Così come nel 2023, anche quest’anno la Strip regala emozioni e grandi duelli in pista. E in maniera tanto inaspettata quanto meritata, a fare la voce grossa è la Mercedes, che confeziona una doppietta d’altri tempi con George Russell e Lewis Hamilton. Ma la copertina di giornata va tutta a Max Verstappen, che con il 5° posto finale conquista il suo quarto mondiale consecutivo, nonostante l’ennesimo weekend anonimo di una Red Bull tenuta a galla solo dal suo fenomeno. Ferrari in chiaroscuro: 3° e 4° posto per Sainz e Leclerc, punti recuperati sulla McLaren (non pervenuta). Ma con polemiche atroci tra i due piloti, con il monegasco furioso con il compagno di squadra. Ancora un fine settimana da dimenticare per Perez e un’Aston Martin sempre più in caduta libera. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Las Vegas.
Intorno a sé va tutto a rotoli, tra un team sempre più nel pallone e un compagno di scuderia umiliato in continuazione. Ma questo, Max Verstappen, lo ignora totalmente, e si laurea campione del mondo per la quarta volta consecutiva. Il titolo ottenuto sulle strade di Las Vegas lo issa tra le vette del motorsport, al fianco di nomi illustri come Prost e Vettel. Al termine dell’ennesimo weekend nero per la Red Bull, salvata solo dal suo fuoriclasse. Che, anche senza uno straccio di macchina, dimostra di essere ormai una leggenda vivente della Formula 1.
Alzi la mano chi si aspettava un dominio di George Russell e della Mercedes alla vigilia del Gran Premio di Las Vegas. Risposta: probabilmente nessuno. Eppure, sin dal venerdì si intuisce che può essere la volta buona. Il capolavoro di George si confeziona tra il sabato e i primi giri della domenica: prima la pole strappata a Carlos Sainz per pochi centesimi, poi la strenua difesa su Charles Leclerc nelle prime tornate di corsa. Da lì in poi, è una cavalcata solitaria e dominante fino alla bandiera a scacchi, che lo riporta sul gradino più alto del podio. Chapeau.
Nel metro di giudizio su Lewis Hamilton prevale la rimonta da vecchi tempi in gara sull’ennesima, sciagurata qualifica di questa stagione. Perché se il sette volte campione del mondo non si è giocato la vittoria, oggi, è solo per colpa dei suoi errori nel Q3, che l’hanno relegato a una triste decima posizione in griglia. Da cui rimonta furiosamente nel corso della gara, a suon di sorpassi e giri veloci. Nell’ultimo stint prova persino il recupero da fantascienza sul compagno di squadra, ma la distanza era davvero troppa. Poco male, però: Lewis di birra ne ha ancora. E intanto Maranello prende nota.
La sua gara dura pochi giri, a causa della rottura del motore su cui si infrangono speranze e sogni di un’altra domenica di gloria, dopo il podio del Brasile. Ma Pierre Gasly si è comunque ritagliato un ruolo da protagonista a Las Vegas, grazie al miracolo confezionato in qualifica. Un 3° posto frutto della sua sola bravura, senza fattori esterni a favorire un exploit del genere. A dimostrazione delle sue qualità indiscusse, che meriterebbero un mezzo alla sua altezza. Cosa che, purtroppo per lui, l’Alpine questa domenica non lo è stato.
Le speranze della vigilia in casa Ferrari, alimentate da un buon risultato in qualifica, si sono parzialmente infrante contro la Strip di Las Vegas. Vero, dietro l’exploit della Mercedes troviamo un 3° e 4° posto tutto rosso, che si traduce in 12 punti recuperati sulla McLaren, ora a -24 nella classifica costruttori. Ma il bicchiere è comunque mezzo vuoto, sia perché l’auspicio era quello di un bottino maggiore con cui tornare dagli USA (in vista della probabile sofferenza in Qatar), e soprattutto per l’ennesimo duello fratricida tra Leclerc e Sainz (con polemiche furiose del monegasco nel postgara), che potrebbe aver sancito la loro rottura definitiva. Proprio nel momento decisivo della stagione. L’auspicio è che la rabbia di oggi non diventi il rimpianto di domani.
Un weekend così anonimo per la McLaren non si vedeva da tanto tempo. Nonostante un venerdì promettente, dal sabato in poi i papaya escono di scena, incapaci di stare al passo dei rivali. Nonostante questo, però, la perdita di punti nei confronti della Ferrari è abbastanza limitata, anche grazie all’exploit della Mercedes. L’unico aspetto positivo con cui volare da Las Vegas al Qatar, dove il team capitanato da Andrea Stella avrà il primo match point per chiudere il mondiale costruttori. Per riassaporare una gioia che manca da 16 anni.
Ancora una volta, il vero volto della Red Bull è quello triste e umiliato di Checo. Anche a Las Vegas il messicano deve subire l’onta dell’eliminazione nel Q1, per la sesta volta (!) in questa stagione. Una triste consuetudine che, francamente, non si capisce come possa essere tollerata almeno per un altro anno in quel di Milton Keynes. In gara rimedia (molto parzialmente) con una rimonta fino al 10° posto e uno splendido doppio sorpasso su Magnussen e Lawson. Poco però, troppo poco.
Da diverso tempo ormai l’Aston Martin è sparita dalle scene. Il ruolo di quinta forza nel mondiale sembra ormai un lontanissimo ricordo, nonostante la classifica dica altro (incidono i punti conquistati a inizio stagione). Vero, alla fine Alonso ha chiuso ai margini della zona punti, ma non si può sottovalutare la doppia eliminazione subita nel Q1. Ovvero, l’ennesimo segnale di una deriva tecnica che, in termini di prestazioni, ha portato il team di Lawrence Stroll anche dietro ad Haas, Racing Bulls e Alpine. Basterà Adrian Newey per invertire la rotta?
Fonte: https://www.circusf1.com/2024/11/gp-las-vegas-f1-2024-le-pagelle-verstappen-entre-nella-storia-e-guerra-in-casa-ferrari.php
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