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    F1, incredibile Ecclestone: si dichiara colpevole di frode fiscale. La cifra è enorme

    “Indagine complessa e mondiale”

    Il processo nei confronti dell’ex boss della Formula 1, Bernie Ecclestone, era previsto per il prossimo mese, quando avrebbe dovuto rispondere all’accusa a seguito di un’indagine fiscale da parte dell’HM Revenues and Customs, secondo cui l’indagine era stata “complessa e mondiale”. I pubblici ministeri affermano che ha dichiarato alle autorità fiscali “un solo trust”, istituito per conto di sua figlia. Ecclestone avrebbe detto in passato all’HMRC di “non essere il disponente né il beneficiario di alcun trust all’interno o all’esterno del Regno Unito”. LEGGI TUTTO

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    F1, Ecclestone shock: ammette frode fiscale da oltre 450 milioni di euro

    ROMA – Nelle ultime ore è arrivata una notizia che ha scosso il mondo della Formula 1, anche se soltanto in maniera indiretta. L’ex capo del più prestigioso circus automobilistico mondiale, Bernie Ecclestone, stando a quanto riportato dalla BBC, si è dichiarato colpevole di frode fiscale. Il tutto dopo aver negato nei mesi scorsi di aver commesso tal reato. Ecclestone, dunque, sarebbe colpevole dopo aver omesso di dichiarare più di 450 milioni di euro detenuti in un fondo fiduciario a Singapore.
    Ecclestone: “Mi dichiaro colpevole”
    Secondo i media britannici Bernie Ecclestone si è recato questa mattina alla Southwark Crown Court ed ha detto chiaramente al giudice: “Mi dichiaro colpevole”, dopo essersi precedentemente dichiarato non colpevole. Ecclestone avrebbe dovuto essere processato il mese prossimo. L’ex patron della Formula 1 è stato accusato a seguito di un’indagine fiscale da parte dell’HM Revenues and Customs. Stando ai pubblici ministeri avrebbe dichiarato alle autorità fiscali “un solo trust”, istituito per conto di sua figlia, e di “non essere il disponente né il beneficiario di alcun trust all’interno o all’esterno del Regno Unito”.   LEGGI TUTTO

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    Marquez, la rivalità con Rossi e un obiettivo: ecco perché ha scelto Ducati

    Sebbene figurasse e vincesse per e con la Derbi, il giovanissimo Marc Marquez era già nel mirino della Honda, Casa insieme alla quale il nativo di Cervera ha condiviso i massimi successi di carriera, nel computo di 6 titoli MotoGP, costrutto di 59 affermazioni di tappa, 101 podi e 64 pole position, per un amore reciproco evidenziato dai risultati della pista e manifestato dal 2013 al 2019, prima di scemare e tramutarsi in trascinata convivenza. Quando correva in 125, soprattutto nel successivo passaggio in Moto2, il catalano aveva un piano per nulla occulto ad attenderlo, disegnato dal manager Emilio Alzamora e allestito dalla HRC che, pur di inserirlo subito nella formazione ufficiale Repsol, “aggirò” la regola che vietava ai rookie di classe nell’entrare in prima istanza in una formazione Factory, ovvero, direttamente collegata al Costruttore e denonaminata “ufficiale”.

    Marquez, il debutto in MotoGp e la rivalità con Rossi

    Era il 2013, stagione d’esordio per El Cabroncito, talento smisurato ma spesso e mal volentieri fuori misura, tanto da rischiare l’osso del collo e il prematuro stop agonistico nelle precedenti categorie. Invece, seppur spericolato, quel numero 93 mise tutti in riga nell’annata d’esordio in MotoGP, imponendosi nel secondo Gran Premio, incornando gli avversari e facendosi incoronare, dimostrando a sé stesso di essersi legato al Marchio opportuno, facendo se non dimenticare, perlomeno archiviare le imprese di Casey Stoner, Valentino Rossi e Michael Doohan, tre nomi tra i vincenti dell’Ala dorata ad aver segnato indelebilmente Albi e classifiche,

    Nessuno è stato maggiormente uomo bandiera di Marc nella categoria regina, nemmeno Freddie Spencer tra il 1983 e 1985, autore di tripla corona tra cui la doppietta 250 e 500. Eddie Lawosn fu una sorta di meteora, lo stesso Doohan si “fermò” a 5 allori – l’infortunio del 1999 a Jerez, ricordate la pista, aprì la strada ad Alex Criville, compagno di box – poi arrivò il genio di Tavullia, veramente mai amato, o meglio, realmenti mai sentitosi amato. Contrariamente, Marquez ha voluto e vuole ancora bene al Marchio, inteso come persone. La lettera inviata a un membro della squadra, la sua squadra, lo spiega: il cuore dice una cosa, la testa un’altra. E il corpo, parlando di tempo, ha poco tempo a disposiozione.

    Marquez in Gresini: il motivo della scelta

    Il motivo per cui Marc passa in Gresini è prettamente agonistico tirando in ballo la comparazione tra le moto, professionale in termini aziendali. Provate a immaginare come si senta uno che ha fatto l’impossibile per guarire da infortuni e ferite feroci e molteplici, causata del primo incidente patito a Jerez – ecco la pista di cui sopra – 2020, prolungatosi tra cadute, ricadute, rinuncee e speranza, sale operatorie ed esercizi massacranti. Una volta ripristinata la piena efficienza, il pilota si è reso definitivamente conto quanto la RC213 V sia in debito rispetto alle rivali. Di credito, a parte l’ingaggio sottoscritto, il catalano ne ha trovato poco. Come archiviare le manovre gomito a terra, risolutivo in fase di salvataggio mentre la caduta sembrava cosa certa? Come dimenticare i duelli condivisi assieme ad avversari del calibro di Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa, Andrea Dovizioso e Valentino Rossi. Sarebbe possibile accettare un eventuale pari ritiro già messo in atto dai colleghi, fermandosi a contare le coppe (chissà se impolverate) sulle bacheche?

    L’obiettivo, superare Valentino Rossi

    No, lui vuole fare almeno come Valentino Rossi ha fatto. Un titolo in più come minimo, certo, ma correre a più non posso. Combattendo, oltre che contro le moto guidate dagli altri, contro l’orologio, ovvero, l’incidere dei giorni. Rossi è stato un maestro in tale aspetto, come Marc si è rivelato bravo allievo, però in termini emulativi relativi alla modalità con la quale piegare il prossimo. Vedete Jerez 2005 per l’italiano su Sete Gibernau, imitata da Marc ai danni di Lorenzo nella stessa ultima curva andalusa, intitolata allo stesso Jorge. Era il 2013, a ricordare 8 stagioni orsono, per un tamponamento quasi fotocopia. A Laguna Seca, anche: Rossi infilò Casey Stoner nel 2008, fruendo di ghiaia e vie di fuga. Marquez lo stesso, ma su Valentino. Quel “Cavatappi” fu marcato da entrambi, che si ritrovarono nell’epilogo peggiore a Valencia, In quel caso due anni dopo. Da Sepang, a precedere Sepang, a seguire Sepang. E di molto. Il 2015 coincide col massimo punto di odio tra i due, sì sportivo, contestualmente personale. Altro che le liti di Valentino con Max Biaggi. Altro che i bisticci di Marc e Lorenzo. Quei due sparavano la massima potenza di fuoco, infiammando i tifosi, accendendo le polemiche e scaldando i dirigenti delle rispettive Case. Honda, attorno a Marc, costruì una sorta di paravento silenzioso, principalmente volto al futuro: perché perdere tempo ed energia, quando si può vincere ancora? Infatti, dietro l’angolo si trovava un tris d’allori impressionante, segnato nel 2017, 2018 e 2019 e, alla fine della terza delle imprese, lo status di binomio imbattibile Honda-Marc, il più forte. Eterno. Ci si sbagliò, come sbagliavamo quando pensavamo che il passaggio in Gresini fosse mera pubblicità. Macché, era tutto vero. E’ vero. Si è sbagliato il legale, che dette la possibilità a Marc di spezzare l’accordo stipulato per il gigante di Tokio senza pagar pegno, cioè, la penale rescissoria. Avrebbe dovuto farlo, qualora in direzione di altra struttura ufficiale o satellite. Gresini Racing è indipendente, Ducati ma indipendente. Non gode di Desmosedici Factory né aggiornate. Il contrario del Repsol HRC e quattro cilindri nippo. Marc rinuncia a tanti soldi, perché nella vita il denaro non è tutto. E’ anche vero che di denaro già ne ha incamerato, sicché quale senso trovare in corse da affrontare col coltello tra i denti e la spada di damocle sulla schiena? Meglio accontentarsi, o rischiare di fare una figuraccia? Meglio dare colpa a moto e fabbrica, o meglio – casomai – incolpare sé stesso? Si chiama ambizione. Marquez ne ha. Forse, i rappresentanti Honda un pò meno. E lui se ne è accorto. LEGGI TUTTO

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    F1, Russell ammette: “Il campionato piloti è stato un disastro”

    Russell: “Obiettivo 2° posto costruttori”
    Il pilota della Mercedes, George Russell, nel corso di una recente intervista rilasciata ai media britannici dopo la gara del Qatar, ha commentato con amarezza la sua stagione in Formula 1: “Mi dispiace per la squadra dopo quanto accaduto in Qatar, ma personalmente questa stagione il campionato piloti è stato un vero disastro. Adesso il mio obiettivo è arrivare secondi nel Mondiale Costruttori. Il GP del Qatar è stata una grande opportunità, ma sono ancora convinto che riusciremo a raggiungere questo obiettivo“. LEGGI TUTTO

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    Marquez sposa il progetto Ducati, ufficiale l’arrivo nel Team Gresini

    ROMA – La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma ora è arrivata anche l’ufficialità. Marc Marquez, dopo aver detto addio alla Honda, ha sposato il progetto della Ducati del Team Gresini e, a partire dalla prossima stagione, affiancherà suo fratello Alex. I due spagnoli, dunque, sono pronti a comporre una coppia davvero da sogno, che complessivamente può vantare ben dieci titolo mondiali. Per il Team Gresini si tratta senza ombra di dubbio di un importante upgrade nella griglia di partenza della prossima stagione. LEGGI TUTTO

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    Yamaha, Quartararo avvisa: “Nel 2025 potrei considerare l’addio”

    ROMA – La stagione 2023 di MotoGP ha fatto registrare dei grandi passi indietro da parte della Yamaha e della Honda, tanto che quest’ultima dovrà rinunciare all’otto volte campione del mondo Marc Marquez nella prossima stagione. La Yamaha, invece, per il momento riesce a trattenere il suo gioiello Fabio Quartararo, che però senza mezzi termini ha fatto intendere di non voler aspettare ancora a lungo. Il prossimo anno, infatti, il francese vuole assolutamente tornare a competere per la vittoria, altrimenti prenderà altre strade.
    Quartararo: “Mio futuro in mano alla Yamaha”
    Il pilota della Yamaha, Fabio Quartararo, nel corso di un’intervista rilasciata al sito ufficiale della MotoGP, ha mostrato ancora una volta il proprio malcontento per le prestazioni della sua moto: “Non c’è tempo per compiere una rivoluzione, io non ho il futuro nelle mie mani, perché dipende tutto dalla Yamaha. Personalmente vorrei restare dove sono, ma senza una moto competitiva potrei prendere in considerazione l’addio nel 2025. A livello mentale è difficile passare dal lottare per il titolo alle posizioni di rincalzo”. LEGGI TUTTO

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    Marquez-Ducati, matrimonio ufficiale: correrà per il Team Gresini

    Marquez: “A volte bisogna cambiare”
    L’otto volte campione del mondo di MotoGP, Marc Marquez, dopo l’addio alla Honda, è diventato nuovo pilota del Team Gresini e si è detto subito molto felice per questa sua nuova avventura: “Mi ritengo davvero entusiasta di questa nuova esperienza. Per me non è stata una scelta semplice perché sarà un grande cambiamento sotto tutti gli aspetti. A volte nella vita bisogna uscire dalla propria zona di comfort e mettersi alla prova per continuare a crescere. Voglio ringraziare Nadia, Carlo e Michele per la fiducia e il rispetto che mi hanno dimostrato”.
    Nadia Gresini: “Un momento storico”
    “Per la Gresini Racing è un momento storico. Il fatto che Marc Marquez abbia scelto di correre con noi nella prossima stagione è assolutamente fantastico e sono felicissima di poterlo ufficializzare. In meno di una stagione ci siamo affezionati tantissimo a suo fratello, e alla stessa maniera accoglieremo Marc, convinti che abbia tutto il potenziale per essere subito competitivo in sella alla Desmosedici GP23. Infine un ringraziamento doveroso a Fabio Di Giannantonio per la sua professionalità a cui auguriamo il meglio per il suo proseguo di carriera”. Questo il pensiero di Nadia Padovani Gresini. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Quartararo e l’ultimatum alla Yamah: “Se non miglioriamo…”

    ROMA – Il pilota della Yamaha, Fabio Quartararo, è reduce da una delle sue stagioni più complicate da quando è arrivato nella classe regina, dimostrando sin da subito il proprio valore. Adesso, però, a causa dello scarso rendimento della sua moto si è ritrovato a lottare nelle retrovie per conquistare quantomeno una top ten, che spesso non è neanche arrivata. La situazione deve assolutamente cambiare per stessa ammissione di Quartararo, che non sembra avere intenzione di attendere ancora a lungo.
    Quartararo: “Non abbiamo tempo”
    “Non abbiamo tanto tempo per fare una rivoluzione. Ora il mio futuro non è nelle mie mani, ma è nelle mani della Yamaha. Preferirei rimanere con Yamaha, ma se non fanno una moto competitiva considererò un trasferimento per il 2025. Mentalmente è difficile quando per tre anni di fila hai lottato per il titolo, per le vittorie e per i podi. A volte i piloti riescono a coprire un po’ i problemi, però arriva il momento in cui i problemi diventano troppo grandi e non posso fare niente“. Queste le dichiarazioni del pilota della Yamaha, Fabio Quartararo. LEGGI TUTTO