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    Canottaggio, 89 azzurri in isolamento dopo gli Europei

    ROMA – Ottantanove persone in quarantena, tra atleti, staff tecnico, dirigenti e media al seguito. Questo il bilancio della spedizione del canottaggio azzurro al ritorno dalla Polonia, dove si sono svolti gli Europei di Poznan. Pure con successo, riportando a casa undici medaglie con le 21 barche schierate alla partenza, di cui 17 arrivate in finale. Finita la trasferta i componenti della spedizione si sono divisi tra le varie città di residenza, sottoponendosi ai tamponi necessari dopo il rientro da alcuni Paesi “monitorati”. Due atleti che presentavano sintomi, ma di cui non è stata rivelata l’identità, sono risultati positivi al tampone, avviando l’inevitabile isolamento fiduciario per tutti i partecipanti al viaggio in Polonia.La bolla di SabaudiaLa nazionale aveva preparato questi Europei, particolrmente importanti nell’anno in cui sono saltate le Olimpiadi, creando una “bolla” nel centro di Sabaudia, per limitare al massimo i rischi legati alla convivenza di un gruppo imponente. Per gli Europei di Poznan sono partiti 39 atleti senior (uomini e donne), 14 della categoria pesi leggeri, 9 del pararowing. E ancora: 21 componenti dello staff tecnico, 4 rappresentanti dei media (ufficio stampa, fotografi), due dirigenti tra i quali il presidente Giuseppe Abbagnale. In totale, 89 membri del team Italy. Dalla Polonia arrivavano notizie confortanti sull’organizzazione dell’evento: campionati a porte chiuse, badge per permettere l’ingresso solo alla ristretta cerchia degli accreditati.I quattro ori e la brutta sorpresaSe l’Italia si è presentata come la nazione con più barche al via (21), una dimostrazione di forza è arrivata anche dal medagliere nel quale gli azzurri si sono piazzati secondi dietro l’Olanda con 11 medaglie: 4 ori, 5 argenti e 2 bronzi. Tra le specialità inserite nel programma olimpico di Tokyo, sono state conquistate 6 medaglie tra le quali un oro nel doppio pesi leggeri maschile Oppo-Ruta. All’insegna della sicurezza il comportamento da tenere fuori gara, con atleti e tecnici dotati di mascherine Ffp2. Qualche dubbio però è venuto al momento di salire sulle navette dell’organizzazione, spesso pieni di partecipanti di tutte le nazioni, talvolta senza mascherina.Il ritorno in ItaliaConclusi gli Europei l’11 ottobre, gli 89 di Poznan si sono divisi tra le varie città dove si sarebbero svolti i tamponi per tutta la delegazione. Nel frattempo però sono arrivate le prime notizie di positività in alcune nazionali che avevano gareggiato agli Europei. Anche l’Italia si è presto aggiunta a questa lista, con i due atleti positivi che nonostante febbre e perdita di sapore stanno complessivamente bene. Ma la conseguenza naturale dei test è stato l’isolamento fiduciario per tutti quelli che erano entrati in contatto con i positivi. Ironia della sorte, nessuno potrà partecipare ai campionati italiani in programma da oggi a Varese.Positivo anche Mencarelli, tecnico di nuoto e pentathlon modernoNel bollettino quotidiano degli sportivi contagiati è finito nel frattempo anche Alessandro Mencarelli, allenatore, tra gli altri, di Luca Dotto quando l’azzurro conquistò l’argento mondiale nei 50 sl a Shanghai e oggi tecnico della nazionale di pentathlon moderno. Il coach è positivo asintomatico, come la moglie. I tre atleti che allena (Vendrame, D’Angelo e Ferraioli) sono in isolamento in attesa di fare il tampone. Mencarelli venerdì si era messo in isolamento in attesa del tampone che ha poi rilevato la positività. LEGGI TUTTO

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    Nuoto, tradisce la moglie: giapponese Seto sospeso dalla Federazione

    TOKYO – Il campione giapponese di nuoto Daiya Seto è stato squalificato fino a fine anno dalla propria Federazione. Motivo? Aver tradito la moglie. Ebbene sì, la Federnuoto nipponico non ha preso bene la notizia della relazione extra-coniugale del quattro volte campione del mondo nei 200 e 400 misti, dopo che un settimanale locale di gossip aveva pubblicato le sue foto in un ‘love hotel’, con una donna che non era sua moglie.”Ho avuto comportamento irresponsabile”La federazione nipponica di nuoto ha così considerato quella di Seto una condotta antisportiva, in seguito all’ammissione dallo stesso atleta. Seto, 26 anni, non potrà gareggiare né allenarsi con il resto della nazionale (ma da solo, ovviamente, sì) fino alla fine dell’anno. In più è stato sospeso dal ruolo di capitano della nazionale nipponica di nuoto. Nel suo palmares Seto conta quattro titoli mondiali, è campione in carica dei 200 e 400 misti, e in quest’ultima distanza è stato medaglia di bronzo a Rio 2016. “Come posso scusarmi? Penso che le mie scuse siano continuare a nuotare e ricostruire la fiducia della mia famiglia, che è stata profondamente ferita dal mio comportamento irresponsabile – le parole del nuotatore – Voglio continuare ad affrontare con serietà il mio sport, perché tutti ancora mi identifichino come un campione del nuoto”. LEGGI TUTTO

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    Nuoto, doping: positivo l'azzurro Di Giorgio

    ROMA – Alex Di Giorgio è risultato positivo a un controllo antidoping effettuato a sorpresa da Nado Italia, lo scorso 13 settembre a Livigno durante un collegiale nazionale. Il nuotatore azzurro è stato sospeso in via cautelare dalla Prima Sezione del Tna, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, e adesso rischia quattro anni di squalifica.Positivo alla OstarinaIl test a sorpresa ha rivelato la presenza di Enobosarm (Ostarina), sostanza che aiuta a guadagnare muscolatura e favorisce la prestazione in allenamento, producendo effetti simili agli steroidi senza gli stessi effetti collaterali. Alex Di Giorgio è un classe 1990, specialista nei 200 e 400 metri stile libero, e ha disputato le Olimpiadi di Londra 2012 e quelle di Rio de Janeiro nel 2016, decimo e nono nella staffetta 4×200 stile libero. Nel suo palmares internazionale vanta un argento europeo, uno alle Universiadi e tre ori ai Giochi del Mediterraneo. LEGGI TUTTO

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    Nuoto, Federica Pellegrini e Matteo Giunta mano nella mano: tra i due è amore

    ROMA – Il rapporto fra Federica Pellegrini e Matteo Giunta non è solo professionale, ma ben più profondo. La stella del nuoto azzurro e il suo allenatore sono infatti stati immortalati mano nella mano, durante una serata romantica, nella Capitale. Felici e innamorati, tanto da non curarsi della eventuale presenza di “paparazzi” nel lasciarsi sorprendere in teneri atteggiamenti.Giunta allenatore di Federica e cugino di MagniniLo scoop è del settimanale ‘Chi’, in edicola da oggi, che con questo servizio in pratica ufficializza il legame. Da tempo si rincorreva la voce di una loro liaison non solo in ambito professionale, anche perché i due avevano partecipato a diversi eventi pubblici insieme, ma la Divina aveva sempre glissato sull’argomento. E’ vero che l’anno scorso aveva parlato del desiderio di mettere su famiglia appena dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020 (poi rinviate all’anno prossimo a causa del Coronavirus), facendo intendere che qualcuno nella sua vita c’era, ma niente nomi o conferme, ma nemmeno smentite. Ora queste immagini in esclusiva tolgono i residui dubbi sulla relazione con il tecnico pesarese, fra l’altro cugino di Filippo Magnini, ex fidanzato della Pellegrini e oggi neo papà di Mia, la bambina avuta da Giorgia Palmas.Altri Sport LEGGI TUTTO

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    Riforma sport, Spadafora: “Basta con i baroni, Barelli scelga se fare il presidente della Fin o il deputato”

    ROMA – Il documento di critica alla Legge dello sport con una lettera che ha come primo firmatario il presidente della Fin, Paolo Barelli, è “un atto di sfiducia di fatto al presidente Malagò”: lo spiega in una nota il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che parla di certa dirigenza sportiva come “ultima casta dei baroni”. “Se vuole essere conseguente con quanto dice, il presidente deputato Barelli, ben prima che entri in vigore la riforma, scelga una delle due cariche: presidente della FIN o deputato di Forza Italia. Solo così potrà difendere davvero l’autonomia dello sport dalla politica”.”Il Testo Unico di Riforma dello Sport sta finalmente facendo emergere tutte le contraddizioni di quella che è davvero l’ultima casta di baroni, che si sente intoccabile e che sta cercando di resistere con le unghie e con i denti ad ogni tentativo di riforma”. Si apre così la nota del ministro, che continua: “Voglio rassicurare tutti gli sportivi, i lavoratori, i tifosi e gli appassionati che nulla hanno a che fare con questa casta e che in migliaia mi scrivono per invitarmi a proseguire l’azione di cambiamento, che la riforma è principalmente per loro: valorizzazione dello sport di base, sostegno alle ASD e SSD, centralità del ruolo degli Enti di Promozione Sportiva, tutela dei lavoratori sportivi, professionismo femminile, sono solo alcuni dei punti qualificanti che evidentemente poco interessano ad alcuni vertici dello Sport”. “Si parla tanto di autonomia dello sport dalla politica: sono talmente d’accordo che abbiamo voluto inserire l’incompatibilità tra i vertici del mondo sportivo e le cariche politiche, oltre al numero massimo di mandati per i presidenti di Federazione e del Coni – prosegue Spadafora -. Sarà forse per questo che oggi il presidente della Federazione Italiana Nuoto, in carica dal lontanissimo 2000 e che si è appena fatto rieleggere – da candidato unico – per prevenire gli effetti della riforma, si è fatto capofila di un documento di critica che a me non è arrivato, ma che è stato distribuito agli organi di stampa. Sottolineo che questo contraddice quanto deciso da loro alcune settimane fa, ovvero il voto unanime dei presidenti di Federazione che conferiva al presidente del Coni il mandato di unico interlocutore del Governo sul tema, ed è un atto di sfiducia di fatto al presidente Malagò, ma questo non riguarda certo il Governo”.”Se vuole essere conseguente con quanto dice, il Presidente deputato Barelli, ben prima che entri in vigore la riforma – afferma Spadafora – scelga una delle due cariche: presidente della FIN o deputato di Forza Italia. Solo così potrà difendere davvero l’autonomia dello sport dalla politica. Oggi Barelli Presidente FIN gestisce la sua Federazione e i suoi eventi grazie ai soldi erogati dal Governo che deve, attraverso le sue strutture, vigilare sul buon utilizzo; dall’altro lato Barelli deputato può convocare e audire in Commissione o in Aula, alla Camera o al Senato, il Ministro e le altre strutture preposte alla vigilanza sulla sua Federazione incidendo e contrastando l’attività del Governo. Non è un enorme, evidente conflitto di interessi?”. “Da quel che mi dicono, poi-continua il ministro-, il documento si scaglia anche contro le tutele e le garanzie per i lavoratori, che dovrebbero, a loro dire, continuare ad essere lavoratori senza alcuna tutela – sottolinea il ministro -. Questo è il momento in cui ogni forza politica di maggioranza, a partire dalla mia forza politica, che della lotta alle caste, alle lobby e ai conflitti di interesse ha fatto un marchio distintivo, dovrà dimostrare di volere il bene del mondo dello sport”.Il prossimo giovedì Giunta e Consiglio Nazionale del Coni: si sta lavorando ad un documento comune, ma in realtà non c’è sfiducia nei confronti del n.1 del Coni, anche se i suoi rapporti (pessimi) con Barelli non si scoprono oggi. Malagò ha ribadito di stare coi presidenti. E quasi tutti la pensano come lui sulla riforma. Questo il problema, una riforma respinta al mittente. I presidenti sono contro Spadafora, difficilmente porterà a termine il suo progetto. Non ha nemmeno un grosso consenso politico, e lo sa. ”La presa di posizione delle Federazioni sportive nazionali, che segue quella degli Enti di promozione sportiva di qualche giorno fa, come forze politiche di maggioranza non ci può e non ci deve lasciare indifferenti. Stiamo parlando della rappresentanza di migliaia di società sportive e centinaia di migliaia di atleti affiliati”. È quanto affermano Patrizia Prestipino e Andrea Rossi, della commissione Sport della Camera, e il deputato dem ed ex ministro dello Sport, Luca Lotti. “Si tratta, dunque, di una infrastruttura sociale straordinaria del nostro Paese, che si adopera quotidianamente per la crescita educativa, sportiva e sociale delle nostre comunità -prosegue la nota-. Per queste ragioni, trovandoci ancora oggi in una fase del percorso di scrittura del testo unico per lo sport non definitiva, siamo certi che ci siano le condizioni per un confronto e una discussione utile a raccogliere le istanze che arrivano da tutto il mondo dello sport”.  LEGGI TUTTO

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    Nuoto di fondo: impresa di Arianna Bridi, batte anche i maschi nella Capri-Napoli

    Incredibile record alla Capri-Napoli 2020. Per la prima volta due nuotatrici hanno fatto meglio dei colleghi uomini, vincendo la gara assoluta e stabilendo persino il nuovo record della “maratona del golfo”: il 6.04.26.7 realizzato manda infatti in frantumi il precedente primato stabilito dal kazako Khudyakov nel 2014 (6.11.27) e straccia quello femminile (6.24.47). Ad entrare nella storia del nuoto di fondo è Arianna Bridi, ventiquattrenne di Trento del Centro Sportivo Esercito, capace di stabilire il primato al termine di una gara condotta in testa insieme alla brasiliana Ana Marcela Cunha, sconfitta di nove decimi dopo 36 km di traversata. Le donne dominano la Capri-NapoliIl record è figlio anche della felice scelta di puntare verso Nisida a differenza di buona parte degli uomini, che hanno optato per il “diritto per diritto” Capri-Napoli. “Una intuizione del mio tecnico, Fabrizio Antonelli – spiega la vincitrice – ogni bracciata sentivo il mare che mi spingeva e aiutava la nuotata”.Dietro le due nuotatrici, l’olandese Marcel Schouten davanti agli italiani Matteo Furlan e Alessio Occhipinti, staccati rispettivamente di 9 e 11 decimi per il titolo maschile. Alla Capri-Napoli di quest’anno era presente anche l’olimpionico Gregorio Paltrinieri, allo start della gara a staffetta: “Bella esperienza, tornerò”. LEGGI TUTTO

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    Nove Titoli ai Campionati Italiani di Categoria 2020

    Ben nove Titoli Italiani di Categoria (comunicazione FIN sui tempi conseguiti su base regionale). Di seguito gli atleti Fiamme Gialle Campioni Italiani di Categoria 2020:
    – 200 Rana, Alessandro Fusco 2’17″14 (cat.Cadetti);- 100 Farfalla, Michele Lamberti 53″46 (cat.Cadetti);- 50 stile libero, Costanza Cocconcelli 25″86 (cat.Cadette);- 100 Stile Libero, Costanza Cocconcelli 56″81 (cat.Cadette);- 200 Farfalla, Giacomo Carini 1’59” 52 (cat.Seniores);- 100 dorso, Silvia Scalia 1’01″08 (cat.Seniores);- 200 dorso, Silvia Scalia 2’14″05 (cat.Seniores);- 50 rana, Arianna Castiglioni 30″93 (cat.Seniores);- 100 rana, Arianna Castiglioni 1’07″72 (cat.Seniores). LEGGI TUTTO

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    La Grande Olimpiade del 1960, quando Roma vinse la medaglia d'oro anche degli impianti

    Venticinque agosto 1960. Gli orologi presenti nei moderni tabelloni dello Stadio Olimpico segnano le 16:30 quando gli atleti di 84 nazioni fanno il loro ingresso per la cerimonia inaugurale. Sono partiti dal Villaggio Olimpico, a piedi. Gli uomini in giacca, cravatta e cappello di stoffa; le donne con le gonne a piega sotto il ginocchio. Alle 17:30 entra l’ultimo tedoforo della staffetta olimpica partita dai boschi di Olimpia. Fa il giro di campo e con la torcia accende il fuoco olimpico del braciere.Il discorso è affidato a un gigante dello sport. Non solo per meriti sportivi. Adolfo Consolini, campione del lancio del disco, pesa più di cento chili e ha interpretato al cinema Maciste.  Un gigante parla a ottantamila persone in un’Olimpiade che sarà di gigantiPasseranno alla storia le imprese di Classius Marcellus Clay, che non è ancora Muhammad Ali, nome acquisito dopo la conversione all’Islam. È un pugile che vince e pensa, parlando con un linguaggio perfino più veloce e tagliente del suo diretto, che pure è micidiale. E poi Abebe Bikila, sconosciuto etiope che si presenta al via nella maratona. Il mito dei corridori dell’Altipiano nascerà con lui. La gara si svolgerà sotto la luce artificiale dei riflettori che illuminano il percorso come un gigantesco set cinematografico, uno dei tanti presenti nella Capitale della Dolce Vita. Il traguardo è sotto l’Arco di Costantino. Bikila arriva solo, scalzo. Ha staccato tutti.Nelle piscine del Foro viene demolito il record dei 100 stile libero da Dawn Fraser. Sulla pista in terra rossa dell’Olimpico trionfa Wilma Rudolph, una gazzella che abbina doti atletiche non comuni a un fascino indiscusso. Ne farà le spese il nostro Berruti. I campioni italiani portano l’Italia sul podio del medagliere con 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi: la nazionale di pallanuoto diviene il Settebello, definizione che sa di scopone da bar. La leggendaria squadra della scherma non è da meno: Edoardo Mangiarotti stabilirà il record di medaglie olimpiche raggiunte. E Berruti, fisionomia vagamente da ragioniere, corre i 200 metri con gli occhiali a montatura nera, piuttosto spessa, ma nella retta sotto la Tribuna Monte Mario brucia tutti i suoi rivali. Nino Benvenuti, è un giovane pugile istriano. La sua storia è una di quelle segnate dal dramma bellico, in una zona di confine, contesa. Storia di esuli e di Foibe. I fratelli D’Inzeo: nessuno come loro in sella a un cavallo. Poi, il ciclista Sante Gaiardoni, unico azzurro a vincere, nell’occasione, due medaglie d’oro. E tutti gli altri… 280 atleti che fecero, allora, sognare un intero Paese. L’Italia, peraltro, vinse più medaglie di tutti in quelle che sono considerate le prime Paralimpiadi della storia, svoltesi negli impianti dell’Acqua Acetosa. 400 gli atleti provenienti da 21 NazioniNel salto con l’asta c’è pure Don Bragg, al cinema Tarzan. Fa le foto al Colosseo con i mutandoni e il coltello. Faranno il giro del Mondo contribuendo ad esaltare il mito di una Roma in cui tradizione e modernità si fondono. E’ ancora la Roma del Ponentino, di Piazza Navona in cui si vende il pane caldo e non il Colosseo con la neve e i gladiatori in plastica. E’ ancora la Roma delle lambrette, dei foulard delle ragazze sul sedile posteriore, gambe accavallate sullo stesso lato, occhiali da sole a punta. E di bidonville che vanno sparendo lentamente. La guerra ha lasciato ferite e anche povertà. Si riscopre il mare alla domenica, il treno per Ostia è fonte di felicità. C’è voglia di vivere, e lo sport fa parte del quadro. L’Italia delle campagne impara a leggere e scrivere con la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, il programma di alfabetizzazione televisivo più importante della storia. Protagonista è un giovane e carismatico maestro di scuola che viene dall’insegnamento nelle carceri e che è vissuto con gli indios Jivari dell’Amazzonia. È Alberto Manzi: insegna alla Fratelli Bandiera, nel quartiere romano di Piazza Bologna, proprio il luogo dove, originariamente, doveva nascere il Foro. Il cinema conosce il Neorealismo. È definitivamente superata l’era dei telefoni, bianchi. Adesso maestri come De Sica e Rossellini raccontano l’Italia della dura quotidianità, divenendo un punto di riferimento per tutto il cinema mondiale. Ed è la Roma dei divi e dei fotografi, con le loro cravatte strette e la borsa quadrata con pellicole e flash all’interno, che si dividono tra Cinecittà, Via Veneto e lo Stadio Olimpico: questo, costruito in marmo e travertino – e consegnato allo sport sette anni prima dell’Olimpiade di Roma – è un’opera gigantesca e di straordinaria bellezza, non solo per le sue linee ma anche per la sua compatibilità ambientale.E’ il fiore all’occhiello degli impianti dove si consumano i Giochi della XVII Olimpiade e che andremo a raccontare in questo excursus.Stadio OlimpicoCerimonie di apertura e chiusura, atletica leggera, calcio, equitazione.Quello che fa bella mostra di sé il 25 agosto è solo l’ultima delle versioni dell’impianto. Il nome attribuito è Stadio dei Cipressi: è progettato nel 1928, compreso nel Piano Regolatore dello stesso anno e parzialmente ultimato nel 1932. L’opera è così chiamata a causa della folta corona di alberi che viene sistemata sopra la scarpata, che fa da perimetro tra lo stadio e le colline di Macchia Madama. L’architetto Del Debbio, progettista del Foro, non pensa a strutture murarie in vista, ma a terrazze erbose. Rispettando la cornice paesaggistica, lo stadio viene appoggiato alla collina, dopo opportuni spostamenti di terreno, senza stravolgere in tal modo l’ambientazione che si offre allo spettatore. Un ulteriore sviluppo dei lavori è già previsto per la costruzione delle gradinate degli anelli superiori ma seguendo sempre la conformazione naturale del terreno, secondo il principio di attuare una compenetrazione dell’opera nell’assetto morfologico dell’area. Lo Stadio dei Cipressi, un invaso d’erba. E’ il 1928 e le tribune di quello che diventerò l’Olimpico sono di là da venireCondividi   LEGGI TUTTO