Agli ottavi di finale del torneo di Brisbane Rafael Nadal affronterà l’idolo di casa, Jason Kubler (diretta su Sky Sport Tennis). Ex promessa del tennis australiano, ha subito sei interventi alle ginocchia, ritirandosi nel 2016, a soli 23 anni. Ha poi ricominciato, obbligato dalla povertà: “Mi erano rimasti 14 centesimi sul contocorrente, mi sono anche tatuato quella cifra…”. La sua rinascita è passata dagli ottavi a Wimbledon nel 2022 fino alla vittoria in doppio dell’Australian Open dello scorso anno
Tanti infortuni, la necessità di arrendersi e poi superare ogni volta i limiti imposti dal proprio fisico, ritorni vincenti. La storia di Rafael Nadal è anche quella del suo avversario negli ottavi di finale del torneo ATP 250 di Brisbane, Jason Kubler. Nato proprio nella città australiana, da ragazzino veniva paragonato al campione spagnolo. Aveva vinto da imbattuto la Coppa Davis junior e la Youth Cup nel 2009, come Nadal sette anni prima. Dal 2012 al 2015 ha giocato solo sulla terra rossa, ma non perché fosse anche la sua superficie preferita, ma per sollecitare meno delle ginocchia fragilissime operate sei volte fino al 2016, anno in cui aveva deciso di smettere di giocare.
Da marzo 2016 a marzo 2017 il tennis si è limitato a insegnarlo in Australia. Non era però sufficiente per vivere in maniera dignitosa: “Sul contocorrente mi erano rimasti appena 14 centesimi, perciò ho deciso di ricominciare a giocare”, ha raccontato tempo fa in un’intervista. Il tennis come sofferenza fisica, ma anche come salvezza economica. Unico mezzo per sopravvivere, inevitabile se lo pratichi sin da bambino. Il suo ritorno tra i professionisti, mondo in cui si era destreggiato vincendo al massimo qualche torneo Challenger e Future, lo vede nel 2018 superare le qualificazioni e disputare il primo turno di Australian Open, Wimbledon e US Open (negli Usa batte addirittura Bautista Agut e arriva al secondo turno). Per la prima volta entra nei primi 100 al mondo (numero 91). Le cifre più belle però sono quelle in banca: “L’Australian Open del 2018 è stato qualcosa di folle. Sono passato dallo stare a casa senza un soldo a guadagnare 80mila dollari tutto in un colpo. Mi sono così tatuato ‘0.14″, quello che mi era rimasto”.
Risolte le contingenze economiche, quelle fisiche paiono invece insuperabili. Non ricorre più alla chirurgia per sistemare le ginocchia, ma continuano a dargli problemi. Anche il polso si mette di traverso, così nel 2019 gioca poco e nel 2020 viene frenato dalla pandemia. Sprofonda oltre la posizione numero 300 in classifica, ma si inizia a intravedere qualche segnale di ripresa a inizio 2021. Nel torneo ATP 250 di Melbourne, il Murray River Open, batte Lorenzo Sonego al primo turno e torna a vincere dopo oltre due anni una partita del circuito maggiore. Sarà ancora la sua terra a regalargli soddisfazioni e trionfi inattesi. Nel 2022 arriva in finale all’Australian Open nel doppio misto in coppia con Jaimee Fourlis. Sconfitto, nel 2023 si presenta ai nastri di partenza con il connazionale Rinky Hijikata. Una coppia di underdog che batte tutti i migliori doppisti nel torneo, annulla un match point nel terzo turno e festeggia un incredibile Slam, il primo della loro vita.
Il successo in doppio ha rappresentato una svolta per Kubler, che lo scorso aprile ha raggiunto anche la sua miglior posizione da singolarista nel ranking ATP, la numero 63. Ora è al 112° posto, perchè nel frattempo le ginocchia gli hanno dato di nuovo problemi. Agli ultimi US Open si è dovuto ritirare al primo turno contro Matteo Arnaldi. Il suo miglior risultato in uno Slam sono gli ottavi di finale raggiunti a Wimbledon nel 2022, un traguardo prestigioso ma ininfluente ai fini della classifica. Quell’anno l’ATP decise di non assegnare punti nel torneo inglese per la decisione dell’organizzazione di non far partecipare i giocatori russi e bielorussi. L’ennesimo intoppo di una carriera sfortunata e che, ancora una volta da casa, vuole riprendere il volo. Kubler a Brisbane è nato il 19 maggio 1993, da papà australiano morto quando era bambino e mamma filippina. Di fronte avrà Nadal, il campione a cui era stato paragonato da bambino. Non ha vinto i suoi titoli, ma come il mancino di Manacor è consapevole di quanta fatica e quanta sofferenza riservi il tennis. E di quanto sia bello, ogni volta, tornare in campo per battersi fino alla fine.
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