La camera ipobarica (o tenda ipobarica) non è più doping, nemmeno in Italia. La comunicazione è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 novembre: “Non è vietato l’utilizzo della camera ipobarica; l’atleta che ricorre a tale pratica deve rimanere sotto stretto controllo del medico sportivo sia prima che dopo l’utilizzo della camera ipobarica”, si legge. Cade dunque la legislazione (legge penale antidoping 376/2000) che prevedeva l’equiparazione del doping a questa pratica, unico caso a livello mondiale. Solo in Italia, infatti, non era possibile utilizzare questo strumento, considerato “pratica dopante”: la Wada lo aveva consentito da tempo.
Innanzi tutto non è da confondere con la più conosciuta camera iperbarica. La tenda ipobarica simula l’ipossia, ovvero la mancanza di ossigeno che di solito si ottiene in alta montagna. In questi spazi viene ridotta l’ossigenazione, stimolando il corpo a produrre una quantità maggiore di globuli rossi e ad aumentare l’eritropoietina, l’ormone che produce i globuli rossi. In questo modo gli atleti top potranno simulare un ritiro in altura standosene comodamente seduti o sdraiati in una camera ipobarica.
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