Ha urlato che adesso è tutta vacanza, è vero, ma in campo è andata con lo smalto nero. L’anima fa così. Proprio Roberta, signora del gesto bianco spostato avanti nel tempo. Ha pianto, inevitabilmente. Gocce di eleganza di un tennis che scivola via. Se esiste un modo di giocare bene, è il suo. Una maestra, alla quale Roma ha dato una mano a dire “basta”, decisione presa da tempo. Quel tempo diventato improvvisamente pieno di cose lontane dalla racchetta. A batterla è stata una ragazza russa che si chiama Krunic, che alla fine si è pure scusata, con la gente e con Robi.
Al tennis manca lo slice più dolce, così nel pomeriggio del Foro Italico succede che piove col sole. Questa, d’altra parte, è una storia di rovesci e fenomeni naturali. E dentro c’è una bella fetta di New York, a settembre. Il punto più alto. Il ritiro di Roberta profuma di legno ma brilla di una luce moderna. Come quei tempi verbali nei quali l’azione comincia nel passato per terminare nel presente. Studiare e mandare a memoria, per provare a mettere sempre la palla dove vuoi, con la mano, come lei. Grazie di tutto questo tennis, Roberta. L’anima è libera, adesso, e puoi verniciare le unghie con i colori dell’estate. Buona vacanza.