Luigi Abete esclusivo: “Il mio basket è dei giovani che studiano”

ROMA – Due ore. Due ore in cui Luigi Abete, presidente della Luiss Business School e dell’Associazione sportiva Luiss, ha raccontato con l’entusiasmo del ragazzino – oltre a quanto sia orgoglioso di come lo sport viaggi di pari passo con lo studio alla Luiss – come la squadra di basket, nell’ultima stagione in B1, sia il cardine di tutto il progetto. 
L’Associazione sportiva Luiss nasce nel 1999 dalla volontà di favorire la pratica sportiva tra gli studenti dell’ateneo e veicolare, tramite lo sport, valori come la socializzazione, il rispetto delle regole e il fairplay. Sono 20 le squadre dell’AS che competono a livello agonistico e 13 gli sport praticati.  
Il basket è l’oggetto dell’intervista. Circondato dalle immagini di una carriera straordinaria, sempre in prima fila, Abete ha messo insieme aneddoti, obiettivi, sogni e progetti.  
Sorridendo ha ammesso di non portare da sempre la cravatta, ma vent’anni fa in Confindustria fu Scaroni, attuale presidente del Milan, a suggerirlo per «risparmiare energia e aria condizionata». Si è fatto tremendamente serio nell’affrontare il tema che gli sta più a cuore: i giovani, lo sport e lo studio. «So di non essere più giovanissimo, ma il presente e il futuro sono dei ragazzi, sempre, e noi siamo qui a dimostrarlo»

In che modo? 

«Per prima cosa ci tengo a dire che negli anni, in particolare negli ultimi cinque, è cambiata la prospettiva. Prima si parlava di ragazzi che studiavano e poi si allenavano. Ora si parla di ragazzi che si allenano, giocano e studiano. Sport e laurea sono sullo stesso piano». 

La squadra di basket è un esempio in Italia e in Europa. 

«Confermo, ci sono tante richieste da parte di giovani anche europei per venire da noi. Il nostro target è 19-23 anni e vogliamo che sia il più elevato di tutti i campionati. Cosa significa? Più minuti e più partite possibili. Ovviamente nel roster ci sono anche dei senior che aiutano i ragazzi a crescere perché l’esperienza è importante. Siamo al momento la prima squadra di Roma, visto che quest’anno abbiamo fatto le semifinali playoff, e vorremmo continuare ad esserlo. Magari tornando in A2». 

Avete cambiato allenatore. 

«Sì. Dopo dieci splendidi anni di crescita con Paccariè, siamo passati a Alex Righetti, argento olimpico con l’Italia ad Atene 2004. Era con noi nello staff, adesso è il coach». 

I vostri ragazzi giocano e studiano, le due carriere vanno di pari passo, non è scontato.  

«E se permettete neppure immediato, c’è voluto tempo. Il discorso è semplice: qui giocano, poi dopo la laurea possono salire di livello ma hanno comunque un titolo di studio e un certo tipo di formazione. Faccio un esempio: un nostro giocatore si laurea e prende il master, poi ha magari 10 anni di basket davanti. E dopo? Che succede? Ecco noi pensiamo all’atleta di oggi e al professionista di domani». 

Avete anche un discreto seguito. 

«E sapete qual è la cosa bella? Che i più appassionati spesso sono i professori. Non è affatto scontato. E poi noi vorremmo che il tifo crescesse sempre di più, questi ragazzi lo meritano. Un tifo a favore, positivo, mai contro qualcun altro». 

Obiettivi per il prossimo anno? 

«Vogliamo essere competitivi e fare un passo in avanti strutturale rispetto alla stagione precedente. Il nostro progetto è in crescita, anche se per realizzare tutto quello che vorremmo avremmo bisogno di una seconda squadra nazionale: un A2 e una B1, solo così potremo essere permanentemente attrattivi. Perché ci sarebbe la possibilità di avere non 10 giocatori giovani a disposizione, ma 25. Faccio un esempio: dei 150 giocatori che disputano le finali U.19, la maggioranza potrebbe essere parte attiva delle nostre rose. Avere quindi un’altra squadra sarebbe fondamentale». 

Ci sono tanti giovani italiani forti? 

«Sì, solo che non li fanno giocare. Nei top club si preferiscono americani, europei o giocatori senior. E sapete perché? Perché i coach rischiano di meno. Se perdi con uno esperto in campo puoi sempre dire: “Io l’ho schierato, è lui che ha giocato male”. Se butti dentro un ragazzo, a cui devi anche dare la possibilità di sbagliare, ti assumi più responsabilità in prima persona. E non tutti vogliono farlo. Ecco: noi non dobbiamo avere paura di assumerci responsabilità. Per noi è un passaggio strategico». 

Abete, lei ha un sogno tutto suo? 

«Un obiettivo: che un giorno ci siano in campo 10 Under 22 in A per 20’ sempre, ogni partita. Nel nostro caso obiettivo e sogno coincidono: vogliamo un gruppo sempre più forte, giovane, che vuole vincere e restare possibilmente la prima squadra di Roma. In cinque anni vorremmo un secondo roster e in altri cinque successivamente vorremmo dimostrare il resto»

Non perde una partita dei suoi ragazzi. 

«O dal vivo o collegato, ci sono sempre. Quando siamo andati in A2 un dirigente della Lega mi ha detto: “Siete arrivati qui come una favola, uscite che siete una leggenda”. Vogliamo rendere questa leggenda strutturale e poi sarà il campo a dare le risposte. A volte saremo stati più bravi, altre meno». 

Anche gli sponsor vi seguono. 

«La Luiss Business School è partner della Luiss perché è necessario che si abbia la stessa mentalità. Ma sì, ogni disciplina ha il suo partner». 

E poi si possono “adottare” gli atleti.

«Sì, quelli che dopo la laurea vogliono continuare a giocare sono indirizzati da noi verso aziende che possano consentire loro di lavorare e giocare insieme». 

Lei da sempre è fautore della combinazione sport e studio. 

«In Luiss oltre mille persone fanno sport attivo, vorremmo arrivare a 2500».  

C’è qualcosa che ancora non la soddisfa? 

«La nostra mentalità prevede che si possa migliorare sempre. E lo faremo. Ma una cosa vorrei dirla: noi siamo diventati competitivi e professionali, ma gli arbitri ci vedono ancora come amatoriali. Lo eravamo, forse, ma ora siamo professionali, anche se abbiamo giocatori che preferiscono prendere un titolo di laurea invece che essere pagati cash. Ci sottovalutano oppure pensano che ci prendiamo un fischio in più senza fiatare. Noi siamo corretti, ma non meritiamo arbitraggi amatoriali. Dobbiamo farlo comprendere bene questo». 

Il prossimo campionato partirà nel weekend del 21-22 settembre, già pronti? 

«Lo saremo. Intanto stiamo costruendo un “settore giovanile allargato” cioè stiamo collaborando con le squadre giovanili top che operano nell’area metropolitana ed anche con un club in Piemonte, e presto in altre regioni. I giovani in base a questo accordo possono avere il doppio tesseramento. Come ho detto prima: tanto abbiamo fatto, ma tanto c’è ancora da fare. Non intendiamo fermarci».



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/basket

Articoli recenti

  • Volley

Alessio Matteini giocherà nell’Emma Villas Codyeco Lupi Siena

Il pallavolista: “Cosa mi ha convinto a scegliere questa nuova avventura? Appena ho parlato con il presidente e i dirigenti…

10 Luglio 2025
  • Volley

Via alla campagna abbonamenti, tre le fasi.

Piacenza, 10 luglio 2025 – “Qui, dove ogni posto conta.”; è questo il Claim della Campagna Abbonamenti 2025-2026 di Gas…

10 Luglio 2025
  • Volley

Il bulgaro Zhasmin Velichkov alla MINT Vero Volley Monza

MONZA, 10 LUGLIO 2025 – Lo schiacciatore Zhasmin Velichkov farà ufficialmente parte della MINT Vero Volley Monza nella stagione 2025/2026.…

10 Luglio 2025
  • Tennis

Chi ha giocato di più tra i semifinalisti? Sinner il più “riposato”, Alcaraz 4 ore in più

Cobolli ko a testa alta: Djokovic va in semifinale wimbledon Cobolli esce a testa alta da Wimbledon, battuto da Djokovic…

10 Luglio 2025
  • Volley

“Balla con noi”. Al via venerdì la Campagna Abbonamenti della Lube

“Balla con noi” all’Eurosuole Forum. Indossa i colori biancorossi e lasciati contagiare dal ritmo del grande volley alle partite interne della Cucine…

10 Luglio 2025
  • Volley

Pallavolo Padova Summer Night 2025

In un clima di partecipazione e condivisione, si è tenuta ieri sera, mercoledì 9 luglio, nella splendida cornice della Tenuta…

10 Luglio 2025