In SuperLega non bastano solo talento, tecnica e spirito di squadra. Per competere ad alti livelli, servono anche strutture solide, programmazione e professionisti di eccellenza in ogni ambito. Allianz Milano ha fatto da sempre della qualità del lavoro uno dei suoi tratti distintivi e, stagione dopo stagione, ha costruito non solo una squadra capace di lottare per traguardi ambiziosi in campionato, Coppa Italia e coppe europee, ma anche un sistema organizzativo in linea con i maggiori club internazionali. Accanto ai nomi che ogni settimana vanno a referto, c’è una squadra che lavora lontano dai riflettori, ma è fondamentale per il rendimento e la salute degli atleti: lo staff medico e fisioterapico. Un settore che ha assunto nel tempo un ruolo centrale nella gestione quotidiana del lavoro, nella prevenzione e nel recupero dagli infortuni. Senza un medico in panchina per ogni squadra e uno a servizio del pubblico, inoltre da tempo non si può disputare alcuna partita di volley di alto livello.
Tra i professionisti che hanno accompagnato Allianz Milano in questo percorso d’élite c’è il dottor Massimiliano Piatti, ortopedico della Clinica di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico San Pietro (Bergamo). Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Milano-Bicocca, si è specializzato in Ortopedia e Traumatologia e ha ottenuto un Master in biomeccanica e trattamento dell’arto superiore all’Università di Bologna.Da anni al fianco di atleti professionisti e amatoriali, esperto di chirurgia artroscopica, mini-invasiva e protesica, il dottor Piatti è oggi una figura di riferimento per la società milanese. In vista della nuova stagione, ha condiviso riflessioni, esperienze e aspettative nel corso di un’intervista che offre uno spaccato prezioso sul lavoro silenzioso, ma cruciale, che accompagna ogni successo sul campo.
Dottor Piatti, ottava stagione consecutiva in SuperLega per Allianz Milano: che significato ha per lei far parte di questo percorso d’élite per lo sport italiano?
Essere parte di questo percorso ed iniziare l’ottava stagione consecutiva è motivo di orgoglio ed emozione. Vedere oggi la Powervolley stabilmente tra le realtà di vertice del nostro campionato in un palcoscenico come Milano è motivo di soddisfazione. Dal punto di vista medico-sportivo, è stato entusiasmante costruire, stagione dopo stagione, un metodo di lavoro condiviso ed altamente professionale.
Coordina uno staff medico e fisioterapico ormai consolidato: com’è strutturato il vostro lavoro quotidiano con la squadra?
Grazie al sostegno del nostro presidente, Lucio Fusaro siamo riusciti a consolidare uno staff sanitario di cui vado fiero, aggiungendo progressivamente figure che potessero aumentare il supporto agli atleti, allo staff ed alla società in toto. I nostri “Fisio” Marco Rampazzo e Matteo Zurek si prendono cura dei giocatori prima, durante e dopo ogni sessione di allenamento e partita, anche nei giorni di riposo seguendo i recuperi e gli infortunati. Condivido tutti i giorni con loro e gli altri medici sociali Luca Rigamonti, Erik Benedettini le diagnosi, le terapie, i carichi di lavoro ed i protocolli di prevenzione. Posso anche avvalermi delle utili consulenze del dottor Luigi Sesana specialista in Medicina dello Sport.
Anche dal punto di vista medico e fisico la stagione presenta ogni anno delle sfide, quali sono le principali avendo a che fare con giocatori di questo livello?Le sfide principali riguardano la gestione del carico di lavoro e la prevenzione degli infortuni. In SuperLega si gioca ad altissima intensità ed i margini di recupero sono spesso molto stretti soprattutto in concomitanza delle coppe o durante i play off. Il livello tecnico e fisico è talmente elevato che anche un piccolo disturbo può compromettere la prestazione. Serve grande attenzione quotidiana, competenza, ascolto dell’atleta e reattività nel modulare il lavoro quando necessario. Tutto ciò è possibile grazie alla raccolta di dati, la loro analisi e la gestione costante dei protocolli di prevenzione sempre in coesione con lo staff tecnico. Per il terzo anno consecutivo avremo il prezioso contributo della dottoressa Federica Carracillo che supervisiona l’ambito nutrizionale sempre più centrale nei progetti di prevenzione, performance e recupero degli infortuni.
Che tipo di collaborazione o scambio avviene tra staff medico del club e quelli delle selezioni nazionali?
Il dialogo è continuo e, per fortuna, negli ultimi anni è cresciuto molto il livello di collaborazione. La mia esperienza di nazionale, quella del nostro fisioterapista e del nostro staff tecnico permettono di avere una rete di rapporti che ci permette di essere stabilmente in contatto con gli staff che seguono i nostri giocatori, avendo così una continuità assistenziale importantissima. L’obiettivo comune è la tutela dell’atleta, indipendentemente dalla maglia che indossa.
Passiamo a un caso specifico, Tatsunori Otsuka ha subito di recente un intervento al gomito: a che punto è il suo percorso di recupero?
Ad inizio luglio Otsuka è stato sottoposto ad un intervento artroscopico al gomito; ha già ripreso le attività supervisionato dallo staff della nazionale giapponese con il quale sono in continuo aggiornamento. Ci auguriamo che rientri prontamente con la sua nazionale per averlo in piena forma al suo ritorno.
In queste sette stagioni di SuperLega più volte ha dovuto gestire il rientro in gruppo di giocatori da infortuni, quali sono state le esperienze più delicate?
Ogni recupero ha le sue peculiarità, ma le situazioni più delicate sono sempre quelle in cui l’atleta rischia di accelerare troppo la sua ripresa, questo dipende dalla sua importanza tecnica e dal momento della stagione. Le basi di una corretta gestione sono la diagnosi tempestiva, il rispetto delle fasi biologiche e una pianificazione precisa del programma di recupero; in questo mi aiuta l’esperienza nel gestire questo tipo di atleti, l’essere chirurgo ortopedico e soprattutto il prezioso confronto con coach Roberto Piazza e del preparatore Giovanni Rossi.
Fondamentale però resta lo spirito di sacrificio dell’atleta, la sua fiducia e resilienza.
Come medico, cosa si augura per questa nuova stagione con l’Allianz Milano – sia dal punto di vista dei risultati sia della salute dei ragazzi?
Dal punto di vista medico, mi auguro una stagione il più possibile lineare e con tutti i ragazzi in grado di esprimere al meglio il proprio potenziale. Dal punto di vista sportivo, le ambizioni sono sempre quelle di crescere collettivamente puntando in alto. Il nostro compito come staff medico sarà quello di dare il massimo affinché la squadra sia sempre nelle migliori condizioni per competere.
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