Pianetabasket.com ha avuto il grandissimo onore di intervistare Rok Stipcevic attualmente free agent. Il playmaker croato ha disputato 170 gare ufficiali tra Varese, Olimpia Milano, Pesaro, Virtus Roma e Dinamo Sassari. Abbiamo parlato con Rok del suo passato in Italia, dei suoi piani per il futuro e della sua opinione sulla Nazionale Croata.
Partiamo parlando di qualcosa relativo al presente. Nelle ultime settimane il suo nome era stato accostato alla NPC Rieti, ma alla fine nulla di fatto. Quali sono i programmi per il futuro?
Onestamente non so niente di questa vicenda. È la prima volta che io e il mio procuratore sentiamo queste voci. Devo dire (con tutto rispetto per Rieti) che al momento mi interessano le squadre che giocano in prima divisione con ambizioni di fare qualcosa di importante in campionato e che giocano le coppe europee. Per questo motivo non ho accettato alcun offerta negli ultimi mesi! Al momento mi sto allenando con miei allenatori personali su cose che devo migliorare del mio gioco, svolgo un allenamento con BC Zadar per fare un 5vs5 e per essere pronto in vista di una nuova esperienza.
Scorrendo il tuo palmares ho visto che hai vinto in Croazia due campionati e due coppe croate. Cosa si prova a vincere nel proprio paese e quali emozioni si ricorda ancora di quelle cavalcate trionfali?
Si’, ho vinto due Campionati e due Coppe con lo Zadar, squadra con cui sono cresciuto e dove vivo al momento. Sono gli ultimi trofei vinti dal KK Zadar ed è per questo che valgano tanto per me. Quando nel 2007 vincemmo il campionato vinto ci furono circa 30 mila persone nella piazza principale a festeggiare! Me lo ricorderò per tutta la vita.
Nell’estate del 2011 arrivò la chiamata della Pallacanestro Varese, quali furono le prime differenze che notò tra il campionato italiano e il campionato croato?
L’arrivo a Varese me lo ricorderò per sempre. Fu un grande piacere per me condividere quella stagione con una super squadra e con un grandissimo allenatore. La più grande differenza tra campionato italiano e croato direi è la velocità. In Italia non esistono i lunghi veri (ci sono però pochi), direi che è tutto spostato di una posizione in più: 2 che gioca 3, 3 che gioca 4, 4 che gioca 5, e tutte le squadre che giocano con due playmaker.
Hai giocato 6 stagioni e mezzo in Italia tra Varese, Milano, Pesaro, Roma ed infine Sassari. Quale è stata la squadra più forte che hai incontrato in Italia in quegli anni?
Uff, domande difficile. Ti direi Siena dal 2010 al 2012. Erano davvero forti con 12 giocatori dove ognuno faceva la differenza in campo! Avevano anche a volte Rakocevic fuori.
Quale è la più grande soddisfazione e il più grande rimpianto vissuto in Italia?
Soddisfazione è che ho conosciuto tanti amici per la vita e mi sono sempre trovato bene in Italia! Rimpianto ti direi la finale di Coppia Italia del 2017 a Rimini dove fummo sconfitti dall’Olimpia Milano.
Vedendo la campagna acquisti di Milano, è convinto vincerà anche quest’anno in Italia? Quale è una sua potenziale outsider?
Ci sono un paio di squadre che possono darle filo da torcere, anche se Milano è di sicuro la favorita nella corsa allo scudetto.
Nel panorama croato quale è per te il giocatore di talento attualmente su cui la Nazionale dovrebbe puntare?
Due sono i giocatori già formati al momento e di grandissimo livello. Il primo è Bogdanovic (Sacramento Kings) che ha dimostrato di essere uno dei migliori scorer in Europa e sta facendo bene in NBA. Il secondo è Dario Saric, un all around player, fa mille cose per la squadra. Dei giovani su cui puntare vedo Hezonja, Zizic, Zubac e Bender. La vita di un giocatore non è uguale per tutti, i lunghi diventano maturi prima dei piccoli (direi 23/24/25 anni) mentre invece per le guardie soprattutto playmaker si deve aspettare di più, tanto di più!
Ringraziamo Rok Stipcevic per la grandissima disponibilità dimostrata e ci teniamo ad augurargli un grandissimo in bocca al lupo per la sua prossima avventura.