedor, in Bosnia. Con i punti ottenuti a Bergamo è già certo di migliorare il best ranking, ma è solo una tappa di passaggio.
INARRESTABILE FERRARI
Molto dipenderà dalla sua qualità mentale: ha un carattere un po’ ondivago che a volte lo porta a deprimersi, mentre in altre occasioni si esalta. Deve trovare il giusto equilibrio: qualora ci riuscisse, possiede la capacità tecnica e fisica per ambire al Sacro Graal di ogni tennista, ovvero un posto tra i top-100 ATP. Per conquistare il suo primo titolo professionistico dovrà battere Gianmarco Ferrari, bravo a dominare l’argentino Mariano Kestelboim nella seconda semifinale. Un 6-2 6-2 senza storia, in cui l’allievo di Diego Nargiso ha un po’ raccolto i cocci dell’argentino, che la sera prima aveva giocato un match durissimo contro Andrea Basso: il genovese che era arrivato a pochi punti dal successo. Tuttavia, la superiorità di Ferrari è parsa evidente anche al netto della stanchezza dell’avversario. E così coach Diego Nargiso ha la possibilità di festeggiare per il secondo anno di fila, visto che lo scorso anno fu Federico Arnaboldi a vincere il Trofeo AZIMUT. Toscano di Prato, Ferrari è mancino e potente e si è già fatto notare nel 2022, sia con la finale ad Antalya (la seconda in carriera) che con le ottime performance al Foro Italico: grazie alle pre-qualificazioni si è preso un posto nelle qualificazioni vere e proprie, in cui ha strappato un set al top-60 Marcos Giron. Un dato che rende l’idea delle potenzialità di Gianmarco, il cui tennis ricorda vagamente quello di Fernando Verdasco. Attualmente numero 537 ATP, è giunto in finale cedendo appena 16 game, con una media di due per set. “Ferrari era piaciuto sin dai primi turni, e anche oggi si è notato che avesse una marcia in più” ha detto Silvana Carrara, storica direttrice del torneo, decisamente soddisfatta della qualità del gioco e della riuscita organizzativa. In finale, il toscano proverà a diventare il quinto italiano a vincere il torneo nelle sei edizioni che, dal 2015, hanno riportato il tennis professionistico al Tennis Club Città dei Mille grazie all’impegno e l’energia del consiglio direttivo, guidato dal presidente Marco Fermi. Ad oggi, l’unico straniero a vincere il torneo è stato l’argentino Andrea Collarini nel 2018. Ma con la presenza di un ragazzo ucraino in finale, sarà comunque un successo.