Prima la pandemia, poi la guerra in Russia, anche per il settore automobilistico questi anni appena passati sono stati davvero pesanti. Per questo dai vertici di Nissan è arrivata la dura decisione di vendere il sito produttivo e di ricerca e sviluppo a San Pietroburgo, nonché le attività Vendite e Marketing a Mosca, i quali andranno sotto l’entità statale NAMI, l’istituto di ricerca e sviluppo dell’automobile, che le strutture ex Nissan continueranno a operare per futuri progetti.
La decisione arriva a seguito di un contraccolpo quantificato in 100 miliardi di yen, oltre 707 milioni di euro. Ai dipendenti finora Nissan sarà garantita una tutela del lavoro per i prossimi 12 mesi.
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Futuro incerto
Si tratta di una cessione completa delle attività sulla quale resta una clausola di riacquisto, un’opzione che il marchio nipponico potrà esercitare entro 6 anni per rientrare in possesso delle strutture.
La finalizzazione della vendita è attesa nelle prossime settimane, un provvedimento approvato martedì dal Comitato esecutivo Nissan riunito a Yokohama.
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