Boris Becker, il più giovane campione di Wimbledon racconta i suoi 231 giorni in carcere a Londra. Lo fa attraverso le pagine del suo libro e in una lunga intervista esclusiva a Sky Sport. Da oggi, venerdì 26 settembre, andrà in onda un’anteprima dell’intervista. Lo speciale “Boris Becker – Inside” sarà disponibile da martedì 30 settembre su Sky Sport e on demand. La versione integrale dell’intervista sarà anche su Sky Sport insider
SKY SPORT INSIDER
Boris Becker guarda la copertina italiana della sua prima autobiografia e cammina tra i corridoi di Sky. In lontananza lo segue Lilian, la donna che a settembre dello scorso anno è diventata sua moglie e che a dicembre lo renderà padre del loro primo figlio. Colei che c’è stata ad ogni udienza, che è stata il collante tra lui in prigione e la sua famiglia: i suoi figli, sua madre, sua sorella, le sue ex mogli. Colei che lo ha scelto nel momento più difficile della sua vita, non quando sollevava trofei o era l’idolo di tutti. Il libro uscirà in Italia il 30 settembre e in quelle 300 pagine il più giovane campione di Wimbledon racconta i suoi 231 giorni in carcere a Londra.
In una lunga intervista a Sky Sport, racconta i suoi giorni in prigione. Giorni in cui ha paura di essere ucciso, in cui sente le urla che rimbombano nella sua cella 2 metri per 3: “Prigioniero A2923EV: in prigione non ti chiamano più con il tuo nome, non sei più Becker o Boris, tu sei solo un numero”. Quel numero compare anche sulla copertina del libro perché ormai è parte della vita di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi. Che però sovrappone le due date più significative della sua vita: 17 luglio 1985, il primo titolo a Wimbledon, e 29 aprile 2022, data della sentenza che lo ha giudicato colpevole di insolvenza e l’inizio di quelli che sarebbero stati 7 mesi di carcere. “Credo che se non fossi stato un bambino prodigio non ci sarebbe stata una condanna, non sarei finito in prigione perché la mia vita avrebbe preso una piega diversa”. Quei 231 giorni hanno cambiato Boris Becker, che ricorda ancora le urla spaventose della sua prima notte in cella e di come solo dopo parecchi giorni sia riuscito a dormire, dei rapporti che si creano con gli altri detenuti e di quando ha rischiato di morire. “Un giorno un prigioniero ha minacciato di uccidermi e di tagliarmi la gola perché gli avevo parlato nel modo sbagliato”.
Riflette poi sul fatto di trovarsi nel quarto set della sua vita, avanti 2-1, con una frase che se fosse uno dei suoi servizi in campo lascerebbe senza parole il suo avversario. “Forse il carcere mi ha fatto bene. La prigione mi ha purificato“. Boris Becker-Inside è un racconto duro, potente, vero. Nell’intervista rivive alcuni momenti che sembrano impensabili per chi è stato così in alto nella sua carriera sportiva, ma non cede all’emozione. A commuoversi è Lilian che ascolta dietro le quinte. Si abbracciano e pensano ai nuovi capitoli della loro vita insieme, ancora da scrivere.
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