FOTO FILIPPO RUBIN / LVF
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Eleonora Lo Bianco non ha bisogno di riconoscimenti o complimenti per legittimare la sua straordinaria ed ineguagliabile carriera. Per lei parlano i numeri, le vittorie ed i record che l’hanno fatto diventare una leggenda della pallavolo italiana. La palleggiatrice piemontese rappresenta un esempio lampante di come i sacrifici, prima o poi, vengano sempre ripagati e quanto siano fondamentali il lavoro e la passione per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Diventare una campionessa non è facile e certamente non basta solo il talento. Quanto sono stati importanti il lavoro costante e la passione per raggiungere i grandi successi della sua carriera?
Qual è stata la sua vittoria più significativa?
548 non è un semplice numero per lei: sono le sue presenze con la maglia della Nazionale. Mai nessuno ha raggiunto questo traguardo nella storia della pallavolo italiana…
Malinov, Cambi e Orro sono le giocatrici che hanno raccolto la sua pesante eredità in Nazionale. Quali consigli si sente di dare a queste ragazze per diventare palleggiatrici vincenti?
“Credo che sia fondamentale mettersi sempre a disposizione della squadra, essere pronte al sacrificio, avere passione e non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che si incontrano negli allenamenti o nelle partite. Arrivare a giocare in Nazionale è solo il primo traguardo. Solo con la costanza nel lavoro, si può continuare a raggiungere grandi risultati e vestire la maglia azzurra per tanti anni”.
La Nazionale femminile, attualmente impegnata nei Mondiali in Giappone, ha un progetto molto ambizioso. A quali obiettivi possono ambire le nostre azzurre?
A breve avrà inizio il campionato di Serie A1 femminile, che si preannuncia equilibrato e di altissimo livello. Quali squadre, a suo giudizio, sono le favorite per giocarsi la vittoria dello Scudetto?
Ha vissuto un’esperienza difficile a Casalmaggiore. Cosa non ha funzionato nella Pomì della scorsa stagione?
La sua carriera straordinaria non ha certamente bisogno di presentazioni, ma attualmente è svincolata. Si aspettava di arrivare ad ottobre ancora senza squadra?
“Onestamente non me l’aspettavo. Non è la fine del mondo e perciò me ne sono fatta una ragione. Se a gennaio mi verrà data una possibilità con qualche offerta interessante, sarò contenta di ricominciare a giocare”.
Quest’estate ha ricevuto proposte da qualche società?
Ha paura del ritiro, di lasciare la pallavolo giocata ed iniziare una nuova vita?
Resterà nel mondo del volley? C’è un ruolo che le piacerebbe ricoprire nel post-carriera?