La favola di Ollie, moderno (e veloce) Cappuccetto Rosso, ma alla Ferrari forse devo cominciare a pensare di avere a che fare con un lupo sbuffante: Charles Leclerc. Il venerdì ancora santificato alle qualifiche di Gedda inizia con Carlos Sainz in ospedale per un intervento urgente di appendicite (ecco la natura della sua indisposizione) e la chiamata di Oliver Bearman, inglesi di Chelmsford, nell’Essex (a nordest di Londra), che oggi a 18 anni e 305 giorni diventerà il 97° pilota Ferrari, il più giovane debuttante nella storia di Maranello, il terzo nella Formula 1 dopo Max Verstappen e Lance Stroll.
“Mi sono svegliato pensando a come partire dalla pole nella gara di Formula 2 e mi sono trovato a disputare le terze libere e poi le qualifiche in Formula 1” racconta sorridente Ollie, dal 2021 pilota della Ferrari Drivers Academy e dall’anno scorso in F2 con Prema (con due FP1 in Haas) e da questo riserva rossa con Antonio Giovinazzi e Robert Shwartzman, qui non presenti perché reduci dal debutto nel Wec.
Un debutto molto positivo, col 10° tempo nella FP3 a 38 millesimi da Lewis Hamilton. Distacco dal prossimo totem rosso che nelle qualifiche è diventato di 36 e che gli è costato l’accesso al Q3. Primo escluso, ma da applausi. Eppure Bearman si scusa per radio con la squadra e tolto il casco con grande maturità e analisi dice: “è stata una giornata frenetica. Sono un po’ deluso perché nel Q2 ho spinto forse anche troppo e ho pasticciato”.
Quello che oggi non ha intenzione di fare in gara con il numero 38, usato 12 volte in Ferrari, l’ultima da Lorenzo Baldini a Montecarlo nel 1962. “L’obiettivo è andare a punti anche se non ho fatto tanti giri di fila”. Imitando Arturo Merzario, ultimo debuttante in gara con la Ferrari, sesto a Brands Hatch nel 1972.
Non sorride invece Leclerc. Ed è un refrain ormai ricorrente. È successo nelle qualifiche (set di gomme sprecato) e in gara (freni) in Bahrain, s’è ripetuto ieri nonostante una prima fila agguantata all’ultimo con un giro da fenomeno ma a tre decimi da Max Verstappen. “Ho tirato fuori il massimo che c’era nella macchina, ma siamo più lontani di quanto pensassimo. Non ho trovato il feeling, c’era molto sovrasterzo e le gomme dietro non si accendevano. Dobbiamo capire perché” afferma il monegasco, che mette sotto i riflettori il problema della SF-24: mandare subito in temperatura le gomme, al punto da provare anche un doppio giro di riscaldamento nel primo tentativo del Q3. “Non ha funzionato. Speriamo che le scelte fatte paghino in gara” saluta Leclerc.
La Ferrari infatti ha un assetto più carico pensando al passo a scapito del giro secco, ma sarà a rischio attacco con il Drs. E Sergio Perez parte subito dietro. E Alonso, le McLaren e le Mercedes premono. “Charles è un po’ arrabbiato perché non gli basta il secondo posto e io lo sono d’accordo con lui” minimizza Fred Vasseur dopo aver applaudito Bearman (“prestazione fa
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