Partito da “enfant prodige”, Moutet si è ritrovato senza il supporto della federazione francese anche per via dei suoi comportamenti in campo. Adesso giocherà il primo ottavo a Parigi e di fronte avrà Sinner. Il Roland Garros è in diretta su Eurosport (canali 210 e 211 del telecomando Sky e in streaming su NOW)
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Ogni capitale del tennis mondiale ha il suo “Coco”. Se per gli US Open la stella è Coco Gauff, il Roland Garros ha riscoperto l’estro geniale e, perché no, anche folle di Corentin Moutet, ultimo transalpino rimasto in tabellone e che, domenica, avrà un compito a tratti proibitivo: diventare il primo a sconfiggere Jannik Sinner in uno Slam nel 2024.
Una personalità alternativa
“Mi piace pensare di avere una personalità alternativa, perché sono una persona autentica. Sono lo stesso di sempre sia in campo che nella vita e non ci provo nemmeno a fingere di essere qualcun altro”: così si era descritto lo stesso Moutet in una puntata di “The Insider” andata in onda durante gli Internazionali d’Italia. E per capire meglio chi sia il francese, basta un aneddoto che risale a non troppo tempo fa. Costretto a operarsi per la rottura di un tendine del polso destro a febbraio 2023, Corentin ha deciso di tornare in campo in netto anticipo… evitando di usare l’articolazione operata e passando al rovescio a una mano. Eseguito, tra l’altro, con la stessa facilità stilistica ed estetica rispetto al proprio naturale fondamentale bimane. E per quanto il francese abbia raccolto più sconfitte che vittorie nella stagione scorsa, la vittoria nel Challenger di Helsinki gli ha permesso comunque di rimanere in orbita top 100, lì dove ci si guadagna un posto nel tabellone principale di Slam e Masters 1000.
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Da enfant prodige a bad boy
Probabile che la scelta di Moutet sia stata dettata dalla necessità di dimostrare agli altri più che a se stesso di potersi gestire da solo. Partito da “enfant prodige” e convinto dalla Federazione francese a lasciare casa all’età di 12 anni, dieci anni dopo, Corentin si è trovato solitario e triste, senza fondi, senza supporto e, soprattutto, senza wild card per chi come best ranking vanta al massimo la 51esima posizione in classifica – posizione ritoccabile in caso di vittoria da sogno contro Sinner.
Non che la Federazione francese non avesse buoni motivi per tagliarlo fuori dal progetto. A gennaio 2022 Moutet fu squalificato dall’ATP 250 di Adelaide per insulti al giudice di sedia dopo aver perso il secondo set nel match di secondo turno contro il serbo Laslo Djere. A ottobre nello stesso anno, poi, il francese fu protagonista di una autentica rissa nel Challenger di Orleans dopo aver perso contro il bulgaro Andreev, con tanto di arbitro costretto a intervenire per separarli. Carattere fumantino, ma consapevolezza che crescere è possibile, cambiare un po’ meno. “Molte volte provo a controllarmi per essere la miglior versione di me stesso in campo, ma alla fine non riesco a non essere me stesso. Esistono persone a cui questo piace, mentre altri non apprezzano, ma io non posso essere una persona diversa”, ha spiegato lo stesso Moutet.
Il feeling con il pubblico
E forse, proprio le intemperanze caratteriali di Corentin gli permettono di entrare più facilmente in sintonia con il pubblico francese, che sa essere severo, ma che sa anche come infiammare l’atmosfera nei tornei di casa. Lob, tagli in back e dropshot impossibili, uniti all’imprevedibilità di essere mancino potrebbero impensierire Sinner che sicuramente si troverà davanti qualcuno per nulla intenzionato a dargli ritmo. A proprio vantaggio, Jannik potrà sfruttare la propria maggiore velocità di braccio, per inchiodare Moutet da fondocampo e impedirgli di prendere la rete e anche soltanto di pensare ad attuare le proprie magie da prestigiatore che gli hanno permesso di mandare in confusione nell’ordine il finalista di Roma, Nicolas Jarry, il kazako Shevchenko e l’austriaco Ofner. E poi, per quanto Moutet avrà sicuramente il pubblico a spingerlo, non è detto che possa andare oltre i limiti fisici di 12 set giocati, contro i 9 di Sinner. La certezza è che il Philippe Chatrier aspetta i due, per provare a mandare in crisi il freddo Jannik. “La vittoria apparterrà al più tenace” come si legge alzando gli occhi al cielo. E chissà se essere tenaci sarà sinonimo di essere estrosi o essere geometrici.