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    Hantuchova controcorrente sulle critiche ai prize money WTA: “Lo trovo un po’ come essere viziati, non vanno in miniera”

    Daniela Hantuchova, oggi commentatrice

    Daniela Hantuchova va controcorrente e critica senza mezzi termini le sue ex colleghe per le ripetute lamentele sul cosiddetto “gender gap”, ossia il divario nei Prize money tra uomini e donne sul tour WTA. Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante per ridurre la differenza retributiva nel tennis, una disparità che esiste non solo nello sport ma nella società in generale. Mentre gli Slam da anni hanno identico Prize money per uomini e donne, sul tour non funziona così. Per fare due esempi concreti, Daniil Medvedev ha guadagnato 1.105.265 euro con il successo di quest’anno a Roma mentre Elena Rybakina ha ricevuto un assegno di 521.754 euro. Jannik Sinner ha vinto il Canadian Open e si è portato a casa $1.019.335 mentre Jessica Pegula ha guadagnato $454.500 col in titolo femminile in Canada.
    Nel corso di un intervento al podcast Livesport Daily, la ex top10 slovacca, oggi commentatrice, ha affermato: “Le critiche sono esagerate, lo trovo un po’ come essere viziati. Nel circuito femminile il montepremi è quello che è, le ragazze sicuramente non si alzano alle quattro del mattino per infilare in miniera a lavorare. È dura anche per loro, ma ai miei tempi non criticavamo così ripetutamente perché sapevamo che gli assegni che avremmo ricevuto erano dovuti al torneo e anche per loro tenere in piedi la baracca non è semplice“.
    Hantuchova, che ha vinto in carriera sette titoli WTA in singolo e si è ritirata nel 2017 all’età di 34 anni, concorda invece sul fatto che il tennis debba assolutamente cambiare il calendario, quello sì è un grosso problema di vita e salute per le ragazze. “Per quanto riguarda i viaggi e le mete in cui si svolgono i tornei WTA, invece, sono totalmente d’accordo con le giocatrici. Da questo punto di vista il tennis è lo sport più impegnativo che esista. È stato uno dei motivi principali per cui ho lasciato. Il mio corpo non riusciva più a tollerare le continue differenze di orario, ero tutta sballata nel sonno e ritmi vitali, non era salutare. Facevo tremendamente fatica ad adattarmi ai continui spostamenti. Mi sono detta che non valeva la pena continuare così. Era esagerato. È necessario che il calendario di gioco segua una logica e che le tenniste non debbano subire continui spostamenti così logoranti”.
    Questo il punto di vista di Daniela sulle partite notturne, altro nodo assai discusso per le sessioni serali di gioco richieste da tv e spettatori: “Posso capire il punto di vista un grande torneo, le necessità degli organizzatori. Per loro è importante avere il maggior numero di fan sugli spalti e per le tv con ascolti maggiori. A Madrid, per esempio, nessuno viene a vedere il tennis prima delle 20.30 di sera e prima di un po’ di tapas con il loro ottimo jamón…”.
    Una dichiarazione che di sicuro non passerà inosservata. Si parla molto dei problemi economici della WTA, della possibile fusione con l’ATP ed altri temi legati ai guadagni delle ragazze. Di sicuro il parere di Hantuchova è fuori dal coro e provocherà più di una reazione da parte delle giocatrici in attività. LEGGI TUTTO

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    Prize money super alle WTA Finals: 3 milioni di dollari alla vincitrice se imbattuta nel torneo

    Iga Świątek, una delle stelle presenti a Cancun

    WTA tour in crisi finanziaria? Non si direbbe visto il prize money disponibile per le migliori tenniste della stagione, in gara a Cancun alle Finals del tour femminile. La WTA ha finalmente confermato i premi per le giocatrici in gara nella kermesse di fine anno, e nel caso in cui la vincitrice arrivi ad alzare il trofeo con un percorso netto, senza sconfitte, riceverà uno degli assegni più ricchi della storia del tennis femminile.
    L’anno scorso 1.680.000 dollari erano in palio per una campionessa imbattuta nel tabellone di singolare delle WTA Finals,  quest’anno il premio è stato ritoccato addirittura dell’80%, con 3.024.000 dollari. Una coppia di doppio può vincere fino a 657.000 dollari, quasi il doppio rispetto ai 340.000 del 2022.
    Queste cifre, davvero importanti, sono ancora al di sotto rispetto alle ultime Finals “pre-Covid-19”: nel 2019 una tennista imbattuta nelle Finals di Shenzhen avrebbe portato a casa la cifra astronomica di 4,7 milioni di dollari.
    Il montepremi totale per l’evento di quest’anno in Messico è di 9 milioni di dollari, un bel salto rispetto ai 5.000.000 dell’anno scorso, sebbene al di sotto dei 14.000.000 di dollari del 2019.
    Tutte le giocatrici in singolare in gara a Cancun riceveranno una quota di partecipazione di 198.000 dollari, mentre ogni vittoria nella fase a gironi farà guadagnare loro ulteriori $ 198.000. La quota di partecipazione per una coppia di doppio è di 90.000 dollari, più 36.000 per ogni vittoria nel girone, mentre le vincitrici riceveranno un assegno di $ 306.000.

    It all comes down to this 🏆
    The field is set for the final showdown in Cancun 🔒#WTAFinals pic.twitter.com/lWCPYpGnMm
    — wta (@WTA) October 23, 2023

    Il prize money del singolare alle WTA Finals 2023 è così distribuito:
    Partecipazione – $198,000Vittoria di ogni match nel round-robin – $198,000Bonus per l’accesso alle semifinali – $54,000Vittoria in semifinale – $756,000Vittoria in finale – $1,476,000
    Questa la situazione punti assegnati alle WTA Finals 2023:
    Punti per ogni match giocato – 125Punti per ogni vittoria nel round-robin – 125Punti per una vittoria in semifinale – 330Punti per la vittoria in finale – 420 LEGGI TUTTO

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    Prize Money record al prossimo US Open

    Il poster ufficiale di US Open 2023

    Sempre più grande, sempre più ricco. Questo sembra lo slogan ideale per presentare l’edizione 2023 degli US Open, al via il prossimo 28 agosto. Nell’importante anniversario del 50esimo dell’uguaglianza dei premi tra maschi e femmine, il torneo si presenta con diverse novità, nuovi spazi per giocatori e pubblico, ma soprattutto un incremento record del Prize money. La US Tennis Association ha dichiarato lo Slam di New York metterà in palio complessivamente ben 65 milioni di dollari, con un sostanzioso +5 milioni rispetto alla passata edizione, restando il torneo più ricco della stagione.
    I vincitori dei tornei di singolare riceveranno un assegno di 3 milioni di dollari. Siamo lontani dai 3,9 milioni ricevuti da Nadal e Andreescu, campioni nel 2019 (il picco toccato dal torneo nella sua storia), ma anche un bell’aumento rispetto allo scorso anno, e l’incremento è ancora superiore per i tennisti in gara complessivamente, da chi è sconfitto all’esordio dei main draw e via a salire.

    “L’USTA è incredibilmente orgogliosa di celebrare il 50° anniversario dell’assegnazione dello stesso Prize money per uomini e donne agli US Open di quest’anno e di onorare gli sforzi di Billie Jean King per rendere tutto ciò una realtà”, afferma Brian Hainline, “Non si tratta solo di denaro, si tratta di un messaggio”, dichiara Billie Jean King. “Ogni generazione deve lottare per l’uguaglianza e la libertà”.
    I giocatori che usciranno al primo turno di singolare riceveranno 81.500 $, contro gli 80.000 $ nel 2022. È un incremento molto importante comparato all’edizione pre-Covid, quella ricchissima del 2019 per i vincitori: infatti gli eliminati all’esordio incassavano “solo” 58.000 $. Il premio per i campioni di doppio aumenterà a 700.000 $ da8i $ 688.000 della scorsa edizione.
    Per la prima volta, i giocatori riceveranno buoni viaggio da 1.000 dollari; tutti avranno a disposizione una seconda stanza gratuita in un hotel ufficiale del torneo invece di una sola stanza, o se lo desiderano, una somma di 600 dollari al giorno (raddoppiati dai 300 dell’anno scorso) da utilizzare per un alloggio alternativo; le indennità per i pasti saranno aumentate; e l’incordatura della racchetta sarà offerta a tutti i giocatori, altra novità.
    Lo US Open resta il torneo dello Slam con il montepremi più alto: Wimbledon, French Open e Australian Open hanno segnato quest’anno rispettivamente di 56,5 milioni di dollari, 54 milioni e 53 milioni, quindi un differenza piuttosto marcata.
    Questa ripartizione completa degli assegni ai giocatori inseriti nel main draw di singolare agli US Open 2023:
    Campione: $ 3.000.000Finalista: $ 1.500.000Semifinalisti: $ 775.000Quarti di finale: $ 455.000Ottavi di finale: $ 284.000Sedicesimi di finale: $ 191.000Round di 64: $ 123.000Round di 128: $ 81.500 LEGGI TUTTO

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    Millman: “Il tour femminile deve incolpare solo se stesso per la disparità salariale. Solo con un’unica gestione accadrà”

    John Millman

    Secondo il veterano australiano John Millman la disparità di prize money tra uomini e donne non ha ragione di esistere, ma il WTA tour deve solo rimpiangere se stesso per mancanza di strategia e qualità dirigenziali. L’ha scritto in un editoriale pubblicato sul sito news.com.au, parole secche di sicuro faranno riflettere. Riportiamo il suo pensiero.
    “Cerchiamo di essere chiari. La parità di montepremi tra uomini e donne nel tennis può essere risolta. Ma non accadrà. I principi e l’uguaglianza del tennis sono stati gettati al vento grazie a un processo decisionale inadeguato da parte della WTA. È una questione controversa quella dei prize money. Il tennis è all’avanguardia in quanto le sue atlete vengono ben pagate. Nel 2022, sette delle prime dieci sportive più pagate sia in sponsorizzazioni che in prize money erano giocatrici di tennis. Ma lo sport dovrebbe essere soddisfatto solo confrontandosi con altre atlete o dovrebbero essere confrontandosi con le loro controparti maschili?L’ultima vittoria della WTA è avvenuta nel 2007, quando si sono assicurati la parità di retribuzione in ogni torneo del Grand Slam, tuttavia da allora non sono riusciti a fare nessun passo in avanti. Sfortunatamente per le donne, i tornei del Grande Slam occupano ogni anno solo otto settimane del calendario. Al di fuori degli Slam, i montepremi del tour maschile e femminile non sono uguali e il divario retributivo si sta allargando.
    Com’è possibile? È un aspetto scioccante e questo non dovrebbe stare bene a chi fruisce del gioco. Questo fino a quando non ti immergi un po’ più a fondo e inizi a capire come viene gestito il business del tennis professionistico. Il tour proopera con due società separate, WTA e ATP, che si prendono cura degli interessi dei loro giocatori. I loro modelli e strategie sono indipendenti l’uno dall’altro e le loro entrate sono piuttosto diverse. Le lamentele di giocatrici di spicco come Iga Swiatek e Viktoria Azarenka si fanno sempre più forti chiedendo prize money pari a quelli degli uomini per l’intero anno. Nel 2021, l’ATP ha registrato un fatturato annuo di 176,8 milioni di dollari contro gli 87,8 milioni di dollari della WTA. Mentre l’ATP inanellava successi, attraverso sponsorizzazioni, licenze e le loro Finals del World Tour, la WTA ha commesso un errore dopo l’altro, subendo dei veri autogol.
    Con la mancanza di una strategia a lungo termine e le entrate stagnanti, la WTA ha cercato una soluzione rapida vendendo quasi un quarto del programma del suo tour in Cina. Anche nei momenti migliori è difficile portare spettatori in Cina ed è brutto giocare in stadi vuoti, ma è stato quando il Covid ha colpito e il paese ha chiuso i suoi confini abbiamo visto le conseguenze dell’essere troppo indebitato un solo posto in un “tour globale”. La mancanza di strategia della WTA è emersa ancora una volta con la loro posizione di principio sulla scomparsa della giocatrice cinese Peng Shuai. I principi non sono durati molto a lungo e sono stati presto messi da parte quando la WTA ha revocato il divieto ai tornei cinesi nonostante la situazione di Shuai fosse stata tutt’altro che chiarita.
    L’organo di governo dell’ATP supera continuamente la sua controparte WTA. Laddove l’ATP conclude le finali del World Tour negli stadi affollati di città amanti del tennis come Londra e Milano (in realtà è Torino, qua c’è un errore di Millman, ndr), la WTA tenta di costruire il proprio futuro negli stadi vuoti di Shenzhen e Fort Worth. Le donne hanno avuto la stessa retribuzione nei Grande Slam per 25 anni ed è ora che ricevano la stessa retribuzione su tutta la linea. La WTA ha avuto tempo più che sufficiente per raggiungere questo obiettivo. Le nostre tenniste sono tra le migliori atlete del mondo e meritano di essere pagate allo stesso modo, ma sfortunatamente sono rappresentate da un governo poco performante. Il tennis può essere l’invidia di tutti gli sport quando finalmente raggiungerà la vera parità, ma ritengo che affinché ciò accada deve essere gestita sotto un unico ombrello e basato sull’ATP. Fino ad allora la parità salariale è un sogno irrealizzabile e non accadrà”.
    La posizione di Millman è netta e interessante. Gaudenzi ha parlato più volte di sinergie con la WTA, ma al momento di unificare totalmente la gestione dei due tour pro non si parla, anche per i tanti contratti distinti in essere. La richiesta da parte del pubblico inoltre, non sembra uguale tra match maschili e femminili, come spesso vediamo nei tornei Combined, dove spesso gli spalti restano vuoti per molti match “rosa”, per poi riempiersi quando scendono i campo match maschili. È una situazione complessa, di non facile soluzione. LEGGI TUTTO

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    Roland Garros aumenta il montepremi del 12,3%

    Roland Garros

    Sarà il Roland Garros più ricco di sempre quello che scatterà tra a fine maggio sui campi del Bois de Boulogne di Parigi. La direzione del torneo ha comunicato i prize money dello Slam “rosso”, che rispetto all’edizione 2022 sono stati aumentati del 12,3%, con un totale di 49,6 milioni di euro complessivi.L’aumento sarà complessivamente del 9,1% per i tabelloni di singolare, con una crescita maggiore per i tennisti sconfitti ai primi due turni (13% e 11%), mentre l’aumento per i tabelloni del doppio è del 4%.I vincitori dei due tornei di singolare, maschile e femminile, riceveranno un assegno di 2,3 milioni di euro.
    Questa la lista del prize money completa in singolare:Vincitore del singolare: 2,3 milioni di euroFinalista: 1,15 milioni di euroSemifinalisti: 630.000 euroQuarti di finale: 400.000 euroOttavi di finale: 240.000 euroTerzo turno: 142.000 euroSecondo turno: 97.000 euroPrimo turno: 69.000 euro
    I vincitori del torneo di doppio (stesso premio per uomini e donne) porteranno a casa ben 590mila euro, i finalisti 295mila. Niente male! LEGGI TUTTO

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    Archeo Tennis: 16 marzo 2007, Roland Garros annuncia l’uguglianza nei Prize Money, seguendo gli altri Slam

    Justine Henin, campionessa a Parigi 2007

    Ultimamente il tema del “Gender Gap”, ossia la differenza di trattamento tra tennis maschile e femminile, è tornato di grande attualità. Forti le parole della n.1 del mondo Iga Swiatek e di molte altre colleghe pronunciate di recente. Inoltre proprio il prossimo agosto verrà festeggiato a New York il cinquantesimo dalla prima edizione di US Open con lo stesso Prize money tra tabellone maschile e femminile, tanto che la ricorrenza è stata scelta anche come artwork del prossimo torneo.
    Per questo nella rubrica che ripercorre alcune giornate importanti nella storia del nostro sport, è giusto ricordare quel che accadde 16 anni fa a Parigi. Christian Bimes, allora Presidente della Federazione francese tennis, proprio il 16 marzo annunciò che anche a Roland Garros i Prize money di uomini e donne sarebbero stati uguagliati. Nel mese di febbraio dello stesso anno, Wimbledon aveva fatto lo stesso annuncio, anticipando di poco la mossa della FFT. L’Open di Francia fu quindi l’ultimo Grande Slam ad arrivare alla parità nella retribuzione per tennisti e tenniste, ben 34 anni dopo l’US Open (1973). L’Australian Open invece optò per l’uguaglianza nel 2001, 28 anni dopo la USTA.
    Quando nel 1968 si passò al tennis Open e professionistico anche negli Slam, l’idea di un’equità retributiva tra uomini e donne non era nemmeno immaginabile. Non era una questione sportiva, praticamente in nessun campo del sociale le donne avevo lo stesso trattamento degli uomini, eccetto rari campi. Nel primo Wimbledon dell’Era Open, Billie Jean King trionfò portandosi a casa solo il 37,5% di quanto incassato dal vincitore del singolare maschile, Rod Laver.
    Il gap tra uomini e donne in Europa e Australia si è ridotto col passare degli anni: nel 1990, Monica Seles a Parigi alzò il trofeo guadagnando il 79% di quanto incassato da Andres Gomez, vincitore su Agassi in finale nel draw maschile. Dopo 10 anni il divario si era notevolmente ridotto, con la campionessa femminile dell’anno 2000 (Mary Pierce) che portò a casa un assegno pari al 95% di quanto aveva incassato il campione maschile (Guga Kuerten). Grandi passi in avanti, ma gli Slam europei erano ancora riluttanti a concedere la parità di retribuzione tra uomini e donne, sostenendo che gli uomini attiravano più spettatori sugli spalti e che le donne non giocassero al meglio dei cinque set. Ma ormai la corsa verso la parità era lanciata da tempo, e la pressione affinché tutti i più grandi tornei si allineassero a New York era crescente.
    Quando fu annunciata la svolta anche da parte di Parigi, così commentò Amelie Mauresmo (allora miglior tennista di Francia): “Era l’ora. È un’ottima cosa per il tennis femminile e per le donne in generale. Ho sempre creduto che lo sport dovesse riflettere la nostra società. Adottando la piena parità nei Prize money, Roland Garros ha fatto un passo avanti verso il futuro. Sono molto felice e molto orgogliosa, come francese, di questa decisione”.
    Ovviamente felice anche Billie Jean King, che tanto si è battuta nella sua vita per la parità di trattamento: “La parità dei Prize money nei quattro tornei del Grande Slam è ormai diventata un non problema e non potrei essere più felice”.
    Justine Henin vinse l’edizione 2007 di Roland Garros, sbaragliando in finale Ana Ivanovic (6-1 6-2) e diventando così la prima campionessa di Parigi a ricevere lo stesso assegno del campione maschile (Rafael Nadal).
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    8 marzo, donne & tennis Pro. Shapovalov: “Non dovrebbe esistere il gender gap”

    Denis Shapovalov

    8 marzo, festa internazionale delle donne. Nel mondo del tennis, come purtroppo in moltissimi altri campi del vivere sociale, è ancora netta la differenza di trattamento tra uomini e donne. Il miglior modo per parlare di come la questione è vissuta nel tennis è quello di lasciare la parola a chi il tennis lo vive ogni giorno. Ancor più interessante il punto di vista di un giovane professionista come Denis Shapovalov, cresciuto e allenato da sua madre. In un lungo articolo pubblicato su The Player Tribune, il mancino canadese ha parlato della questione, andando dritto al punto: perché c’è disparità di trattamento tra uomini e donne? Riportiamo alcuni passaggi del suo pensiero, netto e chiarissimo.

    “Ero ingenuo riguardo al tennis. Quando ho iniziato, pensavo che i professionisti uomini e donne fossero trattati allo stesso modo. Aveva solo senso, sai? Voglio dire, perché dovrebbe essere diverso?” inizia Denis. “Poi ho incontrato la mia ragazza, Mirjam Björklund, e mi ha davvero aperto gli occhi. È anche una tennista professionista, tra le prime 150 al mondo. L’anno scorso si è qualificata per un WTA 250, il quinto livello di torneo più alto del tour dopo Slam, WTA Finals, WTA 1000 e WTA 500. Ho detto a Mirjam: “Oh, fantastico! Riceverai almeno $ 7.000 solo per partecipare al tabellone principale. Mi ha guardato come se fossi completamente nuovo nel tennis. Non lo dimenticherò mai. Era tipo “Denis … penso che sia come mille dollari”. Ero tipo “Di cosa stai parlando? Come è possibile??”Non sono sicuro che tutti si rendano conto di quanto questo sia dannoso per il tennis. L’otto marzo è la Giornata internazionale della donna e voglio parlare del divario di genere. È così ingiusto. Non ha alcun senso. E conta, perché le spese sono folli nel tennis: viaggi tutto l’anno, soggiorni in hotel, paghi il tuo staff tecnico. Le grandi star non devono preoccuparsene, ma molti nel tour stanno lottando solo per raggiungere il pareggio dei costi. Per questi giocatori, il premio in denaro non consiste nell’ottenere una bella somma di denaro extra. Riguarda la sopravvivenza. Sfortunatamente, sembra che se sei una giocatrice, le tue possibilità di sopravvivere come professionista siano molto più basse… perché sei una donna”.
    “Continuo a non capire come si sviluppa il pensiero in merito” continua Shapovalov. “Alcuni dicono che le donne non vendono tanti biglietti, ma quando vado alle partite gli stadi sono pieni. Ho scattato una foto degli spalti mentre Mirjam giocava con Daria Saville al WTA 250 a Washington, D.C., nell’agosto dello scorso anno. Era pieno. Il gioco è stato pazzesco, intenso. La qualità era incredibile. Saville ha vinto il terzo set al tiebreak. Gli uomini stavano giocando un torneo da 500 nello stesso momento. I vincitori maschili del primo round hanno ricevuto $ 14.280. Saville ha ottenuto $ 4.100. È meno di un terzo! E va bene, sono tornei diversi, ma anche se li confronti con gli ATP 250, i numeri non hanno senso. Quel WTA 250 a D.C. aveva giocatori come Jessica Pegula, che era tra le prime 10 al mondo. La vincitrice ha guadagnato $ 33.200. Può sembrare molto, ma immagina quanti anni di duro lavoro ti servono per vincere un torneo del genere. È da pazzi. Quindi confrontalo con il tennis maschile. Ho fatto la finale dell’ATP 250 a Seoul lo scorso settembre. Come finalista, ho ricevuto $ 100.000. Voglio dire, non è nemmeno vicino!”
    “So che il tennis è di gran lunga lo sport più importante al mondo per le donne in termini di modalità di condivisione di questi premi. È cresciuto così tanto negli ultimi 30 anni grazie a Billie Jean King e alla formazione del WTA Players’ Council. Gli Slam stanno andando bene. È anche fantastico che la WTA abbia reso obbligatoria l’ospitalità gratuita e aumentato i premi in denaro ai tornei Challenger. Le cose stanno decisamente andando nella giusta direzione. Ma nel complesso il divario è ancora enorme. Forse sono cinico, ma penso che alcune persone potrebbero pensare all’uguaglianza di genere come mera correttezza politica. In fondo non sentono che le donne meritino tanto, sai? E questo è terribile”.
    “La questione mi prende sul personale, e non solo a causa di Mirjam. Anche mia madre, Tessa, era una tennista. È lei l’unica ragione per cui gioco a tennis oggi. Ha iniziato a insegnarmi il gioco quando avevo cinque anni, in un country club a Richmond Hill, Toronto, dove lavorava come allenatrice. Aveva un occhio incredibile per il tennis. Per farti un esempio, ha detto che tutto l’allenamento che ho fatto è stato per prepararmi per quando avrei compiuto 18 anni. Voleva che potessi giocare contro i migliori professionisti (…) Quando avevo 10 anni, la federazione canadese di tennis mi ha invitato a un programma di allenamento nazionale. Sfortunatamente, mia madre e io sentivamo che gli allenatori non facevano il giusto tipo di lavoro. Non conoscevano il mio gioco. Ogni volta che diceva loro qualcosa sul modo in cui giocavo, la ignoravano semplicemente. Non avrebbero accettato il suo consiglio in alcun modo. Era completamente inutile. Dopo un paio di mesi, i miei risultati stavano ovviamente peggiorando e abbiamo deciso che dovevamo andarcene. Ripensarci ora quella situazione fa davvero schifo. Era un’ex giocatrice della nazionale sovietica. Aveva vinto campionati nazionali. Conosceva il mio gioco meglio di chiunque altro. Allora perché nessuno l’ha ascoltata? Perché non è stata presa sul serio? Era perché era una donna? Ho pensato molto a come è stata trattata. Dal punto di vista del tennis, non ha ancora senso”.
    “Quando mia madre giocava in Unione Sovietica, sentiva di non avere l’opportunità di realizzare il suo potenziale a causa dei soldi. Quindi ha dedicato la sua vita adulta a darmi questa possibilità. Quando ho lasciato il programma canadese, ha affittato un magazzino e ci ha messo due campi. Questa era la mia nuova accademia. Era molto rischioso per lei finanziariamente, ma voleva costruire un posto dove potessi sviluppare il mio gioco. Ha invitato i migliori giocatori che conosceva nella zona e ha iniziato ad allenarci. Tutti i soldi guadagnati dall’accademia sono andati a pagare le mie spese. Quella è mia madre. È così forte, così intelligente, così premurosa. Senza di lei, le mie possibilità di diventare professionista sarebbero state pari a zero”.
    “Sono felice che il tennis abbia fatto tanta strada da quando ero piccolo. Ma non credo che potremo essere felici finché non sarà completamente uguale per tutti. Mi piacerebbe vedere un tour in cui i tornei sono gli stessi per donne e uomini ogni settimana. Di solito le persone guardano il calendario e dicono, Dove giocano le donne? Dove giocano gli uomini? Dovrebbe essere lo stesso”.
    “Per quanto riguarda i Prize money, qualsiasi altra cosa tranne la completa uguaglianza non è solo ingiusta, ma blocca anche la partecipazione. Se le giocatrici non vengono trattate in modo equo, alcune di quelle ai livelli inferiori potrebbero scoprire di non potersi permettere di continuare. Le potenziali star se ne andranno. E poi il tennis femminile diventerà davvero meno “popolare”. Sarà mostrato meno in TV. Avrebbe un effetto domino. E la parte più triste è che arriva fino ai bambini. Mi sono ispirato a Roger, ma se il tennis femminile ottiene meno visibilità, la ragazzina davanti alla TV potrebbe pensare che per lei non ci sarà modo che diventi una realtà. E questo è straziante. Forse la bambina non diventerà professionista, dopotutto, ma non dovrebbe essere perché le donne sono trattate ingiustamente. Diamo a tutti la stessa possibilità. Paghiamo gli stessi Prize money. Smettiamola di parlare di riduzione del gender gap. Se vogliamo che il tennis sia equo, il gender gap non dovrebbe esistere affatto”. LEGGI TUTTO

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    L’Australian Open avrà un montepremi record di 76,5 milioni di dollari

    Ash Barty, campionessa agli AO22

    L’Australian Open 2023 sarà il più ricco di sempre. Il primo torneo dello Slam della nuova stagione infatti avrà un montepremi record di 100 milioni di dollari australiani, ossia 76,5 milioni di dollari statunitensi, con un aumento del 3,4% rispetto alla scorsa edizione. Al vincitore (maschile e femminile, i due draw hanno stessi premi) andranno 2.975.000 dollari, al finalista 1.625.000 e via scalare, fino agli sconfitti al primo turno del main draw, che otterranno comunque un cospicuo assegno di 106.250 dollari. Chi esce al primo turno di “quali” incasserà 26mila dollari, decisamente un “bottino” che vale il viaggio.
    Così Craig Tiley, direttore del torneo di Melbourne: “È fondamentale per il continuo successo dell’estate tennistica australiana fornire opportunità di gioco forti e rilevanti e garantire che i migliori giocatori del mondo siano adeguatamente ricompensati. Vogliamo assicurarci che l’Australia sia il trampolino di lancio per la stagione globale e che ne vediamo il maggior numero possibile. Ci ispirano tutti a impegnarci in questo fantastico sport e ispirano le generazioni future. Per il prossimo Australian Open abbiamo aumentato i premi in denaro per ogni turno, dalle qualificazioni alle finali, con maggiori aumenti nei primi turni, dove questi sostanziosi premi aiutano i giocatori a investire nella propria carriera e, in molti casi, a prepararsi per successo durante tutto l’anno”.
    Annunciate anche diverse novità all’interno del sito di Melbourne Park, dove va in scena il cosiddetto “happy Slam”: da rinnovate aree relax per i giocatori a una nuova “Enhanced Player Performance Spaces”, dove i tennisti e loro staff troveranno attrezzature all’avanguardia per preparare i match e recuperare dopo le fatiche del caldo australiano. Per il pubblico è stata rinnovata l’area ristorazione, come la sezione dedicata all’accoglienza dei neonati e dei genitori. LEGGI TUTTO