Una settimana turbolenta, una domenica da sogno. Se Daniele Morato pensasse ad una sceneggiatura per un film, il titolo potrebbe essere “I miei sei giorni”. Dalla promozione per raccogliere la pesante eredità di Gianluca Graziosi al debutto su una panchina di serie A2 su uno dei campi più difficili della categoria e contro una compagine, Santa Croce, che fino a ieri aveva subito un solo ko in casa.
PRESTAZIONE SONTUOSA – “Sono felicissimo per la prova, ma ancor più per la disponibilità dei ragazzi a cui rivolgo un grande ringraziamento. Decisi tanto in attacco (52% globale) quanto in battuta (8 ace) ma positivi anche in ricezione (56% con il 33 di perfetta) per limitare i sei battitori della Kemas Lampiel e le loro continue variazioni. Siamo stati molto attenti anche per creare le migliori condizioni per costruire il cambio palla”.
SEMPLICITA ‘ – “La prima richiesta era stata quella di esprimere una pallavolo semplice. Si è fatto leva sul fattore entusiasmo, c”è stata la voglia unita alla determinazione ed alla passione di fornire un segnale forte. Poi quando tutto viene bene anche la gestione è assai facilitata”
ROCCAFORTE ESPUGNATA – “Giocare con questa personalità e con questa qualità su uno dei taraflex più tosti, ricchi di storia e caratterizzati dal calore della tifoseria non si presentava come compito agevole. Invece abbiamo approcciato la sfida come meglio non avremmo potuto e una volta entrati in fiducia ci siamo espressi ad alti livelli”.
EMOZIONI – “Ho cercato di godermi il momento al culmine di una settimana per nulla semplice. Ho lavorato tantissimo per avere una preparazione adeguata all’impegno. Questa per me è un’occasione incredibile e metto tutto quello che ho per ottenere il massimo”.
UN VICE AL “MAX” – “Poter contare su Max Redaelli è un privilegio. Ci conosciamo da tanti anni. Tra noi c’è un confronto continuo e mi ha aiutato moltissimo. Anche lui aveva tanta adrenalina in corpo per cui sono proprio felice per tutti. Per lui, per la società, per il ds Insalata, per i ragazzi e per tutto l’ambiente”.
SEI GIORNI – “In sei giorni non si possono fare miracoli. Questo successo è il frutto di tutto il lavoro eccezionale svolto in sei mesi con Graziosi. I cambiamenti aiutano, i giocatori si sono sentiti ancor più responsabilizzati e hanno risposto perché obbligati a reagire. Si è cercato, in primis, di cambiare qualcosa a livello mentale per farli giocare liberi”.
UN “LAGO” DI DIFFICOLTA’ – “Il difficile viene adesso. L’effetto del tutto e subito ha dato i suoi effetti, ora dobbiamo essere bravi a rifare le stesse modalità. Con la stessa tecnica, con lo stesso spirito di squadra per cavalcare l’onda. Ogni partita diviene fondamentale, il pensiero va ad una per volta e Lagonegro è una trasferta oltretutto lunghissima con molteplici fattori che possono influire. Ce la giocheremo consci degli ostacoli, ma anche del nostro potenziale. Il focus è sull’allenamento da affrontare sempre con la testa giusta, la voglia è quella di vivere tutto in un bel clima. Fuori e dentro dal campo”.