È grande l’attesa attorno al 2022, con particolare riferimento ai nuovi equilibri tutti da scoprire (Mercedes rimarrà ai vertici? Red Bull proseguirà il trend di crescita? Ferrari risalirà ai livelli che, come dicono a Maranello, le competono?) e sull’estetica delle macchine a effetto suolo, che potrebbero essere anche molto diverse rispetto allo scialbo manichino presentato in anticipo da Formula 1, nonché differenti tra loro.
In particolare, a Maranello si lavora per cambiare i contenuti del pacchetto tecnico e se la nuova lettura dell’aerodinamica può essere non dissimile da quella delle altre squadre, sulla power unit il Cavallino ha deciso di innovare profondamente, giocandosi un pesante jolly.
Metà motore è promosso
A giudicare dalla parte elettrica, comparsa a Sochi sulla Rossa di Charles Leclerc e a Istanbul su quella di Carlos Sainz, alla Ferrari sono tornate le idee. Questa metà che lavora ad alta tensione (non più 400 volt ma 800, come nel caso di Mercedes e Honda) utilizza tecnologie analoghe a quelle dei due top team, ma porta in sé un’innovazione concettuale, un’idea che Maranello ovviamente non lascia trapelare. E verrà ulteriormente migliorata di qui al via del 2022.
V6 sui banchi per l’affidabilità
Ma anche più spinto dal punto di vista tecnologico e soprattutto del concetto è il motore termico, il V6 che ha già espresso le prestazioni auspicate dagli ingegneri e ora gira sui banchi prova di Maranello e dell’AVL in Austria, affinché venga raggiunta e messa a punto l’affidabilità.
Una sfida fondamentale da vincere, perché queste power unit in fase di definizione, che verranno omologate nel primo weekend della prossima stagione (GP Bahrain il 20 marzo), non potranno più essere modificate almeno per tre anni (2022-2024). E quasi certamente questa scadenza verrà fatta slittare al 2025, pertanto parliamo di un intero quadriennio… olimpico in cui la Ferrari vuol puntare all’oro col suo motore.
Binotto: «Non siamo da meno»
Mattia Binotto, che in questa sfida si gioca ruolo e carriera in Ferrari, affronta il futuro con orgoglio: «La tecnologia ibrida che abbiamo appena portato è molto avanzata, non ritengo sia da meno rispetto a quella che hanno gli altri (Mercedes e Honda, ndr) e ci consente oggi di essere competitivi. Quanto al V6 sarà molto diverso. Poi conterà quanto e come saremo capaci di sviluppare di qui a marzo, quanto lo faranno gli altri, quanto il 10% di etanolo obbligatorio nelle benzine influirà sulle diverse power unit». E come il tutto supererà la prova della durata e dell’affidabilità.