Rafael Nadal : “Per il momento della mia carriera, per la situazione che si era venuta a creare, per il palcoscenico, per tutto quanto messo insieme, credo che questa sia la rimonta più straordinaria che mi sia capitata nella vita. La situazione era molto critica, ma mi sono detto che avrei dovuto continuare a lottare fino a che avevo energie. Poi sono stato anche fortunato, ma mi sono dato una chance. Non volevo che finisse come quelle altre volte qui in Australia, dove ero uscito sconfitto con dei rimpianti. Stavolta la cosa normale sarebbe stata perdere in tre set, anche se nel secondo avevo avuto le mie chance. Ma nello sport tutto può cambiare, stavolta la situazione è girata dalla mia parte”.
Per me è stata la vittoria più inattesa, più sorprendente. E credo sia stata sorprendente un po’ per tutti. Onestamente mi sento distrutto fisicamente dopo un match come questo, ma voglio ringraziare il pubblico per tutto il supporto che mi ha dato durante queste cinque ore. Non ho potuto ringraziarli come sono solito fare, ma il loro entusiasmo l’ho sentito dentro di me dall’inizio alla fine”.
“Medvedev? È un grande campione, ha accettato con grande sportività una sconfitta durissima. Mi ha fatto i complimenti, è stato molto gentile con me. Non so se il tifo del pubblico per me lo abbia condizionato, ovviamente è sempre meglio giocare col pubblico dalla tua parte, stavolta erano in gran parte per me. Ma sono sicuro che abbia un grande futuro davanti a sé, e che anche lui avrà il pubblico dalla sua un giorno, perché se lo merita”.
“Le cose, come ho detto in passato, possono cambiare rapidamente, anche sotto il profilo fisico. Stavolta non ho sentito alcun dolore al piede, e questo mi ha dato fiducia. Adesso sento di poter competere ancora ad alto livello per un po’, e questo mi rende felice”.
“Il goat? Non voglio cambiare la mia opinione proprio oggi. Dico solo che questo titolo Slam per me significa tanto. Non voglio dire che me lo merito, perché là fuori ci sono tanti giocatori che lo avrebbero meritato come me. Ma negli ultimi sei mesi ho lottato, ho dato tutto, ci ho creduto. Dopo aver rischiato di non giocare più a tennis per il problema al piede, mi sento onorato e fortunato di poter essere ancora qui. E francamente non mi interessa molto il discorso del migliore di sempre, non è una cosa che sento importante. Sento più importante aver vinto per la seconda volta gli Australian Open”.
Quando ti storti una caviglia o ti rompi un polso, in fondo la questione è più semplice da affrontare: hai un piano di recupero, lo segui e sai che dopo un certo tempo tutto tornerà come prima. Invece nel mio caso stavolta non potevo in alcun modo fare piani. Perché il mio problema viene da lontano, si ripresenta periodicamente e in questa occasione avevamo provato di tutto, senza il minimo successo. In quel caso, lavorare duramente ogni giorno, senza vedere risultati, è molto complicato. È mentalmente stancante”.
“Rispetto al primo Slam, forse sono addirittura più felice. Perché quando vinci a 19 anni vivi una grande emozione, ma in fondo sai che continuando a lavorare potrai avere altre chance di vivere situazioni come quella. Quando arrivi alla soglia dei 36, non sai mai quale sarà la tua ultima occasione. Per questo, vincere adesso ha un sapore speciale”.