Si spezza in due il tabellone dei Play Off Scudetto dopo gli incontri di Gara 3: se Trento e Perugia possono festeggiare la qualificazione alle semifinali al primo match point, Monza si rammarica per non essere riuscita a chiudere la serie in sole tre sfide e Milano si lecca le ferite dopo una partita che ad un certo punto sembrava essere ormai in pugno. Dalle proprie ceneri resuscitano invece Piacenza e Civitanova che ora, sullo slancio dell’entusiasmo per la vittoria, puntano al passaggio del turno. Ma veniamo al pagellone dei quattro match, partendo proprio da Trento.
. Anche in Gara 3 la squadra di Soli non lascia spazio ad una Modena che, per tutta la serie, non sfrutta l’assenza di Sbertoli e mette in mostra quei limiti che hanno punteggiato tutta la sua stagione in negativo. Con Lavia () mattatore della serie ancora una volta grande protagonista in attacco e al servizio è Acquarone () a meritare la standing ovation per come ha saputo gestire una situazione tutt’altro che facile per lui. Bene anche l’eterno Podrascanin (), solida certezza a muro, mentre per una volta Michieletto (), sveste i panni da supereroe e gioca una partita decisamente sottotono.
Per Modena, come dicevamo scende un velo su una stagione complicata e sottotono, con Bruno () ormai agli sgoccioli della sua lunga e vincente avventura italiana. Nella mediocrità gialloblu si salva Davyskiba (), chiamato ancora a vestire i panni di opposto, e chiude lottando anche un Rinaldi () rimasto schiacciato dalla complessità della stagione modenese. Non trova il guizzo giusto invece Brehme () che chiude il match con zero muri vincenti… muro che continua ad essere la vera croce di questa squadra.
. Al PalaBarton dopo un’ora di gioca sembra una cavalcata trionfale, invece Verona mette in mostra la sua versione migliore e regala un grosso spavento ai tifosi perugini. È Semeniuk () a guidare la banda di attaccanti perugini, ben spalleggiato da un Russo () che al centro della rete è semplicemente perfetto. Fatica, forse troppo, Ben Tara (), che per scappare dai tentacoli del muro veronese regala 5 errori diretti. Bersagliato in ricezione, anche Plotnytskyi () perde lucidità in attacco, ma resta sempre giocatore utile nel sestetto di Lorenzetti.
Verona si aggrappa al muro e all’attacco per provare a spingersi a Gara 4, ma 12 ace subiti sono un fardello pesante da gestire per uno Spirito () comunque bravo a tenere i suoi in partita. Keita () è il solito bombardiere fisico e sfrontato, ma gli manca l’appoggio di Mozic () e Sani () che alla lunga pagano in ricezione ed attacco. Bene infine la prova al centro di Mosca (), finalmente servito con continuità.
. La Lube lotta, suda, soffre ma alla fine porta a casa una vittoria che rilancia le speranze di qualificazione della squadra di Blengini. Yant () riesce ad unire strapotere fisico e tenuta mentale e diviene l’arma che scardina le solide certezze di una Monza che comunque piace e stupisce per il livello di gioco raggiunto. Con Nikolov () altalenante e Zaytsev () dal minutaggio limitato al rientro dall’infortunio, sfruttano l’occasione Bottolo () e Lagumdzija () mentre la sensazione è che alla squadra manchino un po i muri dei centrali (), quest’anno spesso in difficoltà nel fondamentale.
Monza spinge al servizio e tiene in ricezione, ma alla lunga gli attaccanti perdono di incisività in attacco, a partire da quel Takahashi () perfetto per due set e poi sparito dal campo negli ultimi. Meglio Maar (), così come il compagno di nazionale Szwarc (), mentre manca il guizzo di Cachopa (), che non riesce ad accendere la miccia dei suoi centrali.
. Esce da una situazione sportivamente drammatica Piacenza, che ritrova gioco e punti nel momento in cui il baratro sembrava aprirsi. Leal () carica sul suo braccione tutto il Palabanca e, insieme al solito Simon (), e a un Caneschi () sempre più decisivo, riesce a domare la grinta dei ragazzi di Piazza. Più in ombra Lucarelli (), in difficoltà anche in ricezione, mentre Romanò () chiude con 19 punti una prova tutto sommato positiva.
Milano gioca al solito una gara tutto cuore, senza mollare e regalare niente all’avversario, ma alla lunga Porro () non riesce a sfruttare i centrali, finendo per giocare scontato nei momenti chiave. Ottima comunque la prova di Reggers () e quella di Ishikawa (), sempre pericoloso in attacco e al servizio nonostante una ricezione molto sotto pressione. Segnali positivi, infine, per Kaziyski (), il cui rendimento potrebbe essere decisivo in Gara 4, in un match che dovrebbe essere all’insegna dell’equilibrio.
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