Ci sono campioni che, dopo aver vinto tanto, decidono di fermarsi. E poi c’è Alexander Berger, che ha scelto di ripartire: in particolare da Belluno, dove è approdato lo scorso marzo. In silenzio, senza proclami. Ma in poco tempo ha conquistato compagni, staff, tifosi. Con l’umiltà di chi non ha nulla da dimostrare, e la fame di chi, invece, vuole ancora tutto.
SCHIENA – Trentasette anni compiuti il 27 settembre, lo schiacciatore austriaco ha nel suo bagaglio un’intera carriera vissuta ad alto livello. In mezzo, pure uno scudetto vinto a Perugia, da protagonista. Ma non è il palmares a definirlo. È piuttosto la sua attitudine: quella di un atleta non smette mai di imparare, di ascoltare, di mettersi in gioco. «Ora la schiena sta bene – racconta –. Dopo l’ernia che ho avuto nel 2018, presto sempre la massima attenzione. Ma sono felice e molto grato al nostro staff medico per l’eccellente trattamento. In generale, la mia condizione fisica è buona: ogni giorno e ogni allenamento mi aiutano a migliorare sempre di più».
PERIODO INTENSO E NECESSARIO – Ha saltato i primi tre test della pre-season, ma il tempo perso è stato recuperato con metodo e la consueta precisione di chi sa che la forma, nel volley, è un equilibrio sottile tra forza e leggerezza. «È stato un periodo intenso, ma necessario – spiega – per costruire una buona base e permetterci di mantenere la forma per l’intera stagione. Nel complesso, ho trovato un gruppo interessante, un buon mix di elementi esperti e giovani motivati, con molto potenziale».
AMICI – Alex, ai piedi delle Dolomiti, ha riabbracciato anche una vecchia conoscenza: Stefano Giannotti. Dieci anni fa, insieme, condividevano la maglia di Padova, in A1: «Siamo buoni amici – sorride Berger –. Stefano non è solo un ottimo giocatore, ma anche un grande uomo squadra. Sono felice di condividere di nuovo il campo con lui».
PIANO PARTITA – Nel frattempo, domenica 19 ottobre (alle 18), alla VHV Arena, scocca l’ora del debutto ufficiale in Serie A3 Credem Banca. Dall’altra parte della rete, l’ErmGroup Altotevere San Giustino. «Come in ogni sfida – conclude Berger – dobbiamo concentrarci su noi stessi, sul nostro gioco. E naturalmente sul piano partita». L’uomo dei grandi palcoscenici, oggi, parla con la semplicità di chi ha imparato che la grandezza non si misura attraverso i trofei, ma nella continua ricerca della versione migliore di sé.
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