Un momento di pausa per il Traforo del Monte Bianco, tunnel autostradale che collega Courmayeur a Chamonix. Pare che le società di gestione del tunnel, quella francese e quella italiana, abbiano deciso di predisporre dei periodi di chiusura di 3 mesi l’anno per i prossimi 18 anni. Una scelta non facile, ma necessaria e che, come accade di solito, ha scatenato anche una serie di discussioni.
Il Traforo è una delle principali vie di comunicazione nel nostro Paese, la cui importanza è sia a livello commerciale che turistico, seppur sia posizionato in un segmento molto a Nord dello stivale. Ma perché, quindi, questa chiusura? Sembrerebbero essere state ritrovate delle tracce di amianto nel cantiere di risanamento dell’impalcato stradale ad aprile 2021.
Il problema dell’amianto
La presenza di amianto può di certo destare preoccupazione essendo conosciuta la sua nocività. Eppure la quantità presente nel Traforo non sembra essere enorme da essere pericolosa per la salute dell’uomo, ma in ogni caso deve essere rimossa, specie anche per la questione ambientale. È inevitabile che la sua chiusura coinvolgerà il sistema logistico italiano, iniziando da quello su gomma e finendo con quello ferroviario.
Carlo Bonomi, presidente nazionale di Confindustria, nel mentre dell’assemblea Confindustria Genova, si è espresso in merito: “Ci sono chiusure programmate di tre mesi all’anno per i prossimi 18 anni. Ne avrei parlato volentieri con il viceministro Rixi se fosse rimasto. Se il piano è confermato sarà un colpo durissimo per tutto il Nord Ovest. Credo sia necessario a questo punto mettere subito in cantiere la seconda canna del tunnel. Ma si oppone la Francia e allora ci viene qualche dubbio sul futuro. Non dobbiamo essere distratti sulla logistica, serve concentrazione“. Si potrebbe pensare, per cercare di non fare essere questa chiusura troppo impattante, di realizzare un secondo tunnel parallelo, in modo tale da poter sostituire momentaneamente il Traforo.
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