Il Mondiale di F1 2022 corre veloce come i suoi bolidi, in qualche caso eccellente definiti anche “bestie” dai propri alfieri (leggi Leclerc). Adesso all’orizzonte Imola è lì, sempre più vicina. Un nome magico, dal fascino luminoso e ammaliante per ogni appassionato della massima formula. Perché Imola, con le sue dolci colline della passione, i suoi saliscendi, la sua storia emozionante, è accesa soprattutto da due nomi: Ferrari e Minardi.
Presidente dal 2020 della società che gestisce con successo l’autodromo e adesso a capo della Commissione Monoposto della FIA, in F1 con la sua scuderia Gian Carlo Minardi è stato simbolo di costruttore caparbio, capace e coraggioso. Riconoscimenti conquistati sui campi di gara per vent’anni da parte di chi, con pochi mezzi a disposizione ma spinto da una passione genuina, ha onorato l’Italia sportiva su quattro ruote ottenendo risultati lusinghieri.
Il giro in testa all’Estoril nel 1989, il sesto posto in Australia nello stesso anno che con maggiore fortuna sarebbe potuto essere un fantastico podio, la prima fila di Phoenix nel 1990, i significativi piazzamenti nei punti tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del decennio successivo. Performance brillanti conquistate in un’epoca in cui la modalità di attribuzione del punteggio premiava solo i primi sei classificati.
E che quindi hanno un grande valore, forse non sempre apprezzato come sarebbe opportuno. Con il sistema attuale e considerando il numero inferiore di gare di allora rispetto ad oggi, la scuderia faentina in più di un campionato degli ultimi anni sarebbe stata comodamente la sesta o settima forza della F1.
Una constatazione che si deduce dall’analisi delle tre migliori stagioni in assoluto della Minardi, il 1989, il 1991 e il 1993, ballando tra numero di punti collezionati e piazzamenti. Oggi avrebbe fatto segnare tra i 50 e i 70 punti.
Fonte: https://www.circusf1.com/2022/04/f1-aspettando-imola-la-leggenda-e-il-valore-di-un-team-come-minardi.php