Mantenere alta la concentrazione non è facile, il cellulare – l’ultima rivoluzione di costume che ha interessato la totalità degli esseri umani sul pianeta Terra – è il prolungamento indispensabile delle nostre mani, dei nostri occhi e non solo più occasione prolungamento delle orecchie. Capirne gli effetti negativi e combatterli è un problema quotidiano, ma quando questi si trasferisce all’interno di uno spogliatoio, è chiaro che è arrivato il momento di discuterne. Lo ha fatto il tecnico della Nazionale Meo Sacchetti durante il seminario “il basket e chi lo racconta”, organizzato dalla FIP. Che ha aggiunto di essersi tanto arrabbiato durante le ultime due partite della Nazionale azzurra, perchè alcuni giocatori hanno usato il cellulare in spogliatoio tra il primo e il secondo tempo delle gare.
Ecco le sue parole, riportate da Repubblica. Non possiamo raccontarvele di persona perché, seppur invitati al seminario con regolare email dalla FIP, non potevamo compilare il form di ingresso che era a cura della USSI – Unione Stampa Sportiva Italiana – che lo aveva riservato esclusivamente alla casta giornalistica del cartaceo. Eppure si parlava di noi e infatti l’intervento di Sacchetti comincia con i social network…
“I social network hanno cambiato la comunicazione, ma bisognerebbe avere un rapporto diverso con il telefonino. Dopo la nostra doppia vittoria contro Polonia e Ungheria, mi hanno riferito che alcuni giocatori hanno usato il cellulare nello spogliatoio tra primo e secondo tempo. Non esiste, non si può, mi sono arrabbiato molto.
Sui cellulari a tavola ho perso la battaglia: avevamo delle regole, ma poi vedevo i giocatori usarli di nascosto durante il pranzo e allora meglio permetterne l’utilizzo. Ma durante la partita, tra il primo e il secondo tempo, non è possibile: questa battaglia non la perderò mai. Non siamo la Gestapo ma così non va bene: ora vediamo cosa deciderà il presidente, magari togliamo ai giocatori la diaria e la prendo io…”