Jannik Sinner non ha mai vinto un grande torneo sulla terra rossa. Ci riproverà da questo martedì, quando debutterà a Monte-Carlo (diretta su Sky Sport e in streaming su NOW fino al 14 aprile). Ecco come ci arriva rispetto a 12 mesi fa…
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Mai come quest’anno l’attesa intorno a Sinner è enorme in ogni grande torneo che disputa. Stavolta a Montecarlo c’è la curiosità tecnica di vedere e accompagnare la definitiva consacrazione di Jannik anche sulla terra battuta. La speranza di vederlo esprimere sul rosso lo stesso strepitoso rendimento consolidato a livello indoor e sul cemento. Inoltre, c’è da aggiornare la corsa al primo posto.
“It’s just a matter of time”, è solo una questione di tempo, dicevamo a Miami. A Montecarlo il n.1 Djokovic ha tratteggiato ancora di più i tempi: “è solo una questione di settimane“. Di sicuro Jannik, il diretto interessato, vive la questione come un semplice aspetto numerico. Il focus è sempre sul campo: sul miglioramento tecnico, sui dettagli da calibrare, sulla gestione del recupero fisico, sul consolidamento di un percorso che riempirà il prossimo decennio.
Jannik non ha ancora vinto un grande torneo sul rosso. Prima della stagione sull’erba ci proverà in questi 4 grandi tornei: Montecarlo, Madrid, Roma, Roland Garros. Lo scorso anno perse in semifinale da Rune nel Principato, si cancellò per infortunio a Madrid, fu sconfitto in ottavi a Roma da Cerundolo e al secondo turno al Roland Garros da Altmaier. Già al Roland Garros, dove lo scorso anno vinse Nole, può salire sul trono.
Sulla terra quest’anno si porta dietro due elementi fondamentali. In primis la fiducia di un 2024 d’oro con 22 match vinti e solo uno perso. In più la crescita nell’espressione di un gioco sempre più vario. Una modalità oggi in grado di sviluppare più piani tattici all’interno di uno stesso match. Una strategia più versatile in grado di arricchire, con gioco di volo, variazioni di ritmo e smorzate, anche una superficie più lenta come la terra. Trasferendo una maggiore varietà di soluzioni anche sul servizio, compresa la rotazione in kick da sinistra e slice da destra funzionali all’apertura del campo. Il miglioramento della postura nei fondamentali offre anche una rotazione in cross più stretta per creare più ampiezza. Un elemento tattico che gli consente di gestire gli scambi più prolungati sul rosso con maggiori margini di sicurezza.
Con una certezza. Non vediamo l’ora di vederlo in campo a Montecarlo e, insieme a lui, tutti i tennisti italiani che stanno sfruttando l’effetto Sinner come elemento trainante. Come il ritorno nei Top 100 di Berrettini con il trionfo a Marrakech. Una vittoria per risentirsi un giocatore vero. Un titolo per ricominciare un viaggio bellissimo che meritava di tornare a intraprendere. Matteo ha aperto una nuova frontiera con la finale a Wimbledon, la qualificazione alle Atp Finals e il n.6 al mondo. Sarà l’attrazione in più sui campi del Principato. Così come Musetti, che un anno fa battè il n.1 Djokovic e che già all’esordio ha messo fuori Taylor Fritz, confermando l’estro ritrovato contro Ben Shelton a Miami. Nella settimana di Montecarlo abbiamo 9 italiani nei primi 100. A un passo dal record di 10 azzurri toccato tre anni fa. Ci aspetta il massimo dello spettacolo con tutte le stelle in campo nello splendido scenario del Country Club, incastonato nella roccia come un diamante. Un meraviglioso diamante, come Sinner.
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