Ma che Ferrari è questa? Hamilton frustrato, Leclerc a podio ma…

Al Gran Premio di Spagna F1 2025, la Ferrari va a podio con Leclerc ma fatica molto con Hamilton. Un’analisi tra performance, setup e sfide psicologiche.

16 during the Formula 1 AWS Gran Premio del Made in Italy e Dell’Emilia-Romagna 2025, Emilia Romagna Grand Prix 2025, 7th round of the 2025 FIA Formula One World Championship from May 16 to 18, 2025 on the Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari, in Imola, Italy – Photo Eric Alonso / DPPI – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

Il Gran Premio di Spagna ci ha consegnato una Ferrari dai contrasti evidenti, un’immagine specchio di una stagione che si annunciava ricca di dinamiche inattese. Se da un lato il terzo posto di Charles Leclerc ha proiettato la Rossa al secondo posto nel Campionato Costruttori, dall’altro la crescente delusione di Lewis Hamilton getta un’ombra su un team che, fino a pochi mesi fa, sognava di riunire due campioni. Ma al di là dei numeri e delle posizioni in classifica, cosa sta realmente accadendo nel box della Scuderia Maranello? E come possiamo indagare queste sfumature senza cadere nella retorica delle domande scontate?

L’architettura della performance: analisi tecnica e questioni aperte

Il risultato di Leclerc a Barcellona, un circuito tradizionalmente rivelatore per il bilanciamento aerodinamico e le prestazioni generali delle vetture, ha mostrato un potenziale che la SF-25 sembra esprimere a tratti. La capacità di Charles di gestire il degrado gomme e di estrarre il massimo dalla vettura in condizioni di pressione, come dimostrato dalla sua difesa nel finale di gara, è un segnale positivo. Tuttavia, è lecito chiedersi quanto questa performance sia intrinsecamente legata all’abilità del singolo pilota e quanto sia una dimostrazione di un miglioramento strutturale della vettura.

Differenziazione dei setup: È interessante notare come il team stia gestendo la messa apunto delle due vetture. Ci sono divergenze significative nelle configurazioni aerodinamiche (es. carico alare, incidenza dell’ala anteriore), nella rigidezza delle sospensioni o nella distribuzione del peso che possano spiegare il divario di performance tra Leclerc e Hamilton? Quanto questi adattamenti sono guidati dalle preferenze di guida dei piloti e quanto da specifici dati telemetrici che evidenziano una finestra operativa più stretta per un pacchetto di aggiornamenti piuttosto che per un altro?

Gestione pneumatici e telemetria comparata: il degrado degli pneumatici è stato un fattore chiave in Spagna. Analizzando i dati telemetrici, si potrebbe approfondire se il “micro-sliding” (piccoli slittamenti degli pneumatici) di Hamilton sia significativamente maggiore rispetto a Leclerc, indicando una difficoltà nel trovare il punto di equilibrio termico o una maggiore sensibilità del suo stile di guida al setup della vettura. Quali parametri (temperatura delle gomme, pressione interna, angolo di camber) mostrano le differenze più marcate e cosa suggeriscono in termini di ottimizzazione?

Le dichiarazioni post-gara di Hamilton suggeriscono una mancanza di “feeling” con la vettura. A livello tecnico, quali sono le aree specifiche su cui il suo feedback si concentra maggiormente (es. sottosterzo in ingresso curva, trazione in uscita, stabilità in frenata)? Quanto queste problematiche sono indirizzabili con modifiche di setup e quanto richiedono interventi a livello di concept aerodinamico o meccanico più profondi per le future evoluzioni della SF-25?

Emozioni in pista e oltre

Il paddock non è solo un luogo di ingegneria e strategia, ma anche un crocevia di emozioni umane. La frustrazione di Hamilton, contrapposta alla brillantezza e alla ritrovata fiducia di Leclerc, racconta una storia di sfide personali e professionali che vanno al di là dei secondi sul giro.

Lewis Hamilton, dopo anni di successi in Mercedes, l’arrivo in Ferrari ha rappresentato per lui un cambio radicale di ambiente, metodologia di lavoro e, potenzialmente, cultura ingegneristica. Oltre alle ovvie domande sulla sua integrazione, potremmo chiedere: “Quali sono le differenze più sottili ma significative nell’approccio alla raccolta dati e all’analisi delle performance tra Ferrari e la sua precedente squadra che potrebbero influenzare il suo adattamento?”, oppure “Quali aspetti della comunicazione interna e del processo decisionale in Ferrari stanno rappresentando la sfida maggiore per un pilota abituato a un ecosistema diverso?”.

Charles Leclerc sembra aver ritrovato una serenità e una fiducia che si traducono in performance. Invece di chiedere semplicemente “Come ti senti?”, potremmo indagare: “C’è stato un momento specifico, magari una conversazione o un’analisi di dati, che ti ha dato la chiave di volta per sbloccare la performance della SF-25, o è stata una progressione più graduale?” oppure “Come la pressione interna data dal tuo status di pilota di punta Ferrari in questo momento influenza il tuo approccio al weekend di gara e la tua preparazione mentale?”.

È una Ferrari in piena evoluzione, una scuderia che sta imparando a gestire una dualità complessa e che, forse, sta gettando le basi per un futuro che potrebbe essere più imprevedibile di quanto si pensi. La narrazione è appena iniziata. Quali domande porremo per svelare i prossimi capitoli di questa storia?

Fonte: https://www.circusf1.com/2025/06/ma-che-ferrari-e-questa-hamilton-frustrato-leclerc-a-podio-ma.php

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