Max Verstappen, un quarto titolo mondiale da leggenda

ZANDVOORT, NETHERLANDS – AUGUST 23: Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing looks on in the garage during practice ahead of the F1 Grand Prix of Netherlands at Circuit Zandvoort on August 23, 2024 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202408230388 // Usage for editorial use only //

Caro Max Emilian Verstappen, non ci stai simpatico, ma abbiamo imparato ad amarti. No, non è un paradosso, ma quello che l’asso olandese si porterà con sé assieme a questo quarto titolo mondiale, conquistato da fenomeno assoluto.

Non c’è altro giudizio che tenga, il quarto passerà alla storia come il mondiale dell’affermazione, quello in cui Max ha reciso quel nastro sottile che separa un pluricampione dimenticabile da una leggenda che dimenticare non si può.

Perché per come è arrivato e soprattutto per come è stato costruito, questo rimarrà negli annali come il mondiale di Max. Se il primo fu il frutto di una spettacolarizzazione senza senso, complice anche la direzione, più artistica che sportiva, di Michael Masi e gli altri due rientrano nella natura di un ciclo, quello Red Bull griffato Adrian Newey, questo è tutto suo. Un Max che ha saputo vincere, ma che ha saputo anche perdere, perdere e rialzasi. In attacco o in difesa, sporco o pulito, dominante o in rimonta, quest’anno abbiamo potuto osservare e soprattutto apprezzare l’olandese in tutte le sue vesti. Con quel gran premio del Brasile che rimane la perla della stagione, la rappresentazione plastica del fuoriclasse, in rimonta, nella pioggia, che dire…

Eppure gli avversari erano tosti, questa è una generazione d’oro, che va forte. Ma alla fine Max ha zittito tutti, lasciando che le vittorie degli altri rimanessero illusioni temporanee in un cammino già scritto, quello che l’ha trascinato nell’Olimpo della Formula Uno.

Ma forse questo mondiale di Max ci ha raccontato qualcosa in più. Forse in un mondo in cui l’intelligenza diventa sempre più un concetto da associare al digitale, al tecnologico, al mondo dell’automazione, esistono ancora uomini, dal talento naturale, capaci di andare oltre al limite, di fare meglio della macchina, facendolo paradossalmente alla guida di una macchina.

Insomma onore a Max, che forse non sarà così simpatico, ma che si fa amare per quella rara capacità di dare a questo sport e a tutti noi quella sensazione di onnipotenza sportiva, che solo i numeri uno sanno regalare.

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