Sembrerà quasi ridicolo ai lettori di pianetabasket.com, che sull’argomento hanno letto di tutto e di più accaduto in ogni parte d’Italia, che una amministrazione come quella di Milano, che non riesce a portare in fondo la ristrutturazione del PalaLido, si lanci nella realizzazione di un impianto ex-novo, ma è proprio così. Palazzo Marino, con il sindaco Sala e l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran hanno fatto sapere che i soldi per un nuovo impianto ci sono, a prescindere se la città sarà coinvolta o meno nelle Olimpiadi Invernali per cui l’Italia sta discutendo la candidatura per il 2026.
L’arena multifunzionale dovrebbe sorgere nel quartiere di Santa Giulia, la stessa arena inclusa dal Coni nelle 19 pagine del dossier relativo proprio ai contestati Giochi Invernali. Lì sarebbe previsto ospitare le gare di short track e di pattinaggio artistico. Lo stesso quartiere del progetto “business district”, dove nell’area compresa tra la stazione Rogoredo e lo Sky Campus, sorgeranno Spark One e Spark Two, due edifici di 35mila metri quadrati in tutto, con un investimento di 120 milioni di euro. L’area, molto grande, è tuttora una delle più inquinate d’Europa avendo ospitato per decenni i siti chimici della Montedison e siderurgici della Redaelli. La riqualificazione proposta da Zunino all’inizio di questo secolo è stata rallentata dai problemi finanziari dello stesso e dalle inchieste ambientali e giudiziarie sulle bonifiche. La nostra paura è che il nuovo palazzo sia solo il grimaldello per uno spreco senza fine di soldi pubblici per opere destinate a non essere realizzate ma solo a drenare contributi – specialmente se i Giochi olimpici non dovessero arrivare. Ovviamente per importi a salire in maniera esponenziale visto che una stima sulle bonifiche imparziale non è stata pubblicata da alcun organo di stampa.