Witold Banka, presidente della Wada, è tornato a parlare di Jannik Sinner e del “caso clostebol”. In particolare, il numero uno dell’Agenzia Mondiale Antidoping ha commentato il mancato ricorso contro la polacca Iga Swiatek, attuale numero 2 al mondo e sua connazionale, precisando come non ci sia stato un trattamento differente rispetto al campione azzurro. Questi i passaggi salienti della sua intervista publicata sulle pagine web sportive del quotidiano polacco Rzeczpospolita: “Swiatek e Sinner? Si tratta di due casi completamente diversi, che non possono essere paragonati. Sia le sostanze che le circostanze sono diverse”. Banka ha poi aggiunto: “Abbiamo preso entrambe le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno. La procedura da parte nostra è stata la stessa di qualsiasi altro caso disciplinare”. Sulla questione Swiatek (positiva alla trimetazidina), la Wada si era pronunciata con un comunicato, spiegando di aver richiesto un parere a un consulente legale esterno “che ha ritenuto che la spiegazione della contaminazione dell’atleta fosse ben dimostrata, che la decisione dell’Itia (la sospensione di un mese, ndr) fosse conforme al Codice mondiale antidoping e che non ci fossero basi ragionevoli per appellarsi”. Era stata così accettata l’ipotesi della melatonina contaminata, ritenuta valida. Una situazione differente rispetto a Sinner, visto che contro il numero 1 al mondo è stato presentato un appello, con richiesta di 1-2 anni di squalifica. Ma cos’era successo a Jannik Sinner? Il numero uno al mondo era risultato positivo, a marzo 2024, a causa di una contaminazione da Clostebol, ma era stato poi scagionato da un processo condotto dall’Itia (International Tennis Integrity Agency). La Wada, ovvero l’Agenzia mondiale antidoping, ha fatto però ricorso al Tas, chiedendo da uno a due anni di squalifica. Un ricorso, quello della Wada, che va nella direzione di dimostrare non l’uso intenzionale del cicatrizzante incriminato, bensì stabilire una responsabilità parziale di Sinner, che secondo la Wada sarebbe colpevole del comportamento negligente e non corretto del proprio staff, in particolare dell’ex preparatore Ferrara e soprattutto dell’ex fisioterapista Naldi, entrambi allontanati in seguito. Il nuovo processo, che andrà in scena a Losanna, non sconfesserà necessariamente la sentenza di primo grado, ma riesaminerà da capo tutte le prove presentate. Jannik dovrà quindi dimostrare, ancora una volta, di non essere stato negligente o gravemente negligente. Nel caso in cui dovesse riuscire a dimostrare la sua innocenza non ci sarà sanzione, proprio come stabilito in primo grado, mentre in caso di condanna la sanzione andrebbe da un minimo di 12 mesi di squalifica a un massimo di 24. La Wada ha già depositato la sua memoria di appello e ora toccherà a Sinner. Il ricorso presentato dalla Wada sarà discusso il 16 e 17 aprile 2025 a Losanna, in Svizzera.
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