Australian Open: Sinner-Medvedev, una domenica per sognare

Sarà una finale dal valore enorme a Melbourne: Sinner contro Medvedev, con il russo che ha vinto 6 partite e l’azzurro le ultime 3. Sarà una prova di forza, una finale dura ed equilibrata: dopo la vittoria contro Djokovic, è Jannik l’uomo da temere

SINNER, IL PERCORSO VERSO LA FINALE

Una domenica per sognare. Sinner-Medvedev a Melbourne, nella patria dei leggendari australiani. I padri nobili del tennis, capaci di portare questo sport ai livelli massimi. Da Rod Laver a Sinner. Mezzo secolo di storie. L’evoluzione darwiniana dal serve and volley spettacolare con le racchette di legno, alle velocità di oggi impensabili e proibitive per gli umani. Una finale da brividi, dal valore enorme. I precedenti sono 6-3 per Medvedev, che ha vinto le prime 6 sfide di fila con Jannik. Tabù infranto con gli ultimi tre successi di fila dell’azzurro.

La vittoria in semifinale di Medvedev in 5 set in rimonta (5-7, 3-6, 7-6, 7-6, 6-3) su Zverev ha confermato il temperamento e la condizione perfetta dell’ex n.1 al mondo. Sarà una finale equilibrata e durissima sul piano tecnico, fisico e nervoso. Una prova di forza. Con una certezza. Più che mai oggi, sono gli avversari a dover temere JannikDjokovic è uscito dal campo distrutto. Dopo 33 partite vinte di fila Melbourne ha perso da uno più forte di lui. Dominato sul piano del logoramento fisico e mentali. Le armi con cui il serbo ha sempre spazzato via gli avversari. Un passaggio di consegne dopo averlo già battuto a Torino e a Malaga.

Aggiungendo anche la capacità di arrivare fino in fondo sulla distanza dei tre set su cinque. Il fatto che abbia perso finora un solo set in 6 partite aggiunge una perfezione sempre più vicina. Arricchita da una varietà e potenza del servizio mai gestito in modo così disinvolto nei turni di battuta. Una capacità di copertura del campo sia negli spostamenti laterali che nello sprint in avanti, come si è visto nella reattività per arrivare sulle smorzate velenose di Djokovic. 

A tutto ciò, vanno aggiunti i due pesantissimi colpi da fondo campo che hanno sfondato anche la miglior difesa del circuito, da sempre granitica, del n.1 al mondo. Nulla è casuale. Tutto costruito step by step. Giorno dopo giorno. Come nella gestione del post Atp Finals e trionfo in Coppa Davis. Nessuna esaltazione e zero rilassamento. Si è fermato pochi giorni per sciare, nessuna vacanza e lavoro duro ogni giorno in Spagna ad Alicante per essere pronto al tre su cinque nel caldo torrido australiano.

Umiltà e spirito di sacrificio ad alimentare un continuo miglioramento. Fenomenale nella cultura del lavoro. Percorso fondamentale per arrivare a 22 anni un passo dal primo titolo dello Slam. Una domenica onirica. A un passo dal Paradiso dall’altra parte del mondo.

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