Maranello vuole e deve puntare ai due Mondiali, non ha più scelta. La stessa Ferrari, per negarsi definitivamente ogni possibile alibi, s’è esposta chiamando Lewis Hamilton, il più vincente di sempre. Charles Leclerc, leggermente meno esposto dal punto di vista mediatico, ringrazia. La squadra ha cambiato direttore tecnico: Loic Serra spiega che «i test di Sakhir sono stati molto utili e la vettura ha mostrato un buon livello di affidabilità». Immaginiamo che il problema idraulico che ha fermato Hamilton nei test sia stato causato da un problema già risolto. Dice anche che «siamo felici ci sia una buona correlazione tra i dati raccolti in pista e quelli dei simulatori». Fondamentale, per non navigare a vista. Dunque da stanotte italiana (prime prove libere alle 2.30 di domani) la parola alla macchina, ribaltata nello schema delle sospensioni anteriori rispetto al 2024. Gli altri hanno evoluto, estremizzato, più che rivoluzionato: è il caso della McLaren MCL39, la vettura da battere. Il rebus Red Bull forte di Max attende di essere sciolto, mentre Mercedes è sospesa. «Non è chiaro per cosa lotteremo – ha anticipato il capo Toto Wolff – io a Melbourne sarei felice per un podio».
Meglio Verstappen o Hamilton? Alonso o Hamilton? O addirittura: meglio Verstappen o Senna? Ecco le domande cui non si può mai dare risposta, fino a che due grandi piloti coevi non finiscono per confrontarsi a parità di macchina. Dunque va a sciogliersi il quesito “meglio Hamilton o Leclerc?”, da strutturare però un po’ meglio: meglio Lewis che finora ha vinto il tesoro di San Gennaro ma è gravato dai quarant’anni, o meglio Charles con la freschezza dei suoi 27, il suo ferrarismo militante di sempre, la sua impossibilità finora di puntare in alto per colpa di Rosse non all’altezza? Questo duello sarà appassionante, a qualsiasi livello si svilupperà. I due hanno lo stesso stile di guida e amano l’anteriore preciso anche al prezzo di un posteriore leggero, sono grandi frenatori dentro la curva e sembrano affiatati come compagni di squadra. Primo momento della verità l’alba di sabato con le prime qualificazioni (vantaggio Leclerc).
Torna un pilota italiano, e l’entusiasmo non potrà limitarsi alla presenza sulle griglie. Andrea Kimi Antonelli, 18 anni, è un fenomeno che diversi anni fa, quando era bambino, l’allora direttore dell’accademia FDA Massimo Rivola propose al team principal Arrivabene, venendo respinto con gravi perdite. Forse il senso di colpa di provenire dall’industria del fumo e non voler coinvolgere i piccoli, forse distrazione, forse il gusto di bocciare una proposta, chissà, fatto sta che Kimi 2.0 debutta con la Mercedes. E al posto di Hamilton! Nessuno pretende dal cinno bolognese meraviglie nell’immediato, ma neanche nessuno se ne adonterebbe. Wolff lo definisce «il nuovo Verstappen» ed Helmut Marko, pigmalione del Verstappen autentico, si sbilancia: «Antonelli è un pilota dalla velocità impressionante».
Usciti Perez, Ricciardo, Magnussen, Bottas, Zhou (ora terzo pilota Ferrari) e Sargeant, entrano con un programma completo Antonelli, Lawson, Bearman, Hadjar, l’atteso Bortoleto in Sauber e Doohan, questi a rischio-Colapinto dal quinto GP (Arabia Saudita). È comunque un cambio di pelle profondo, e molto interessante.
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