Jannik si racconta in una lunga intervista a L’Equipe: “Mi piace essere una fonte di ispirazione, voglio spingere sempre più bambini a prendere la racchetta in mano e giocare”. E ancora: “In allenamento cerco colpi che producano un bel suono. Mi piace l’adrenalina e preferisco vivere senza social. Non cambierò per estranei che mi criticano”
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“Spero che la gente non mi veda solo attraverso i miei risultati sportivi, ma anche per quello che trasmetto come persona“. Parola di Jannik Sinner, protagonista in copertina del magazine de L’Equipe che ha dedicato ampio spazio al nuovo n. 1 al mondo. Nella lunga intervista, realizzata nei mesi scorsi durante il torneo di Indian Wells, Sinner ha parlato del suo rapporto con la popolarità e di cosa vuole trasmettere ai più giovani: “Essere conosciuto solo per essere conosciuto non mi interessa – spiega – Mi piace essere una fonte di ispirazione, spingere sempre più bambini a prendere in mano una racchetta e giocare. Più bambini giocano, meglio sarà per il futuro del tennis italiano”. La popolarità ha comunque del fascino per Sinner che ha ricordato l’ovazione ricevuta a San Siro, lo scorso novembre, prima di Milan-Borussia Dortmund: “L’anno scorso dopo la vittoria in Coppa Davis sono andato a San Siro a vedere una partita del Milan. I tifosi della Curva Sud sapevano che sarei andato allo stadio e hanno scritto il mio nome. Non me l’aspettavo proprio. Sentire 70 mila persone che cantano il tuo nome è incredibile: per me poi in quel momento ancora di più, essendo tifoso del Milan”.
Sinner, che vuole essere un esempio positivo per i giovani, in campo si trasforma in un perfezionista, curando ogni particolare: “In allenamento cerco il più eseguire di eseguire colpi che producano un bel suono – aggiunge – Per me parte tutto da lì. Serve che il suono sia pieno, non mi piace quando la palla gratta. Poi in partita serve scegliere il colpo giusto al momento giusto, ma in allenamento l’obiettivo è avere buone sensazioni. E per me le buone sensazioni cominciano dal suono“. Poi c’è l’amore per la competizione: “Mi piace l’adrenalina, il controllo che hai sul kart, la gestione delle traiettorie. Tutto dipende da te. Poi adoro la competizione, andare in pista con gli amici e provare ad essere più veloce di loro è piacere puro”.
Jannik ha poi parlato del suo rapporto con i social network, da sempre considerati un aspetto secondario dall’azzurro: “I social non rappresentano la vita reale. Domani posso postare una mia foto con un grande sorriso, ma nel momento stesso in cui la pubblico sto male, soltanto che questo particolare sfugge a chi guarda il post. Tutto quello che penseranno gli altri è che sono sempre felice, il che è ovviamente sbagliato. Sinceramente, preferisco vivere senza i social. Non ho bisogno di leggere ciò che le persone scrivono su di me, non ci penso e amo la mia vita senza di essi, come la vivo in questo momento”. E ancora: “Se alla gente piace il mio modo di essere, bene. Altrimenti, va bene lo stesso. Ovviamente è diverso se nel mio ambiente mi dicono che questo o quello non va bene. Ma non cambierò per estranei che mi criticano”.
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