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Nella pallavolo, così come in molti altri sport, la figura del procuratore è centrale: gli agenti sportivi sono diventati negli anni il fulcro dei rapporti tra società e giocatori, per i quali spesso rappresentano l’unico riferimento chiamato a gestire tutte le esigenze logistiche e contrattuali, ma anche le controversie più delicate con i club. Il ruolo, insomma, con l’andare del tempo ha acquisito sempre più potere, tanto che più di un procuratore è stato “accusato” di aver deciso a tavolino la composizione di una o più squadre.
Eppure c’è anche chi va in controtendenza: sono passati già due anni da quando Tijana Boskovic, una delle più grandi giocatrici al mondo, ha deciso di lasciare l’agenzia Olimpic Sports Management, per poi rinnovare il proprio contratto con l’Eczacibasi Dynavit Istanbul qualche mese più tardi, dopo aver trattato da sola e senza intermediari. Nonostante i tentativi dei manager più importanti di aggiungerla alla lista delle proprie assistite, nel frattempo la situazione non è cambiata ed è probabile che a sedersi al tavolo delle trattative per il suo prossimo contratto (è legata al club turco fino al termine della stagione 2022-2023) sarà ancora una volta la campionessa serba stessa.
Siamo di fronte a una rivoluzione che potrebbe ribaltare i ruoli, dando sempre più potere ai giocatori? È ancora presto per dirlo, anche perché il caso di Boskovic è isolato nel mondo della pallavolo ad alti livelli (tra i pochi precedenti quello che riguarda il libero polacco Maria Stenzel). Non si può dire lo stesso in quello del calcio, dove – seppur lentamente – sta aumentando il numero di giocatori che decidono di trattare direttamente con le società.
L’esempio perfetto riguarda il rinnovo contrattuale di Kevin De Bruyne con il Manchester City: ormai un anno fa il fenomeno belga ha rinnovato con i Citizens fino al 2025, ma per raggiungere l’accordo non ha fatto affidamento su un agente, bensì su un team di Data Analyst. Attraverso numeri e dati statistici ha dimostrato la sua centralità all’interno della squadra, spingendo la società a riconoscergli un ruolo fondamentale e di conseguenza uno stipendio da 24 milioni all’anno.
Dopo De Bruyne è stata la volta di Joshua Kimmich, centrocampista tedesco che ha rinnovato con il Bayern Monaco dopo aver salutato l’agenzia che ne curava gli interessi. Firma immediata rappresentando se stesso, senza agenti o procuratori, spiegando di essere arrivato alla conclusione che nessuno – meglio del diretto interessato – sarebbe stato in grado di gestirne gli affari. Il caso più recente è quello dell’attaccante belga Romelu Lukaku, che quest’estate ha seguito personalmente la vicenda del suo trasferimento dal Chelsea all’Inter senza passare dal procuratore. Un’inversione di tendenza che potrebbe prendere piede anche nel volley?