Stefania Spampinato di Grey’s Anatomy: “Periodo d’oro per il tennis italiano”

Stefania, benvenuta a Sky, bentornata in Italia. Come ci si sente a tornare in Italia?

No, mai americana. È come tornare a casa. Dopo 8-9 mesi che sto in interrottamente a Los Angeles ho proprio bisogno fisiologico di tornare a casa, di ricaricarmi, di sentirmi a casa, completamente a mio agio. Torno sempre in estate, l’inverno di solito lo evito perché fa freddo. L’estate in Europa e in Italia è un film, una magia sempre, quindi sono sempre super contenta di tornare a casa.

All’affetto del pubblico ti sei abituata oppure è una cosa che sempre ti lascia delle emozioni?

È una cosa che comunque, in un certo senso, ti sorprende sempre. Perché comunque sono andata da fare la hostess in un ristorante, in uno degli spettacoli televisivi più famosi al mondo, e un personaggio che doveva durare due episodi è invece durato sette stagioni.

Comincio io e finisci tu. Per i pochissimi che non lo sanno in Grey’s Anatomy e Station 19 sei la dottoressa Carina De Luca, quindi sei italiana. E…

Il breakdown del personaggio era, dottoressa italiana che fa uno studio sulla sessualità e gli orgasmi femminili e vuole inventare l’equivalente del Viagra al femminile. Bisessuale e tanto divertente.

Quando ti sei accorta dell’impatto mediatico? Perché comunque è vero che ormai ci sono tantissime serie che hanno al loro interno una storia tra donne, però penso che a mano a mano ti sia resa conto che il seguito diventava sempre più grande.

In un network credo che Shonda Rhimes sia stata una delle prime a introdurre le coppie dello stesso sesso. Non sono così comuni come magari negli streamers che sono un po’ più giovanili, un po’ più open-minded, un po’ meno tradizionali. Quindi avere una coppia dello stesso sesso, più di una coppia dello stesso sesso in un tv show in un network è comunque un traguardo pazzesco.

Durante questo percorso ti hanno scritto in tanti per parlare delle proprie esperienze.

Io dico sempre che i messaggi più belli che ricevo sono quelli dei genitori che mi dicono grazie al tuo personaggio mia figlia è stata capace di dirci chi è. Ancora mi metto a piangere. Ragazzine che mi dicono grazie al tuo personaggio mi sono vista e mi sono accettata per quello che sono, per la mia sessualità, per come sono e ho avuto la forza di dirlo anche ai miei. Da donna del sud, comunque questa fatica la sento perché l’ho attraversata anche io. Non è facile essere sempre te stessa e dire questa sono quella che sono, non mi giudicate, non mi mettete da parte perché magari non voglio la stessa vita che avete fatto voi.

Di cosa c’è più bisogno secondo te?

Di autenticità e di meno giudizio, di meno polarizzazione, di meno black and white, di più zona grigia. Siamo tutti così che vogliamo appartenere a un gruppo o all’altro quando in realtà tutti i buoni hanno un po’ di cattivo e tutti i cattivi hanno un po’ di buono. Sono tutti nel mezzo alla fine. Quindi se ci rilassassimo un pelino tutti, lasciassimo fare, saremmo molto più sereni. Fai quello che vuoi, fai quello che ti fa stare bene, l’importante è non fermare gli altri.

Carina così come l’esperienza in Grey’s Anatomy e Station 19 cosa ti ha lasciato?

Abbiamo raccontato una storia molto importante nello show che era quella di Carina che voleva diventare mamma a tutti i costi. Ho realizzato che durante questo percorso io ho avuto il percorso opposto, ho realizzato di non voler diventare mamma e finalmente ho accettato questa cosa. Magari adotterò un bambino un giorno perché comunque il fatto di cambiare la vita a un ragazzino che non ha avuto le stesse possibilità che magari ho avuto io, è un’idea che mi esalta molto di più dell’avere un figlio mio, che è una cosa che non sento.

Come è Shonda Rhymes?

L’ho incontrata solamente una volta di persona ed ero tipo… Porca miseria! Però lei è molto calma e mi ha detto I loved your audition. Ho risposto grazie e poi me ne sono andata, non volevo dire qualcosa di sbagliato.

Grazie a te l’italiano è entrato nella serie

Il fatto di avere un attore con un accento nello Show di un Network, e un attore regolare, non succede praticamente mai quindi quello è stato un bel traguardo.

Ti hanno dato la libertà di aggiungere un po’ di italiano o è tutto un confronto?

Loro a volte lo scrivevano in inglese e poi mi dicevano traducilo. Scherzavamo spesso con Jesse Williams che mi diceva di dire le parolacce. Non l’ho mai fatto, adesso con il senno di poi avrei voluto.

Ci riporti indietro a quando eri piccola, quando ti esibivi, dove ti esibivi e per chi?

Ho vinto la competizione di disegno a scuola e mi hanno regalato un anno di lezioni di danza classica gratuite.  Non avevamo tanti soldi quindi non ci potevamo permettere costumi di danza che costavano un botto di soldi e mia madre ha imparato a cucire per farmi i vestiti e quindi grazie a lei ho potuto continuare a ballare ed è grazie a lei che praticamente ho fatto il percorso che ho fatto, mi ha spianato la strada.

Possiamo dire che siete in due, tu e tua mamma.

Esatto, bravissima, siamo esattamente in due.

A proposito del corto, racconti in uno scambio di lettere con tua mamma, la tua nuova vita, quello che stai vivendo.

Le lettere ce le siamo scritte veramente, ce le ho tutte a casa. Da quando sono andata via di casa a 18 anni a quando poi lei è venuta a mancare ci siamo sempre scritte nonostante ci sentissimo al telefono tutti i giorni. Quindi questa cosa delle lettere è una cosa che ci teneva molto legate. Voleva essere un omaggio a lei, al nostro rapporto, al fatto che grazie a lei comunque ho potuto inseguire i miei sogni.

Che ricordi hai di quando sei arrivata in America?

Prima sono stata a Milano. Era la prima volta a 18 anni che andavo via di casa. Io ero tipo yeah posso essere chi voglio. Sono a Milano, non ho lo zio che mi controlla, la zia che mi dice cosa fare, quindi è stato molto bello per me. L’America è stata difficile perché comunque ho cominciato da zero, con una carriera nuova, avevo 29 anni, quindi in America è stata molto dura. Ho fatto dei lavoretti e poi dopo cinque anni è successa la cosa di Grey’s Anatomy.

Aiutaci a risolvere un dubbio. Arancini o arancine?

Arancino, arancini. Forza Catania. Però I love Palermo. 

 

Come è nata la tua passione per il tennis?

Durante il Covid è uno dei pochi sport che si potevano ancora fare e quindi ho cominciato a giocare a tennis e da lì mi sono appassionata perché comunque guardando i migliori, migliori anche tu.

 

Adesso è un periodo d’oro con Sinner e gli altri italiani. Riesci a seguirli?

Sì, assolutamente. Un periodo d’oro per l’Italia, finalmente siamo tornati. È un periodo fra l’altro molto exciting, no? Perché (Rafa) Nadal e Djokovic stanno per andare via quindi è bello vedere questa nuova generazione di ragazzi giovani e anche belli come energia. Sono positivi, belli, sempre competitivi, però niente incazzature.

Rovescio, a una mano o a due mani?

Una. Però mi ci vuole un sacco di tempo.

La risposta è esatta.

Ok. A una, a una.

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