È morto a 86 anni Arnaldo Pambianco, detto ‘Gabanin’, ciclista romagnolo che nel 1961 vinse il Giro d’Italia. Nato a Bertinoro (Forlì-Cesena), da dilettante fu settimo alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956, campione italiano e secondo ai Mondiali nel 1957. Nei suoi primi anni da professionista fu gregario di Ercole Baldini e Gastone Nencini, piazzandosi settimo al Giro e al Tour.
L’impresa al Giro del centenario dell’Unità
Nel 1961 ottenne il risultato più importante della sua carriera, al Giro d’Italia del centenario dell’Unità. Riuscì a entrare nella fuga della quattordicesima tappa, al termine della quale conquistò la maglia rosa con 24 secondi di vantaggio sul favorito e fino a quel momento leader della generale Jacques Anquetil. Resistette agli assalti di Anquetil, di Charly Gaul e di Rik Van Looy, riuscì a difendere il primato e lo suggellò con il secondo posto, dietro al solo Gaul, nella penultima tappa con arrivo a Bormio dopo lo Stelvio.
‘Viva Pambianco’
A lui ha dedicato una canzone Secondo Casadei, ‘Viva Pambianco’. Lo ricorda così Davide Cassani, romagnolo pure lui ed ex ct della Nazionale: “Arnaldo è sempre stato uno dei miei idoli. Forse perché lo conoscevo da sempre forse perché ha vinto il Giro d’Italia nell’anno in cui sono nato, sicuramente perché era un romagnolo speciale. Arnaldo Pambianco, nel silenzio e nel buio di questa notte, è salito in cielo. Sono triste perché Arnaldo era davvero una persona straordinaria, un marito che non è riuscito a sopportare e superare il dolore per la perdita della donna della sua vita: Fabiola, sua moglie. Sono triste perché ‘Gabanin’ era davvero un grande uomo, un campione vero, un romagnolo unico”. “E’ ancora troppo presto per dire qualcosa di più… tutta Bertinoro parla di te”, scrive la sindaca di Bertinoro, Gessica Allegni. “Ciao grande e dolce Gabanìn. Ciao Arnaldo”.