“Credo di voler onorare il secondo anno di contratto che ho. Abbiamo il dovere di provare a vincere il Mondiale”, sono queste le parole di Velasco alla Gazzetta dello Sport dopo i dubbi che l’avevano assalito alla conquista del primo storico oro olimpico: “Questa vittoria farà fare un salto di qualità alla pallavolo femminile”. Su Egonu: “Ha troppe pressioni, spero che questa vittoria l’aiuti” e sul suo predecessore Mazzanti: “Ha fatto un buon lavoro, poi le situazioni si sono complicate”
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Poco meno di due settimane fa l‘Italvolley femminile raggiungeva un traguardo storico nella storia della pallavolo italiana conquistando il primo oro alle Olimpiadi di Parigi. Arrivato a Casa Italia, Velasco ci aveva lasciati con un dubbio riguardo il suo futuro: proseguire cercando altri successi o lasciare con una vittoria storica? Il ct aveva dichiarato: “Los Angeles? Pensarci è troppo presto, sia perché abbiamo appena vinto l’oro, sia perché non sono un ragazzo. Forse è il momento giusto per smettere, proprio per questo. Se non allenerò più le ragazze? Vediamo, è un bel momento per dire arrivederci.”. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport torna su questo argomento, questa volta rassicurando tutti gli appassionati: “Dopo un traguardo del genere era giusto fermarsi a pensare. Ho valutato attentamente e credo di voler onorare il secondo anno di contratto che ho. Abbiamo il dovere di provare a vincere il Mondiale con questo gruppo e qualcuna di nuova. Los Angeles 2028? Vediamo, è presto”.
Archiviata la vittoria, è tempo di bilanci: “Ho iniziato a rendermi conto di quello che abbiamo realizzato. A Parigi eravamo così concentrati su ogni palla che non abbiamo quasi capito di essere noi i campioni”, afferma il ct. Il trionfo a cinque cerchi non è solo un evento storico per la nazionale femminile, mai nessun sestetto era riuscito nell’impresa, ma segna anche un passo in avanti per tutto il movimento pallavolistico italiano: “Prima di tutto questa vittoria farà fare un salto di qualità straordinario alla pallavolo femminile. In precedenza avevamo vinto un Mondiale nel 2002, ma questo successo è ancora più grande: tutto il mondo è sintonizzato sui Giochi”, spiega, “Ai dirigenti federali e ai club il compito di non disperdere questa eredità: mi auguro aumenti il pubblico nei palazzetti di A1 e A2 oltre a una crescita qualitativa degli allenatori. Poi perchè si tratta di un’entusiasmante cavalcata. Un’estate con solo due sconfitte tra Nations League e Olimpiadi e la prima è arrivata senza le giocatrici di Milano e Conegliano, reduci dalla finale di Champions”. In Italia chi pensa a Velasco non può non ricordare la “Generazione dei Fenomeni”, che ha dominato il panorama pallavolistico degli anni ’90. Lo stesso ct la rievoca parlando proprio delle sue ragazze: “Fantastico! Sono speciali come i ragazzi della Generazione dei Fenomeni che ho allenato in passato: essendo due gruppi forti la cosa speciale è la loro voglia di imparare. Tutte le ragazze si sono messe a disposizione per il cambiamento”.
Un allenatore con un palmares vincente come quello di Velasco deve trovare il modo di stare al passo con nuove tattiche e schemi di gioco, riuscendo sempre a trovare la chiave per la vittoria, riuscendo a ripetersi competizione dopo competizione: “Più che altro mi interrogo su come continuare a vincere. Ripetersi è difficile. Non ho avuto modo di tracciare un bilancio finale con le ragazze ma scriverò a ognuna di loro per chiarire come dovrebbero andare avanti a lavorare nei club: la differenza la farà l’umiltà e la voglia di continuare a imparare“.
Tra i volti di questa nazionale c’è sicuramente Paola Egonu. La giocatrice è stata protagonista di un fatto spiacevole al rientro in Italia: il murale a lei dedicato è stato infatti imbrattato da sconosciuti: “È un problema che riguarda la nostra società… In tanti dicono questo: per lei può essere una gratificazione ma anche un problema in quanto crescono ancora le aspettative su di lei. Sul tema del razzismo o cose simili in me troverà sempre un difensore”, è categorico Velasco, “Su altri aspetti si deve invece alleggerire e spero che questa vittoria l’aiuti. Ha troppe pressioni. Quando uno dice che è la migliore del mondo e deve vincere sempre è molto difficile. Non mettiamole troppe pressioni. Partire da favoriti non è sinonimo di successo. Lo abbiamo visto a Parigi con noi e ma anche con altri atleti”.
Infine, un pensiero anche a Davide Mazzanti. Il predecessore di Velasco sulla panchina azzurra ha chiuso il ciclo in nazionale tra forti critiche sugli insuccessi e sulla gestione del gruppo, in particolare sulla stessa Egonu. Velasco, però, non è tra quelli che vedono il suo operato come un fallimento totale: “Questo gruppo è cresciuto con lui ma purtroppo era finito un ciclo. Mazzanti ha fatto un buon lavoro ma ha voluto prolungare un anno di troppo e le situazioni si sono complicate. Davide è stato ed è un grande allenatore e deve solo ritrovare certe consapevolezze”.
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